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domenica 25 novembre 2012

Armi di distrazione di massa



Scrivo questo articolo mentre dentro di me ci sono emozioni contrastanti. La mia sorellina di 15 anni ha partecipato alle manifestazioni studentesche e il mio cuore si riempie di orgoglio. Orgoglio ma anche tanta vergogna, perché nonostante io abbia partecipato con tutte le mie forze ai movimenti che sono stati stroncati durante il G8 di Genova, le manganellate continuano. 

Vergogna, perché sono una psicologa e mi sento impotente. Certo, nessuno può cambiare il mondo, la nostra professione non può farci peccare di Ubris, possiamo ascoltare, sostenere chi ha un disagio, nulla di più. Oggi voglio proprio scrivere con il cuore in mano. Se ci strappano il futuro, se la politica diventa una vetrina vergognosa in cui vince chi è più telegenico, noi non ne usciremo mai fuori. I poteri forti sono altrove, con le elezioni si faranno cambiamenti di facciata.

Questo non è complottismo, è la cosa più normale del mondo che chi ha il potere tenti di mantenerlo. Non è normale che il 10% della popolazione abbia in mano la ricchezza di un intero paese. Non è normale la plutocrazia. Non è normale che le authority siano state scelte tramite spartizioni di poltrone, non è normale che imbonitori di folle ricalchino gli stili comunicativi di chi anni fa aveva letto la psicologia della folle.

Sulla spartizione tramite poltrone delle authority consiglio di rivedere questa puntata di REPORT : “Camera e Senato eleggono i vertici dell’Agcom e dell’Autorità della Privacy. Due Autorità che dovrebbero essere super partes a garanzia di tutti i cittadini. I partiti invece, continuano a seguire logiche spartitorie”.

Come ci ricorda REPORT, "Prendiamo in esame le più importanti, Consob, Antitrust, Privacy, Agcom, Isvap, Aeeg. Dovrebbero essere indipendenti. I criteri di nomina dei commissari sono diversi per ogni Authority, ma sono sempre il parlamento, i partiti, il governo, i presidenti di Camera e Senato a decidere. Cui prodest?"

GUSTAV LE BON (1841-1931), etnologo e psicologo (fu uno dei fondatori della "Psicologia sociale") nato in Francia a Nogent-Le Retrou, fu il primo psicologo a studiare scientificamente il comportamento delle folle, cercando di identificarne i caratteri peculiari e proponendo tecniche adatte per guidarle e controllarle. Per questa ragione le sue opere vennero lette e attentamente studiate dai dittatori totalitari del novecento, i quali basarono il proprio potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse.

Le Bon scrive: "Per comprendere le idee, le credenze che oggi germinano nelle folle, per fiorire domani, bisogna sapere come è stato preparato il terreno. L'insegnamento dato alla gioventù d'un paese, permette di prevedere un po' il destino di quel paese. L'educazione della generazione d'oggi giustifica le più tristi previsioni. L'anima delle folle, in parte, si migliora o si altera con l'istruzione. E' dunque necessario far vedere come l'ha foggiata (l'"imbonitore di turno")".

Tema centrale di Le Bon è : “Nell’anima collettiva, le attitudini intellettuali degli uomini, e di conseguenza le loro individualità, si annullano. L’eterogeneo si dissolve nell’omogeneo e i caratteri inconsci predominano” (pag.52).”

Dopo Le Bon un guru della propaganda fu Bernays, nipote di Freud: inizialmente, Bernays studiò l'opera di Gustav Le Bon, “Psicologia delle folle”, pubblicata nel 1895. Opera di riferimento per molti uomini politici, fu meticolosamenete studiata anche da Lenin, Stalin, Hitler, e Mussolini.

Quest’ultimo commentò: “Ho letto tutta l'opera di Le Bon e non so quante volte abbia riletto la sua Psicologia delle Folle. E' un'opera capitale alla quale ancora oggi spesso ritorno.” Edward, che è di origine ebraica, non proviene da qualche povero shtetl della Polonia o dell’Ucraina, ma dalla borghesia di Vienna, dove nasce nel novembre 1891, la sua famiglia vanta stretti legami di sangue con Sigmund Freud: il padre, Ely, è il cognato del celebre psicoanalista, mentre la madre, Anna, ne è la sorella.

Bernays utilizzerà abilmente questi rapporti di parentela per promuovere le sue attività. Scott Cutlip, storico delle PR, ricorda che “quando qualcuno lo incontrava per la prima volta, non doveva aspettare molto prima che zio Sigmund entrasse nella conversazione. La relazione con Freud era costantemente al centro del suo pensiero e del suo lavoro di consulente”. Nella sostanza, la sua convinzione era che una manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse, svolge un ruolo importante in una società democratica.

Nasceva così il concetto - caro appunto alla propaganda in chiave politica - secondo cui chi è in grado di padroneggiare questo dispositivo sociale può costituire un potere invisibile capace di dirigere una nazione:

«Coloro che hanno in mano questo meccanismo [...] costituiscono [...] il vero potere esecutivo del paese. Noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. [...] Sono loro che manovrano i fili...».

Da Bernays apprendiamo che : “La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle opinioni delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese”. Da una recensione al libro “Propaganda" leggiamo:

Gli aspetti più significativi di quella che oggi viene chiamata la “società della comunicazione” e/o “società dello spettacolo” erano stati individuati e analizzati da Bernays, ben prima di Debord e dei situazionisti. Diversamente da questi ultimi però egli non coltivava utopie rivoluzionarie, anzi era perfettamente integrato nel sistema economico-sociale americano, di cui pur riconoscendone i limiti, apprezzava la sostanziale validità consistente nella grande mobilità sociale, aspetto che aveva consentito il suo folgorante successo.

Attività e opere di Bernays erano note anche fuori dagli Stati Uniti, come ad esempio in Germania. Nel 1933 Joseph Goebbels rivelò a un giornalista americano che lo stava intervistando, come il libro Crystallizing Public Opinion che Bernays aveva pubblicato nel 1923 fosse stato utilizzato per le campagne politiche dei nazional-socialisti. Così per un singolare paradosso della storia un ebreo aveva contribuito all’ascesa al potere di Hitler. Episodio che rivela come l’arma della comunicazione, in tutte le sue forme, sia uno strumento difficile e pericoloso da maneggiare, e le sue ricadute sull’opinione pubblica, soprattutto nei periodi di crisi, non sempre rispondano alle attese. http://www.lafeltrinelli.it/products/9788895962054/Propaganda/Edward_Louis_Bernays.html

Noam Chomsky ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media. Tra queste spicca la numero uno: La strategia della distrazione.

“L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti."

La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.

Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
mentre assistiamo ai tristi teatrini della politica chiediamoci chi è nei posto strategici, chi è dietro le quinte, chi possiede il vero potere. Altrimenti  votare equivale a cadere nel tranello della distrazione.

Barbara Collevecchio | @colvieux



Weapons of mass distraction

I'm writing this article as inside me contrasting emotions battle. My 15 year old sister participated to the students' protests and my heart is filled with pride. Pride but also a lot of shame, because although I participated with all my energies to the movements that have been stricken down during the Genua G8, the beatings continue.

Shame, because I'm a psychologist and I feel powerless. Of course, nobody can change the world, our profession cannot make us sin of Ubris, we can listen, sustain those who have a problem, but nothing more. Today I want to write with my heart in hand. If they take away our future, if politics becomes a shameful exhibition where the winner is the most telegenic, we will never get out of it. The strong powers are elsewhere, elections will only make changes in the facade.

This isn't complottism, it's the most normal thing in the world for those who have power to try to keep it. It's not normal that 10% of the population has the wealth of an entire country in their hands. Plutocracy isn't normal. It's not normal that authorities are chosen by dividing the roles, it isn't normal that crowd leaders copy the communication styles of those that years earlier have read the Psychology of Crowds.

On the division of powers of authorities I strongly suggest watching this episode of REPORT: "House and Senate elect the directors of Agcom and Privacy Authority. Two Authorities that should be above parts and a warranty to all citizens. Parties continue to follow the division logics".

As REPORT reminds us, let's take into account the most important of them: Consob, Antitrust, Privacy, Agcom, Isvap, Aeeg. They should be independent. The nomination criteria are different for each autorhity, but it's still the Parliament, the parties, the government, the presidents of House and Senate that decide. Cui prodest?

Gustav Le Bon (1841-1931), etnologist and psychologist (he was one of the founders of "Social Psychology") born in France in Nogent-Le Retrou, was to first psychologist to study scientifically the behavior of crowds, trying to identify its peculiar characters and proposing adequate techniques to guide and control them. This is the reason why his works were read and carefully studied by totalitarian dictators of the 20th century, who based their power on the capacity to control and manipulate masses.

Le Bon writes: "In order to understand the ideas, the beliefs that today seed in crowds, to blossom tomorrow, we must know how the terrain was prepared. The teachings given to the youth of a country allows to foresee a bit of the destiny of that country. The eduction of today's generation justifies the saddest previsions. The soul of crowds, in part, gets better or more alterated with instruction. Therefore it is necessary to show how it was forged."

A central topic of Le Bon is: "In the collective soul the intellectual attitutes of people, and consequently their individuality, is cancelled. The heterogeneous dissolves in the homogeneous and the inconscious characters prevail".

After Le Bon another propaganda guru was Bernays, Freud's nephew: initially Bernays studied Le Bon's work, "Psychology of Crowds", published in 1895. An important reference for many political men, it was carefully studied by Lenin, Stalin, Hitler and Mussolini. The latter commented: "I've read all of Le Bon's writings and I don't know how many times I've re-read his Psychology of Crowds. It's a capital work to which I often go back."

Edward, who is of Jewish origins, doesn't come from some poor shtetl of Poland or Ukraine, but from Vienna's middle class, where he is born in November 1891, and his family has close blodd links to Sigmund Freud: his father, Ely, is the brother-in-law of the famous analist, while his mother Anna, is the sister.

Bernays will use these links to promote his activities. Scott Cutlip, historian of PR, remembers that "when someone met him for the first time, it wasn't long before uncle Sigmund came into the conversation". The relationship with Freud was constantly at the center of his thoughts and his work as a consultant". In substance, his conviction was that a conscious and intelligent manipulation of opinion and habits of masses has an important role in the democratic society.

"Those who have this mechanism in hand constitute the true executive power of the country. We are dominated, our minds shaped, our taste formed, our ideas suggested, by people we never heard about. It's them who move the wires...".

From Bernays we learn that: "The conscious and intelligent manipulation of opinions and mass opinions has an important role in a democratic society, those who master this social device constitute an invisible power that truly leads the country."

In a review of "Propaganda" we read: "The most significant aspects of what today is called the society of communication and/or the society of shows had been found and analyzed by Bernays, well before Debord and the situationists. Unlike the latter, though, he didn't cultivate revolutionary utopias, he was perfectly integrated in the American economical and social system, and although he recognized its limitations, he truly appreciated the substantial avlidity consistent in the great social mobility, an aspect that had ensured its great success. Bernays' activities and works were well known even outside of the United States, for example in Germany. In 1933 Joseph Goebbels revealed to an American journalist that was interviewing him, how the book Crystallizing Public Opinion published by Bernays in 1923 had been used for the political campaigns of the Nazis. And so, for a peculiar paradox of history, a Jew has contributed to Hitler's ascent to power. An episode that reveals how the weapon of communication, in all its forms, is a difficult tool and dangerous to handle, and its relapses on public opinion, especially in times of crisis, not always respond to expectations."

Noam Chomsky has elaborated a list of the 10 manipulation strategies on mass media. Among these, the first one emerges: the strategy of distraction.

"The primordial element of social control is the strategy of distraction, which consists in diverting the attention of the audience from the important problems, and the changes decided by the political and economical élites, with the technique of flooding with continuous distractions and non significant information."

The strategy of distraction is also indispensable to prevent the public from getting interested in essential knowledge, in the areas of science, economy, psychology, neurobiology and cybernetics. Maintaining the Attention of audience diverted from true social problems, imprisoned in topics of no true importance.

Maintaining the audience busy, busy, busy, without time to think, returning to the factory as the other animals (quoted in the text "Silent weapons for quiet wars"). As we assist to the sad shows of politics let's ask ourselves who is in the strategic positions, who is behind the curtains, who has the true power. Otherwise voting is the same as falling in the deceit of distraction.

Barbara Collevecchio | @colvieux

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