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mercoledì 7 novembre 2012

#Monti ha spento la luce in fondo al tunnel



Se si guarda una foto satellitare notturna della penisola coreana balza subito all'occhio la differenza tra il Nord (comunista) e il Sud (capitalista): la Corea del Nord è quasi invisibile, le uniche luci evidenti sono quelle della capitale; quella del Sud è invece largamente illuminata ed è semplice individuarne il profilo.

Per molti anni questa immagine è stata uno dei pezzi forti della propaganda anticomunista. E' ironico quindi che una differenza simile potrebbe prodursi in Europa ad opera di un governo che certo comunista non è, vale a dire l'esecutivo guidato da Mario Monti.

Tra i provvedimenti previsti nella “legge di stabilità” approvata dal consiglio dei ministri, infatti, vi è quello soprannominato “cieli blu”. Una definizione poetica per qualcosa di molto poco rassicurante: spegnere o almeno ridurre l'illuminazione notturna in tutto il Paese. E' già accaduto in passato che alcuni comuni non avessero i soldi per pagare le bollette e fossero costretti a decisioni così drastiche: erano i comuni in bancarotta. Se ora è addirittura lo Stato a decidere che l'illuminazione pubblica va spenta o abbassata, allora non è difficile comprendere che si sta raschiando il barile. Nessuno nel governo peraltro sembra aver notato che lasciare le strade al buio o quasi, oltre ad essere pericoloso per la circolazione, rischia di aumentare la “piccola” criminalità notturna, quella che colpisce soprattutto le donne.

La legge di stabilità ha anche altri punti dolorosi, dall'aumento dell'IVA allo stop alle detrazioni, forse persino retroattivo, il che significa che i contribuenti che oggi spendono nell'ipotesi che parte di queste spese sarà scontata al momento di pagare le tasse, smetteranno semplicemente di farlo, con i risultati che è ben facile immaginare.

In effetti non c'è alcun motivo per chiamarla “legge di stabilità”. Gli effetti, come nelle manovre precedenti, causeranno semmai maggiore instabilità. Bisognerebbe chiamarla in base al suo contenuto: “Legge per la depressione dei consumi, l'aumento della disoccupazione e l'innalzamento del debito pubblico”. Se il giudizio sembrasse troppo severo basta guardare i dati.

Dal 2009/2010 ad oggi i paesi periferici dell'Eurozona (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) hanno attuato pesanti misure di austerità. Nel nostro paese si sono tradotte in larga parte come maggiori imposte, in altri come tagli o un qualche mix delle due strategie. In nessun caso l'austerità ha prodotto quel che prometteva. La disoccupazione è aumentata, la crescita del PIL è stata negativa e il debito pubblico è schizzato alle stelle invece di diminuire. In altre parole non solo l'austerità ha causato depressione economica ma ha anche clamorosamente fallito l'obiettivo di contenere l'indebitamento degli stati.

Il motivo è semplice e lo conosceva bene John Maynard Keynes: “Non c'è possibilità di equilibrare il bilancio eccetto che con l'aumentare il reddito nazionale, che corrisponde in gran parte ad un incremento di occupazione”. In altre parole, se vogliamo ridurre il nostro debito dobbiamo guadagnare di più come sistema-paese. Solo così è possibile aumentare il gettito fiscale e quindi controllare il debito pubblico. Ma l'austerità è esattamente la politica sbagliata poiché deprime l'economia e ci fa guadagnare meno. Ecco perché il rapporto debito/pil aumenta invece che calare. Non solo: quando aumenta la disoccupazione occorre pagare più sussidi e cassa integrazione, così che le persone che prima erano fonte di “guadagno” per lo Stato attraverso le loro tasse divengono improvvisamente una spesa aggiuntiva.

Anche il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea (o meglio i loro uffici studi) se ne sono resi conto. Il FMI in particolare ha ammesso il suo macroscopico errore di calcolo: fino ad oggi il Fondo aveva previsto moltiplicatori fiscali pari a 0,5. Ossia tagliando le spese o aumentando le tasse per un ammontare di un miliardo di euro la mancata crescita doveva risultare di solo mezzo miliardo. La realtà però è molto peggiore delle previsioni: ora il FMI ammette che i moltiplicatori vanno da 0,9 a 1,7. Il miliardo tagliato può arrivare a costarci 1,7 miliardi di Pil. Non un errore banale: significa che grazie all'austerità abbiamo bruciato la possibile ripresa economica. E qui non parliamo di astratte teorie, parliamo invece di dati, numeri.

E se proprio qualcuno volesse la controprova, basta guardare agli Stati Uniti, dove l'economia, grazie alle politica di spesa di Obama (sia pure molto, molto timida), accompagnata dalla politica monetaria espansiva della Fed, è in lenta ma costante ripresa. Viceversa la Gran Bretagna (che peraltro con la crisi dell'euro non ha nulla a che vedere poiché usa la sua moneta nazionale) è di nuovo in recessione grazie all'austerity del governo.

Insomma, ormai gli economisti non hanno dubbi, fatta eccezione per pochi dogmatici: l'austerità fa male, molto male. La luce in fondo al tunnel l'abbiamo spenta con le scelte sbagliate dei sacerdoti del rigore. Spegnere le luci in città è solo l'ultimo e simbolico atto del suicidio economico del Paese.

Guido Iodice | @guiodic


Monti has turned off the light at the end of the tunnel

If you watch a night-time satellite picture of the Korean peninsula, the difference between North (comunist) and South (capitalist) immediately shows: North Korea is almost invisible, the only evident lights are those of the capital; South Korea is largely illuminated and it's easy to see its profile. For many years this image has been one of the strong points of the anticomunist propaganda. So it's ironic that a similar difference might happen in Europe because of a government that is certainly not comunist, which is Monti's executive.

Among the changes in the "stability law" approved by the Council of ministers, there's one called "blue skies". A poetic definition for something that isn't very reassuring: turning off or reducing night illumination in the entire country. It has already happened in the past that some towns didn't have the money to pay the bills and were constrained to take drastic decisions: they were bankrupt. So if the State decides that public illumination is to be reduced or turned off, then it's not difficult to understand that we're truly at the bottom. No one in the government seems to have noticed that leaving streets in the dark or almost is not only dangerous for traffic circulation, but it also risks to increase the micro-criminality, the one that has women as its most frequent victims.

The stability law has also other dangerous points, from VAT increase to detractions stop, maybe even retroactive, which means that the contributors who spend today thinking that part of these expenses will be discountet when paying taxes, will simply stop doing it, with the results we can easily immagine.

There's truly no reason to call it "stability law". To be honest, as in the previous maneuvers, they'll case only more instability. We should call it based on its content: "Law for the depression of consume, increase of unemployment and increase of public debt." If the judgement seems too harsh, it's sufficient to look at the data.

From 2009/2010 until today, the peripheral countries of the Eurozone (Portugla, Italy, Ireland, Greece, Spain)  have put into practice some severe austerity measures. In our country they have been translated into higher taxes, in others into cuts or a mix of the two strategies. In no case austerity has produced what it promised. Unemployment has increased, the IGP has been negative and public debt has gone skyroclketing instead of diminishing. In other words not only austerity has caused economical depression, but has also failed the goal to contain States debt.

The reason is easy and John Maynard Keynes knew it well: "There is no possibility to make the balance right, if not by increasing national income, that corresponds greatly to an increase in employment." In other words, if we want to reduce our debt we must earn more as a country-system. It's the only way we can increase the tax revenue and control public debt. But austerity is exactly the wrong thing to do because it depresses economy and makes us earn less. This is why the debt/IGP increases instead of decreasing. Not only: when unemployment increases we must pay more welfare, so the people who used to be a source of "revenue" for the State through their taxes, all of the sudden become an additional expense.

The International Monetary Fund and the European Central Bank have realized it. The IMF in particular has admited its huge calculation mistake: until today the Fund had predicted fiscal multiplicators of 0,5. By cutting expenses or increasing taxes for one billion euro, the lost growth should have only been half a billion. Reality has been worse than predictions: now the Fund admits that multiplicators go from 0,9 to 1,7. Which means that the billion that was cut costs us 1,7 billion of Internal Gross Product. It's not a light mistake: it means that thanks to austerity we've burnt our possibility for economical rebirth. And we're not talking about abstract theories, I'm talking about data, numbers.

And if anyone wants the proof, just look at the US, where the economy, thanks to Obama's expense politics (even though very, very shy), accompanied by the expansive monetary politics of the Fed, is in slow but constant growth. On the contrary Great Britain (who with the eurozone crisis has nothing to do, because it uses the national currency) is again in recession thanks to the government austerity.

So economists don't have any doubts anymore, except for a few dogmatics: austerity has bad, bad effects. We turned off the light at the end of the tunnel with the wrong choices of the austerity priests. Turning off the lights of the city is only the last and symbolic suicidal act of the country's economy.

Guido Iodice | @guiodic

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