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martedì 14 maggio 2013

Intervistato.com | Debora Serracchiani @serracchiani



Debora Serracchiani, deputata al Parlamento Europeo per il Partito Democratico, ha risposto alle nostre domande a proposito della situazione politica in Italia, le prospettive per i giovani, e soprattutto le idee e le proposte del PD per migliorare il quadro economico e sociale.


Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Debora Serracchiani, avvocatessa e politica italiana, deputata al Parlamento europeo per il Partito Democratico e membro del gruppo Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici al Parlamento europeo.

Abbiamo chiesto a Debora la sua opinione riguardo all'attuale situazione del Governo italiano. A suo avviso il declino del Presidente del Consiglio è evidente a tutti, e a causa della sua incapacità di
occuparsi delle sue questioni personali al posto di quelle del Paese, anche il Paese viene trascinato insieme a lui in questo declino.
C'è sicuramente bisogno di un cambiamento, di figure nuove, e la speranza è che ciò accada al più presto. [video]

Un'altra domanda che abbiamo fatto a Debora è stata riguardo alle sue proposte concrete per il futuro lavorativo dei giovani. 
Innanzitutto a suo avviso bisogna intervenire sulle modalità di entrata nel mondo del lavoro, non sulle modalità di uscita. In secondo luogo le tipologie contrattuali sono troppe e mal utilizzate, anche e soprattutto perché non sottoposte ad alcuna forma di controllo.
Le sue proposte dunque sarebbero: più controllo sulle tipologie contrattuali, stabilire un contratto iniziale a tempo indeterminato da far crescere in base all'anzianità e al contributo apportato all'azienda, pagare di più i precari rispetto agli ordinari, migliorare gli ammortizzatori sociali e incentivare le assunzioni dei giovani attraverso facilitazioni per quel che riguarda i contributi previdenziali. [video]

Abbiamo chiesto a Debora come sarebbe stata la sua manovra finanziaria: in primo luogo non avrebbe aspettato Novembre 2011 per far sapere al Paese che la situazione era tale da rendere necessari dei provvimenti impopolari.
I punti principali su cui sarebbe intervenuta sarebbero stati far contribuire di più i cittadini che possono permettersi di dare di più, fare delle operazioni molto intensive sull'evasione fiscale, trasferire le tasse sui patrimoni, riducendo quelle a chi lavora e chi produce, dare la possibilità alle piccole e piccolissime imprese di accedere al credito in forma agevolata, tagliare i costi della politica e infine provvedere a un taglio del cuneo fiscale. [video]

Debora ha anche espresso la sua opinione in merito all'utilizzo di strumenti social nella comunicazione politica: a suo avviso bisogna sicuramente investire nella rete, ma allo stesso tempo mantenere forte il contatto con le persone e con il territorio. [video]

Inoltre le abbiamo chiesto che cosa pensa dei movimenti "occupy" e della tendenza da parte dei cittadini di riappropriarsi della politica. A suo avviso si tratta di movimenti importanti, che trattano temi che riguardano non solo l'Europa, ma il mondo intero, come la finanza, le scelte politiche per la tutela delle banche e delle assicurazioni.
Debora ha tuttavia specificato di non condividere tutte le posizioni: per quel che riguarda ad esempio il debito, il senso di responsabilità e il desiderio di rendere migliore il paese la portano a cercare di occuparsi anche di un debito che ha solo ereditato e che non ha contribuito a creare. [video]

Per quanto riguarda Matteo Renzi, Debora pensa che si tratti di una risorsa per il PD, è un amministratore di una città importante che ha messo l'accento sul tema del rinnovamento della classe politica.
Ne condivide alcune idee e si confronta su altre, ma del resto è importante confrontarsi all'interno dello stesso partito appunto sulle idee e mai sui cognomi o sulle persone. [video]

Abbiamo chiesto a Debora cosa pensa di Beppe Grillo: sebbene non ne condivida alcune posizione più estreme, lei stessa ha sottolineato che Grillo si è occupato di molte questioni importanti, in primo luogo il cortocircuito tra società, banche e finanza.
Il PD dovrebbe imparare ad interloquire con l'elettorato di Grillo, anche perché ci sono molti punti sui quali i due movimenti concordano: non lo reputa quindi responsabile per le sconfitte del centro-sinistra, che dovrebbe invece interrogarsi sul perché non riesce a dialogare con gli elettori. [video]

Invito tutti dunque a visionare l'intervista integrale, molto più ricca di dettagli, riflessioni e informazioni rispetto a questa mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu


Intervistato.com | Debora Serracchiani

A few days ago we had the pleasure of interviewing Debora Serracchiani, Italian lawyer and politician, Member of the European Parliament on behalf of the Democratic Party and member of the group Progressive Alliance of Socialists and Democrats.

We asked Debora her opinion about the current situation of the Italian Government. She thinks that the Prime Minister's downhill trend is there for all to see, and because of his inability to take care of his personal matters instead of the country's problems, Italy as well is being dragged down with him.
There is certainly the need for change, the need for new figures, and hopefully change will happen as soon as possible. [video]

Another question we asked Debora was about her practical proposals for young people's occupational future.
First of all, in her opionion it is necessary to intervene on how people enter the world of work, not on how people exit it. Secondly the types of available contracts are way too many and misused, also and mostly because they aren't controlled in any way.
Her proposals would be: more control on the types of contracts, creating an initial permanent contract that can be modified based on length of service and the contribution to the company, paying  fixed term employees more than those with a permanent contract, making social safety nets better and stimulating companies into hiring young people by lowering the amount of social security contributions they have to pay. [video]

We asked Debora how her financial manneuver would have been: first of all, she wouldn't have waited November 2011 to let the country know that the situation was severe enough to make some unpopular decisions necessary.
The main points on which she would have intervened would have been making citizens that can afford paying more taxes actually contribute more, making some intensive operations on tax evasion, transfering taxes on assets and reducing those of who works and produces, giving the possibility to small and very small companies to access credit with facilitations, cutting off the costs of politics and finally reducing taxes. [video]

Debora has also expressed her opinion about the use of social tools in political communication: she thinks that it is necessary to invest in the web, but at the same time maintain a strong contact with people and territory. [video]

We have also asked what she thinks about the "occupy" movements and the tendency of citizens to get hold of politics again. In her opinion these are important movements, that treat topics that not only regard Europe, but the whole world, such as finance, political choices for the protection of banks and insurances.
Debora has also specified she doesn't agree with all positions: as for the debt issue, her sense of responsibility and the desire to make it a better country bring her to also take care of a debt that she has only inherited, and she hasn't contributed to create. [video]

As for Matteo Renzi, Debora thinks he is a resource for PD, he is the administrator of an important city who has pointed out the topic of the rechange of the political class.
She shares some of his ideas and discusses others, but in the end it is important to discuss inside the same party, and discuss ideas: not surnames or people. [video]

We asked Debora what her opinion about Beppe Grillo is: even though she doesn't share some extreme positions of his, she has stressed that Grillo has been dealing with many important matters, first of all the short circuit between society, banks and finance.
The Democratic Party should ask itself why it can't interact with those who vote Grillo, especially because there are many points on which the two movements agree: she doesn't hold him responsible for the defeats her party has suffered, she thinks the Democratic Party should start talking to those who vote him. [video]

I invite everyone to view the full interview, much richer in details, insights and information than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu

lunedì 13 maggio 2013

Intervistato.com | Giuseppe Civati @civati



Giuseppe Civati, politico e blogger italiano, ci ha illustrato le strategie e le idee per cominciare a sanare la situazione economica italiana, dal futuro lavorativo dei giovani alla crisi finanziaria.


Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Giuseppe Civati, politico e blogger italiano.

Innanzitutto Giuseppe ci ha raccontato quale è stato il percorso che lo ha portato ad occuparsi di politica: prima la scuola, poi i Giovani Progressisti, quindi i comitati per Prodi e la politica istituzionale, per diventare infine Consigliere Regionale della Regione Lombardia. [video]

Abbiamo chiesto come sarebbe stata la sua manovra finanziaria, se fosse stato al governo: Giuseppe sostiene che la scelta giusta sia di far pagare la crisi a chi se lo può permettere, non a chi è più in difficoltà.
Patrimoniale sì, dunque, soprattutto l'idea di passare da una tassazione pesante sul lavoro e sull'impresa a una tassazione più modesta, intervenendo invece su chi ha grandi disponibilità immobiliari che bloccano il paese, e che comunque sono la forma di investimento più remunerativa e meno tassata. [video]

Il berlusconismo, secondo Giuseppe, non inizia e non finisce con Berlusconi, anche se sta attraversando un periodo di grande crisi, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista morale.
La maggioranza parlamentare c'è, anche se il Parlamento è di fatto bloccato da meccanismi di ricatto molto volgari. [video]

Abbiamo chiesto a Giuseppe se a suo avviso il DDL Intercettazioni passerà: il progetto del Presidente del Consiglio, a quanto pare, è di chiudere tutti i boccaporti, evitare che ci sia un dibattito pubblico informato e limitare la possibilità di esprimere la critica sulla base di dati reali.
E' già stata messa una pesante ipoteca sul servizio pubblico televisivo, con l'esodo dei giornalisti scomodi dai canali di Rai e Mediaset. [video]

Per una politica che ormai ha perso di vista i suoi obiettivi, è necessario cercare dei nuovi interpreti, liberi e a "scadenza naturale", con un limite al numero di mandati per cui è possibile candidarsi.
Abbiamo parlato di un modello possibilmente migliore di legge elettorale, che Giuseppe ha individuato nel doppio turno "alla francese", come già avviene nell'elezione dei sindaci, un modello che potrebbe garantire una maggiore governabilità e una scelta informata e articolata.
Persino con la Legge Calderoli, il cosiddetto Porcellum, sarebbe possibile sanare la situazione: basterebbe semplicemente scegliere i parlamentari con le primarie, ma questa proposta non è mai stata attuata. [video]

Per concludere Giuseppe ha parlato dei punti della sua agenda digitale per l'Italia, della sua idea di Europa, delle pensioni e del precariato, esprimendo la sua opinione riguardo a quelli che potrebbero essere i provvedimenti adatti per risolvere i problemi relativi a questi aspetti.

Giuseppe ha naturalmente risposto alle vostre domande, quindi invito tutti a visionare l'intervista integrale, molto più ricca di informazioni e dettagli rispetto a questa mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu

Photo credit: Carlo Traina


Intervistato.com | Giuseppe Civati

A few days ago we had the pleasure of interviewing Giuseppe Civati, Italian politician and blogger.

First of all, Giuseppe told us about the path that brought him to deal with politics: school, then the Giovani Progressisti, then the committees for Prodi and the institutional politics, and finally the place as a regional counselor for Regione Lombardia. [video]

We asked what his financial manneuver would have been like, had he been in the government: Giuseppe says that the right thing to do would be make those who can afford it pay the crisis, not the ones that have the biggest financial difficulties.
Yes to the capital levy, especially to the idea of lowering the taxation of work and enterprises, and increasing the taxes for those who have great real estate properties that block the country, and that are the most profitable and less taxes form of investment. [video]

Berlusconism, in Giuseppe's opinion, doesn't start and doesn't finish with Berlusconi, even though it is now facing a period of great crisis, both from a political and a moral point of view.
The Parliament majority is there, even though the Parliament itself is blocked by very vulgar blackmail mechanisms. [video]

We asked Giuseppe if in his opinion the DDL Wiretappings will pass: the Prime Minister's project seems to be to close every hatchway, avoid an informed public debate and limit the possibility of expressing critics on the base of real data.
The public television service is already paying a great price, with the most troublesome journalists leaving Rai and Mediaset. [video]

For politics that has lost its goals, it is necessary to find new interpreters, free and with a functional deadline, for example a limit to the number of mandates they can candidate for.
We talked about a possibly better model of electoral law, that Giuseppe has identified in the "majority" system, as for mayor election, a model that might guarantee a better guvernability and a more informed and elaborated choice.
Even with the Calderoli Law, known as Porcellum, it would be possible to find a viable solution: it would only be necessary to choose members of Parliament with the primary elections, but this proposal has never been applied. [video]

In conclusion Giuseppe has talked about the points of his digital agenda for Italy, of his idea of Europe, of retirement pensions and temporary employment, expressing his opinion regarding the solutions that might solve the problems relative to these topics.

Giuseppe has obviously answered your questions, so I invite everyone to view the full interview, much richer in informations and details than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu

mercoledì 20 febbraio 2013

Intervistato.com | Cristiana Alicata @crialicata



Cristiana Alicata, membro del PD dalla sua fondazione, ingegnere per la FIAT e sostenitrice dei diritti della comunità LGBT, ci ha illustrato la sua analisi del quadro politico italiano alle soglie della caduta del governo Berlusconi.


Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Cristiana Alicata, ingegnere per la Fiat, membro del PD dalla sua fondazione e sostenitrice dei diritti della comunità LGBT.

Innanzitutto Cristiana ha espresso la sua opinione in merito all'utilizzo dei social network da parte dei politici. Lei stessa tiene un blog dal 2006 ed interagisce su Facebook da ormai due anni, motivo per cui è stata criticata dal suo partito come "picconatrice", fatto che dimostra l'incoerenza del partito stesso nei confronti di uno strumento che non viene considerato importante, ma poi quando i giornalisti ne trasformano i contenuti in comunicati stampa, diventa pericoloso. Legge e risponde a tutti commenti sul blog, a differenza di altri politici che lo usano solamente per scrivere i comunicati stampa e non per creare il dialogo con gli elettori. [video]

Abbiamo parlato dei giovani e del fatto che questi abbiano poco spazio per emergere in un contesto gerarchico come quello del partito: Cristiana è contraria all'idea di partito liquido di Veltroni, che a suo avviso non porta ad altro che al governo di un singolo, come è accaduto per il PDL.
La sua idea di partito è di un partito organizzato, che promuova la competenza e sia permeabile verso l'esterno, in modo da poter coinvolgere anche quelle persone che non sono necessariamente iscritte e militanti, ma che votano e partecipano alle manifestazioni: questo potrebbe essere un modo per far sì che i giovani partecipino e siano utili al partito. [video]

Il partito infatti dovrebbe essere fondato sul dissenso costruttivamente utilizzato, condizione che attualmente non si verifica. E' necessario però compiere questo passo perché il mondo non è più allineato, la realtà è liquida, in ognuno di noi convivono più aspetti e complessità che contribuiscono singolarmente a identificare l'individuo. Una realtà così liquida secondo Cristiana può essere interpretata solamente da un partito solido e ben organizzato. [video]

Abbiamo chiesto a Cristiana se i giovani torneranno a dire la propria, e secondo lei affinché questo accada è necessario che i giovani stessi abbandonino gli schemi, altra condizione non attuata. Quel che accade molto spesso è che si pensa sia più facile appoggiarsi a qualcuno in alto per riuscire, invece di pensare che ci sia qualcuno che appoggia e sostiene dal basso.
I giovani dunque si libereranno nel momento in cui cominceranno a interpretare il loro tempo, e questo significherà cominciare a dire dei no. [video]

Per quanto riguarda invece il PD, secondo Cristiana sarebbe molto importante che Bersani sfruttasse  quelle risorse interne che riescono a parlare con una parte di elettorato con cui lui e l'apparato non riescono a parlare.

C'è bisogno di una nuova classe politica diffusa e preparata, a partire dal piccolo comune montano del nord fino al piccolo comune marino della Sicilia. Forse con questa generazione si potrà arrivare a un livello europeo nell'amministrazione delle città: a suo avviso amministrare non significa solo prendere decisioni, ma trascinare la città verso il cambiamento. Spingere i cittadini a riciclare porterebbe a una diminuzione di tonnellate/giorno delle dimensioni delle discariche e farebbe sì che negli inceneritori vengano bruciati solo rifiuti che non producono emissioni dannose per la salute umana. Eliminare le barriere architettoniche e costruire più piste ciclabili consentirebbe di decongestionare il traffico e far sì che anche i disabili in carrozzina possano vivere la propria città. [video]

In chiusura abbiamo chiesto a Cristiana quale sarebbe la sua idea di come dovrebbe essere la regolamentazione delle unioni civili, e il suo pacchetto è costituito da matrimonio, adozioni, riconoscimento delle famiglie arcobaleno e leggi dignitose che rendano agibile il mondo del lavoro per i transessuali.
Più volte esponenti della Chiesa Cattolica si sono espressi in maniera sfavorevole in confronti di questo genere di provvedimenti, ma secondo Cristiana la Chiesa ha il diritto di dire ciò che vuole: è lo Stato laico che dovrebbe attenersi ai principi della Costituzione, della Carta dei Diritti Umani e a quello che viene fatto in ogni paese civile del mondo nelle prese di decisione. [video]

Abbiamo parlato anche di famiglie omogenitoriali, di edilizia invisibile, della distribuzione delle risorse e di giovani in politica.

Invito dunque alla visione dell'intervista integrale, sicuramente più ricca di riflessioni rispetto a questa mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu


Intervistato.com | Cristiana Alicata

A few weeks ago we had the pleasure of interviewing Cristiana Alicata, Fiat engineer and member of the Democratic Party since its foundation, and supporter of the LGBT community. 

First of all Cristiana has expressed her opinion about the use of social networks by politicians. She has been keeping a blog since 2006 and has been present on Facebook for 2 years, which is the reason why she has been accused by her party. This proves that the party is incoherent when dealing with social tool, which aren't considered important: when journalists transform their content into press releases, however, they start to be considered dangerous. She reads and answers all comments on the blog, unlike other politicians that only use the blog to publish press releases, not to create dialogue with the voters. [video]

We talked about young people and the fact that they have little space to emerge in a context structured in such a hierarchical manner as the party is: Cristiana is against Veltroni's idea of a liquid party, which in her opinion only brings to the leadership of a single person, exactly like it happened for PDL.
Her idea is of an organized party, that will enhance competence and that is permeable towards the outside, so that they can engage those people who aren't inside the party, but still vote and participate to manifestations: this might be a way to make young people participate and be useful to the party. [video]

The party should be founded on the constructively used dissent, a condition that is currently not present. It is necessary to take this step because the world isn't alligned anymore, reality is liquid and in every one of us there are several complex aspects that coexist and contribute to identify the individual. Such a liquid reality, in Cristiana's opinion, can only be interpreted by a solid and very well organized party. [video]

We asked Cristiana whether young people will be able to express their own opinion, and she thinks that in order to reach this goal they will have to abandon schemes, another condition that isn't present. What often happens is that they think that it is easier to get support from above, rather than thinking that there might be someone supporting from below. Young people will be free when they will start to interpret their time, and this will mean that they'll have to start saying no's. [video]

As for the Democratic Party, Cristiana thinks that it would be very important for Bersani to use the internal resources that actually can talk with a part of the voters with which he and the apparatus cannot communicate.

A new political class, prepared and diffused, is necessary: starting from the small mountain town in the North to the small seaside town in Sicily. Maybe with this generation it will be possible to reach an European level in city administration: in her opinion to administrate doesn't only mean to take decisions, but pushing the cities towards change. Determining citizens to recycle would bring to a decrease of tons per day of the size of landfills and would allow incinerators only to burn trash that won't produce dangerous fumes. Eliminating architectonical barriers and building more bicycle paths would allow to decongest traffic and allowing disabled people in wheelchairs to live their city. [video]

In the end we asked Cristiana which is her idea about what should be the law regarding civil unions, and her package is constituted by marriage, adoptions, recognition of rainbow families and decent laws to make entering the work market for transsexuals easier.
Several times the Catholic Church has expressed negative opinions towards these kinds of measures, but in Cristiana's opinion the Church has the right to say whatever it wants: it's the secular State that should decide based on the Constitution, the Universal Declaration of Human Rights and what is done in every civilized country in the world. [video]

We also talked about same sex parents families, invisible building, the distribution of resources, young people and politics.

I invite everyone to view the full interview, surely richer in insight than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu

domenica 6 gennaio 2013

Intervistato.com | Antonio Pavolini @antoniocontent



Durante la nostra intervista con Antonio Pavolini abbiamo parlato di social TV e connected TV, ma soprattutto della convergenza tra TV tradizionale e nuovi media, approfondendo infine il ruolo dei social media nell'evoluzione della fruizione dei contenuti online.

Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Antonio Pavolini, attualmente Senior Analyst nella divisione Media Industry - Innovation & Industry Relations di Telecom Italia.

Per quello che riguarda l'utilizzo di social media nelle aziende, al momento la situazione è distorta dal fatto che è molto facile vendere servizi relativi all'uso dei social media perfettamente inutili, con modalità che portano a equivoci drammatici a causa della scarsa conoscenza del mezzo e dei problemi della comunicazione aziendale. [video]

Se invece si parla della transizione dei mezzi di comunicazione di massa verso i social media, si possono distinguere due dinamiche divergenti: persone che strenuamente difendono il vecchio modo di comunicare per un interesse prettamente economico e persone che sperimentano e provano i nuovi mezzi.

Tecnicamente una convergenza tra televisione tradizionale e contenuti disponibili su Internet sarebbe già possibile, anche senza comprare un qualsiasi set-top box, ma semplicemente collegando un computer alla porta HDMI del televisore. Coloro che hanno le conoscenze tecniche necessarie per farlo rappresentano però una fetta di mercato che non influisce in alcun modo su quello che è l'attuale ecosistema dei media, che rimarrà immutato fino a quando le connected TV, il digitale terrestre e le console dei giochi non saranno veramente concorrenziali e intuitive nella facilità di accesso rispetto alla televisione tradizionale. [video]

La neutralità dei contenuti è un altro tema controverso perché i produttori di connected TV stipulano accordi commerciali con editori e major, limitando quindi l'accesso alla straordinaria ricchezza e diversità di contenuti disponibili liberamente su Internet.
Finché non verrà superata la fase di transizione in cui tutti cercano di monetizzare senza avere un vero modello di business, che nasce solo dallo stravolgimento dell'ecosistema, ancora non ci sarà nel mondo dell'industria la motivazione necessaria per portare avanti questo cambiamento. [video]

Antonio ha anche espresso la sua opinione sulla possibilità di arrivare a un concetto di StumbleUpon per la TV, la creazione di un palinsesto non-palinsesto personalizzato stupefacente, che l'utente è felice di subire, e che però non può prescindere da una conoscenza estremamente approfondita dell'utente, dei suoi gusti e dei suoi interessi.

E' quindi una questione di sensibilità umanistica, di ricerca di socialità, affinità e complicità, che sono veramente quelle cose inafferrabili che i social media ci stanno regalando e che la televisione, aggregando le persone educatamente davanti a un teleschermo, per anni ha negato[video]

Abbiamo parlato di palinsesti, di 140NewsNetwork, di libertà di informazione e di possibili scenari futuri per quel che riguarda i nuovi strumenti.

Naturalmente Antonio ha risposto esaustivamente alle vostre domande, quindi invito tutti a guardare l'intervista integrale, molto più ricca di informazioni rispetto alla mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu

Photo credit: Matteo Stagi


Intervistato.com | Antonio Pavolini

A few days ago we had the pleasure of interviewing Antonio Pavolini, currently Senior Analyst in the Media Industry - Innovation & Industry Relations division in Telecom Italia.

As for the use of social media inside companies, at the moment the situation is distorted by the fact that it is really easy to sell services relative to the use of social media that are perfectly useless, with modalities that bring to misunderstandings because of the scarce knowledge of the tool and of company communication. [video]

When we talk about the transition of mass communication media towards social media, it is possible to distinguish two different dynamics: on the one side, people who defend the old way of communicating because they have economic interests in it, and on the other side, people who experiment and try out new tools.

Tecnologically a convergence of traditional tv and content available on the Internet is already possible, even without buying a set-top box, but simply connecting a computer to the HDMI port of the television. But those who have the technical knowledge necessary to do this represent a very small part of the market that doesn't influence in any way what is the current media ecosystem, which will remain unchanged until connected TVs, digital terrestrial TV and game consoles won't really be intuitive and competitive in the granting easy access compared to traditional TV. [video]

Content neutrality is another controversial theme because connected TV producers make contracts with editors and majors, limiting the acess to the extraordinary richness and diversity of content that is freely available on the Internet.
Until this transition phase, during which everybody wants to make some money without having a true business model in their mind - which only results from a radical change in the ecosystem- won't be over, the industry world won't have the necessary motivation to bring forward this change. [video]

Antonio has also expressed his opinion about the chance of having a StumbleUpon for TV in the future, the creation of an amazing personalized scheduled program that users are happy to undergo, that is tied to an extremely deep knowledge of the user, his tastes and interests.

It's a matter of humanistic sensitivity, the research of sociability, affinity and complicity that are truly those elusive things that social media are giving us and that the television, by educately aggregatin people in front of a television set, for years has denied us. [video]

We also talked about broadcasting programming, 140NewsNetwork, freedom of information and possible future scenarios regarding the new tools.

Of course Antonio has answered your questions, so I invite everyone to watch the full interview, surely richer in information than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu

giovedì 22 dicembre 2011

StartupID | Johnnie Maneiro di Clapps.me @johnniemaneiro



Johnnie Maneiro ci ha descritto in dettaglio le origini e il funzionamento della sua startup, Clapps.me, una web app che permette a chiunque di creare la propria pagina web o un minisito personalizzabile.



StartupID è la rubrica realizzata in collaborazione con Indigeni Digitali e dedicata al mondo delle startup.


Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Johnnie Maneiro, fondatore di Clapps.me.

Clapps.me è una web app che serve per creare siti internet, sia pagine singole che mini siti personali, utilizzati per scopi personali, aziendali oppure in occasione di eventi particolari.
L'utilizzo è molto semplice: basta inserire una email e un nome utente e l'account è subito disponibile. E' possibile modificare la pagina usando le app all'interno di Clapps, cambiare i font, l'impaginazione, i colori, l'immagine di background, giusto per fare qualche esempio. [video]

Johnnie ha spiegato che si tratta di un progetto nato a Madrid in seguito a un incontro con dei venture capitalists per un altro progetto, in seguito bocciato. Le discussioni portate avanti quel giorno, tuttavia, lo hanno spinto a cominciare subito a lavorare a quello che sarebbe diventato Clapps, mettendo insieme tutte le parole chiave e le problematiche emerse durante quell'incontro.
Il nome stesso del servizio deriva dalla fusione delle parole "cloud" e "apps". [video]

Qualche giorno fa un ragazzo giapponese ha creato la propria pagina con Clapps e poi pubblicato sul suo blog un post in cui spiegava ogni passaggio, portando moltissimi utenti giapponesi a utilizzare il servizio. In occasione di questo evento è uscita la release "Tokyo", ovvero l'app del nuovo Twitter, che è possibile integrare nella grafica della pagina stessa.

Prossimamente verranno prodotte anche le app per mobile e tablet, alle quali già si sta lavorando, e questi giorni è uscita la release dell'integrazione con Instagram, che permette di avere come sfondo sulla propria pagina l'ultima foto caricata appunto su Instagram.
In futuro potrebbe essere prevista anche l'integrazione con Facebook, ma Johnnie vuole evitare il più possibile che Clapps diventi un social network, in quanto questo significherebbe un appiattimento dal punto di vista della grafica e del template. Le pagine non devono apparire come dei profili dal layout uniforme nello stile di Facebook, ma nemmeno come le pagine di Myspace[video]

Clapps non diventerà mai a pagamento in quanto tutte le funzionalità di base rimarranno gratuite. Il modello di business prevede però l'esistenza di app a pagamento, che l'utente potrà scegliere di acquistare e integrare nella pagina oppure no.
Per quanto riguarda invece le aziende, queste potranno offrire ai propri utenti la possibilità di avere una pagina personalizzata con il logo dell'azienda, e questo servizio sarà a pagamento. [video]

I numeri di Clapps sono promettenti: 50-60 nuove pagine al giorno, 500 clappers iscritti e 1000 visualizzazioni al giorno. Si tratta dunque di uno strumento per il personal branding e per la comunicazione delle piccole aziende, che stanno già cominciando a creare il proprio minisito usando la funzione +5. [video]

Invito dunque alla visione dell'intervista, molto più ricca di dettagli rispetto a questa mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu




StartupID | Johnnie Maneiro of Clapps.me

A few days ago we had the pleasure of interviewing Johnnie Maneiro, founder of Clapps.me.

Clapps.me is a web app for the creation of internet pages or minisites that can be used for personal and professional goals or in case of particular events. Using Clapps is very simple: the user just has to insert an username and an email and the account is available straight away. It's possible to modify the page using the apps inside Clapps, such as changing fonts, colors, the background image or the position of the elements of the page, just to name a few. [video]

Johnnie explained that the project was born in Madrid after a meeting with some venture capitalists for another project, which was eventually rejected. The conversations carried on during that day, however, have motivated him to start working right away on what would eventually become Clapps, putting together all the keywords and the problems that were noted during the meeting.
The name of the service is a fusion of the words "cloud" and "apps". [video]

A few days a Japanese man created his page with Clapps and then published on the blog a walkthrough with every step, documented by screenshots, which brought a lot of Japanese users into  the service. To celebrate this event, the release "Tokyo" was issued, which is the Twitter app that now can be integrated in the graphic of the page.

Soon the mobile and tablet apps will be available, since programmers are already working on them, and these last few days the integration with Instagram was issued: it allows users to have as a background the last picture taken with Instagram.
In the future there might also be an integration with Facebook, but Johnnie wants to prevent Clapps from becoming a social network, since this would mean that the profiles will be uniformed. The pages are intended to be different from both Facebook (uniformed template) and MySpace (extreme customization). [video]

Clapps will never become a paid service, since all the basic functions will remain free. The business model actually includes paid apps, so the user will be able to choose whether to buy and integrate those apps in his page or not.
As for companies, they will be able to offer their clients the chance of having a personalized page with the company logo, and this service will be paid. [video]

Clapps' numbers are promising: 50-60 new pages a day, 500 subscribers and 1000 views a day. It's a personal branding and small companies communication tool, and many are already starting to create minisites using the +5 app. [video]

I invite everyone to view the full interview, much richer in details than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu

sabato 17 dicembre 2011

10minuticon Stefano Mizzella @stefanomizzella



Stefano Mizzella, social media strategist in Open Knowledge, ha spiegato che cos'è la gamification e in quali modi questa può essere impiegata nel marketing, per coinvolgere i clienti, gli utenti, ma anche e soprattutto i dipendenti delle aziende per rendere più produttive le attività di business.


Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Stefano Mizzella, social media strategist in Open Knowledge.

Innanzitutto abbiamo chiesto a Stefano quale sia la sua definizione di gamification: in sostanza si tratta dell'utilizzo del gioco in ambiti che non sono ludici, e che possono spaziare dal marketing alla comunicazione, all'innovazione, collaborazione e business.

Attualmente la gamification sta attraversando una fase di hype, tutti ne parlano ed è diventato un fenomeno alla moda, portando alla creazione di definizione più ortodosse e altre più ibride, ma ad ogni modo è qualche cosa che appassiona. Stefano, pur non essendo un game designer o un esperto di giochi, ne sta seguendo le evoluzioni con attenzione e senso critico.
Il suo maggiore interesse è nel capire in che modo le meccaniche, le dinamiche del gioco possano avere risultati all'interno dell'attività professionale, per coinvolgere meglio sia clienti che dipendenti. [video]

Abbiamo parlato quindi di alcuni esempi di utilizzo delle dinamiche del gioco da parte delle aziende con i propri clienti,  primo fra tutti il caso Starbucks in associazione con Foursquare, ma la vera difficoltà è portare il gioco dentro l'azienda, dove ci si scontra con ostacoli molto più grandi. Tutto ciò che è legato all'ambito ludico è visto come una minaccia per l'attività lavorativa, ma in realtà molte delle strategie utilizzate verso l'esterno possono essere portate all'interno per migliorare la produttività. [video]

Alcuni parallelismi sono già evidenti, come la corrispondenza tra la intranet aziendale e Facebook, piuttosto che quella tra il check-in su Foursquare e il timbrare il cartellino: le modalità del gioco possono cambiare in meglio il comportamento. Si tratta quindi di un'applicazione delle dinamiche del gioco non fine a se stessa, ma intesa come vettore di cambiamento su diversi livelli, ovvero collaborazione, innovazione e leadership. [video]

Per quanto riguarda il lato collaborazione, una prima applicazione sarebbe possibile a livello di intranet. Molte aziende pensano che basti avviare l'intranet e tutti gli utenti smetteranno di usare le email e cominceranno ad aggiornare status e a condividere elementi professionali, ma questo non accade quasi mai proprio perché manca il coinvolgimento. Applicare dinamiche del gioco a un contesto di collaborazione interna come la intranet può avere risultati positivi, soprattutto se l'azienda incentiva le dinamiche di competizione e sfida veicolate dal gioco. [video]

L'innovazione può diventare partecipativa, collaborativa: anche i dipendenti di livello medio/basso hanno una voce e possono esprimere la propria idea e la propria opinione. Nascono così le piattaforme di idea management, su cui però a sfidarsi ed entrare in competizione sono le idee, generando competizione anche tra chi quelle idee le ha proposte, magari attraverso un sistema di punti. [video]

Naturalmente non tutto è "gamificabile", le dinamiche del gioco non posso essere applicate, come alcuni dicono, a qualsiasi tipo di prodotto e a qualsiasi tipo di business. I game designer, in particolare, considerano il gioco qualcosa di più importante, che ti deve immergere in un'esperienza ben più significativa di una semplice raccolta di punti. Bisogna quindi capire le reali motivazioni e i reali bisogni dei dipendenti che si vogliono sollecitare attraverso il gioco.

E' difficile infatti coinvolgere i dipendenti in un'ottica comportamentistica, promettendo gadget di valore più o meno alto in cambio della partecipazione alle discussioni. Si deve invece capire come la partecipazione e l'attitudine alla competizione migliora il modo in cui si lavora, portando vantaggi sia per il singolo che per l'azienda. [video]

Abbiamo parlato anche di modelli freemium, dell'evoluzione della gamification in ambito aziendale e le tattiche e le strategie che sarà necessario implementare affinché le applicazioni non rimangano sterili, ma portino ad effettivi benefici.

Invito tutti alla visione dell'intervista, molto più dettagliata e ricca di informazioni rispetto a questa mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu


10 minutes with Stefano Mizzella

A few weeks ago we had the pleasure of interviewing Stefano Mizzella, social media strategist in Open Knowledge.

First of all we asked Stefano what his definition of gamification is: basically it's the use of game dynamics in context that aren't linked to games, and that can rage from marketing to communication, to innovation, collaboration and business.

At the moment gamification is in a period of hype, everybody's talking about it and it has become an up-to-date feature which leads to the production of several definitions, both orthodox and hybrid, but by any means it's a topic people are very passionate about. Stefano, even though he's not a game designer or a game expert, is following the evolution with great attention.
His main interest is understanding in what ways game mechanics can bring results inside the professional activity, with the goal of engaging both clients and employees. [video]

We talked about some examples of use of game dynamics in businesses, first of all the Starbucks case in association with Foursquare, but the real trick is bringing games inside the company, where you find much greater resistance. Everything that has to do with games is seen as a threat for the working activity, but in reality many of the strategies used towards clients can be brought inside to increase productivity[video]

Some parallels are already self-explanatory, such as the intranet - Facebook parallel, or the Foursquare check-in - clocking parallel: game dynamics can change behavior and make it better. We're talking about an application of game mechanics that is seen as a vector of change on different levels, collaboration, innovation and leadership. [video]

As for the collaboration aspect, a first possible application would be possible at an Intranet level. Many companies think they will just have to start the intranet and all users will stop using emails and start updating their status and sharing professional content, but this hardly ever happens because there is a severe lack of engagement. Applying game dynamics to an internal collaboration context such as the intranet can bring to positive results, especially if the company incentivates competition dynamics through games[video]

Innovation can become collaborative: even medium/low level employees have a voice and can express their ideas and opinions. This is how idea management platforms are born, on which ideas compete and generate competition among those who have proposed them through a system of points of badges. [video]

Of course not everything can be "gamified", game dynamics cannot be applied, as some say, to any kind of product or any kind of business. Game designers, in particular, consider games as something more important, that must bring you an experience that goes further than just getting points. Companies must understand the true motivations and real needs of the employees they want to engage through games.

It is very difficult to engage employees in a behavioral optic, by promising gadgets in exchange for participation. They must understand how participating and competition make work better and bring benefits both for the employee and the company. [video]

We also talked about freemium models, the evolution of gamification in companies and the tactics and strategies they will have to implement in order to actually bring benefits to the company.

I invite everyone to view the full interview, much more detailed and rich in information than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu

martedì 13 dicembre 2011

Prossimamente: Alberto Cottica @alberto_cottica



La nostra prossima intervista sarà con Alberto Cottica, autore di Wikicrazia ed economista esperto di politiche collaborative e online presso il Consiglio d'Europa. 

Domani avremo il piacere di intervistare Alberto Cottica, economista esperto di politiche pubbliche collaborative e online, nonché autore di Wikicrazia.

La musica e le scienze sociali sono sempre stati i suoi interessi principali. Non riuscendo a decidersi tra i due, ha deciso di perseguirli entrambi e ha finito per diventare uno strano mix di musicista folk-world e di economista che si interessa della creatività umana come motore di sviluppo.

Come economista, dunque, è un esperto di politiche pubbliche collaborative e online. La pervasività di Internet, insieme ai cambiamenti sociali a cui si associa, apre la strada alla produzione delle politiche pubbliche e perfino di certi servizi pubblici in modalità wiki, collaborativa.
Ha maturato un’esperienza diretta nel lancio, mantenimento e cura di comunità di cittadini che lavorano insieme alle autorità di governo verso obiettivi di natura pubblica. Ha lavorato principalmente per il Ministero dello Sviluppo Economico e il Consiglio d’Europa, ma ha anche esperienze al livello regionale e locale.

Si interessa di economia della complessità, che vede come un modo fecondo di pensare a questi argomenti; per rendere la sua analisi più rigorosa fa ricerca in questo campo come studente di Ph.D. all’Università di Alicante. Ha pubblicato un libro sulle politiche pubbliche al tempo della rete, dal titolo Wikicrazia, diversi saggi e il suo blog; quando scrive o parla in pubblico fa del suo meglio per essere chiaro senza banalizzare gli argomenti che tratta.

Come musicista è interessato alle radici della sua nativa Emilia Romagna, che gli piace raccontare attraverso la musica in tutto il mondo. Il suo progetto principale è il gruppo di folk digitale Fiamma Fumana, molto attivo soprattutto in nord America e nord Europa. Collabora anche con il suo vecchio amico Cisco e, occasionalmente, con alcuni artisti stranieri di world music come i britannici Transglobal Underground e la danese Gudrun Holck. E' anche nel gruppo fondatore dei Modena City Ramblers, in cui ha militato per anni.

Avremo modo di parlare di Wikicrazia, di come è cambiata la politica in questi ultimi anni grazie alle nuove tecnologie e soprattutto quali sono le prospettive per il futuro.

Naturalmente se volete proporre una domanda, compilate semplicemente il form qui sotto!

Maria Petrescu





Coming up soon: Alberto Cottica

Tomorrow we'll have have the pleasure of interviewing Alberto Cottica, economist, expert of public collaborative online politics and author of Wikicracy.

Music and social sciences have always been his main interests. Not being able to decide between the two, he decided to pursue both and he ended up turning into a strange mix of a folk-world musician on the one side and an economist interested in human creativity as a development engine on the other.

As an economist, he is an expert of public collaborative online politics. The pervasivity of the Internet, together with the social changes it associates with, opens the door to the production of public politics and even some public services in a wiki, collaborative mode.
He has matured a direct experience in the launch, maintenance and curation of citizen communities that work together with government authorities towards public goals. He has worked mainly for the Ministry of Economic Development and the Council of Europe, but he also has experiences at a regional and local level.

He is interested in complexity economics, and he believes this to be a fruitful way to think about these topics; to make his analysis even more precise he does research in this field as a PhD student at the University of Alicante. He has published a book on public politics in the web's time, called Wikicracy, several papers and his blog; when he writes or speaks in public he does his best to be clear without making the topics he's treating trivial.

As a musician he is interested in the roots of his native Emilia Romagna, which he loves to tell through music around the world. His main project is the digital folk group Fiamma Fumana, very active especially in North America and North Europe. He also collaborates with his old friend Cisco and occasionally, with some foreign world music artists such as the British Transglobal Underground and the Danish Gudrun Holck. He is also in the founding group of the Modena City Ramblers, in which he has participated for years.

We'll have the chance to talk about Wikicracy, how politics changed during these last few years thanks to the new technologies and especially the future perspectives in this field.

Of course, if you want to propose a question, simply fill in the form above!

Maria Petrescu

lunedì 12 dicembre 2011

StartupID | Enrico Scognamillo di Meemi.com @capobecchino



Enrico Scognamillo, fondatore di Meemi.com, ha raccontato come è nato e come funziona il social network completamente italiano che offre alle aziende di creare il proprio social.



StartupID è la rubrica realizzata in collaborazione con Indigeni Digitali e dedicata al mondo delle startup.


Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Enrico Scognamillo, fondatore di Meemi.com.

Meemi.com è nato per riportare sul web la conversazione e tutto ciò che la può generare: testi, immagini, citazioni o video, nello stile di Twitter e Tumblr. [video]

Il nome del servizio deriva del termine "meme", che piaceva molto ai fondatori in termini di significato, ma dato che non era possibile registrare un dominio con questo nome, hanno optato per la traduzione in finlandese, appunto "meemi". [video]

Le nuove funzionalità di cui abbiamo parlato con Enrico sono l'introduzione della chat per parlare con gli amici, nuovi filtri di ricerca e soprattutto l'introduzione di gruppi, simili alle "cerchie" di Google+.
Sono stati elencati gli elementi presi a prestito da social network che esistevano già: innanzitutto la socialità di Twitter, che permette di seguire un utente senza dover essere ricambiato, e in secondo luogo lo stream di micropost rapidi di Tumblr. [video]

Si è voluta mantenere la stessa facilità di utilizzo sia su web che su mobile: le app iOS ed Android esistono già, anche se in fase embrionale, ma la prospettiva è di aprirsi alle aziende e offrire la possibilità di avere l'app personalizzata per il proprio social network.

Così come Facebook mette a disposizione la pagina fan, così Meemi offrirà il social network brandizzato, e per creare l'apposita app saranno necessari solamente 3 minuti.
Il servizio per l'utente non sarà mai a pagamento, mentre le aziende dovranno acquistare il proprio social, che in seguito troveranno il modo di monetizzare.
Le opzioni saranno due: con login direttamente su Meemi.com, oppure con login privato, in modo tale che tutti gli utenti appartengano a quel social. [video]

Le aziende quindi pagheranno un affitto per il servizio, con grande flessibilità riguardo alle tempistiche. Sarà possibile infatti beneficiare del proprio social network anche solo per la durata di un evento, evitando quindi i costi di un affitto annuale. In più tutte le metriche, le analisi, e tutti i contenuti generati saranno di proprietà dell'azienda.
Attualmente lo strumento usato è Google Analytics, ma si sta già lavorando allo sviluppo di tool proprietari. [video]

Un possibile esempio di utilizzo sarebbe la Lega di Serie A, che può creare tanti social quante sono le squadre della serie A. Gli utenti potranno condividere video sul social dedicato alla propria squadra del cuore, inviare feedback, acquistare biglietti e gadget, mentre la piattaforma potrà gestire direttamente la pubblicità e offrire video in streaming. [video]

I numeri di Meemi sono piuttosto interessanti: 30.000 utenti iscritti, 300.000 pagine viste al mese e 10.000 memi condivisi ogni giorno.

Invito tutti a visionare l'intervista integrale, ricca in ulteriori dettagli riguardo all'integrazione di Meemi con altri social e le tempistiche per l'uscita di queste nuove funzioni.

Buona visione!

Maria Petrescu




StartupID | Enrico Scognamillo of Meemi.com

A few weeks ago we had the pleasure of interviewing Enrico Scognamillo, founder of Meemi.com.

Meemi.com was born to bring on the web the conversation and everything that can generate it: text, images, quotes or video, in the style of Twitter and Tumblr[video]

The name of the service comes from the term "meme", that the founders liked very much in terms of meaning, but since registering a domain with this name wasn't possible, they chose the Finnish translataion of the word, which is "meemi". [video]

The new functions we talked about with Enrico are the introduction of chat to talk with friends, new research filters and most of all the introduction of groups, which are similar to Google+ circles. The elements borrowed from other social networks have been listed: first of all the social aspect of Twitter, which allows a user to follow another one without being followed back, and secondly the fast stream of Tumblr microposts. [video]

They wanted to keep the same easiness of use both on the web and mobile version: the iOS and Android apps already exist, even if in an initial stage, but the perspective is to open up to companies and offer the possibility of having a personalized app for your own social network.

Just as Facebook offers fanpages, Meemi will offer brand social networks, and creating its app will only take 3 minutes. The service will always be free for regular users, while companies will have to buy their own social, which they'll find a way to monetize.
The options will be 2: with login directly on Meemi.com, or with private login, so that all users belong to that social. [video]

Companies will pay a rent for the service, with great flexibility regarding timing: it will be possible to have your own social network even only for the duration of an event, avoiding the costs of yearly hosting. Moreover, all the metrics, analyses, and the generated content will belong to the company.
The tool which is currently used is Google Analytics, but they're already working on the development of their own tools. [video]

A possible example of usage could be the A Series League, which can create as many social networks as the number of teams in the A series. Users will be able to share videos on their favorite team's social, send feedback, buy tickets or gadgets, while the platform will be able to manage directly the advertising and offer video streaming. [video]

Meemi's numbers are quite interesting: 30.000 registered users, 300.000 pageview/month and 10.000 shared memes a day.

I invite everyone to view the full interview, rich in further detail regarding the integration of Meemi with other social networks and when these new functions will be available.

Enjoy!

Maria Petrescu

sabato 10 dicembre 2011

Intervistato.com | Stefano Epifani @stefanoepifani



Con Stefano Epifani, titolare della cattedra di Tecnologia applicate alla Comunicazione nella Laurea Specialistica in Comunicazione d'Impresa alla Sapienza, abbiamo approfondita il tema della PA digitale, open data, open government e i vantaggi dell'uso delle nuove tecnologie per l'amministrazione.


Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Stefano Epifani, attualmente titolare della cattedra di Tecnologie applicate alla Comunicazione nella Laurea Specialistica in Comunicazione d’Impresa della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma La Sapienza.

Prima di tutto Stefano ci ha spiegato la differenza tra l'approccio ai social media delle aziende private e della PA. Sicuramente si tratta di un quadro a marce diverse, ma bisogna far notare che nelle aziende private spesso la velocità non è come si vorrebbe pensare: spesso fanno fatica a capire la portata della rivoluzione che la società sta vivendo e che solo di riflesso investe le aziende, generalmente abituate a dettare il cambiamento ed ora costrette a subirlo. [video]

La Pubblica Amministrazione vive questo problema all'ennesima potenza, perché se le aziende devono solo adeguarsi al cambiamento, con tutte le difficoltà che questo comporta, quando si parla di PA bisogna fare i conti con uno scenario normativo complesso, con problemi riguardanti le competenze internet e con un contesto culturale complessivo davvero complicato da eradicare e cambiare. Il crollo del sito ISTAT per il censimento è la metafora dell'inadeguatezza a rendersi conto del cambiamento che sta avvenendo nella società. [video]

Un altro argomento che abbiamo affrontato insieme è stato quello dell'utilizzo di social media da parte dei politici. Da diversi anni Stefano sta analizzando, insieme a un gruppo di ricerca, le attività dei politici in rete, e le dinamiche relazionali sono drammaticamente cambiate negli ultimi 4 anni. Se l'eccezione, solo qualche anno fa, era che un parlamentare fosse presente online, ora la vera eccezione è il politico che non è in assoluto online. Il vero problema è che, pur essendo presenti sui social media, riportano su uno strumento nuovo, con regole nuove e soprattutto che si riferisce a un contesto completamente nuovo, le regole e le  modalità di comportamento tipiche della gestione che fanno e hanno fatto in passato con gli strumenti mainstream. [video]

Si spiegano dunque anche i frequenti attacchi alla libertà della rete, che in alcuni casi sono costruiti, ma in altri non sono frutto di una volontà di danneggiare la rete, bensì della semplice ignoranza riguardo al funzionamento di questi mezzi. Ne sono talmente lontani che non hanno nemmeno la percezione del fatto che il mondo è cambiato, rendendo quindi difficile identificare degli elementi normativi adeguati. [video]

Stefano ci ha spiegato anche in cosa consiste l'attività dell'Associazione Italiana per l'Open Government, che ha il compito di incidere sull'amministrazione in modo tale da far comprendere che il mondo è cambiato. Non solo, sono cambiati anche i rapporti, le relazioni tra amministrazione e cittadino, che non è più suddito e usufruttuario di un sistema di servizi, bensì un interattore: la PA deve quindi mettere a disposizione gli strumenti che gli permettano di interagire, e si tratta innanzitutto di strumenti conoscitivi. [video]

Il primo fra questi è la disponibilità dei dati, ovvero open data, che permettono di conoscere la realtà dei fatti in base alle informazioni detenute dall'amministrazione. La PA detiene moltissimi dati non sfruttati, che però sono stati pagati con le tasse dei cittadini e che ai cittadini appartengono. Quando si parla di open data ci si avvale sempre di un equivoco legato alla privacy: non si tratta infatti di dati personali, ma per esempio i dati della rilevazione dell'inquinamento delle città, i costi delle ASL, i livelli di performance negli istituti di formazione superiore, i costi del Comune, giusto per citarne alcuni. [video]

Tutti questi dati dovrebbero essere messi a disposizione di tutti non solo nel formato non elaborabile in cui sono pubblicati per legge, ma in un formato che possa essere elaborato, in modo da poter confrontare i dati ed innescare una collaborazione virtuosa tra impresa, amministrazione e cittadino. Una volta che il dato è disponibile, infatti, rappresenta l'infrastruttura per lo sviluppo di una serie di servizi che producono benessere, posti di lavoro, ricchezza e consapevolezza nel cittadino.
Si tratta quindi da una parte di una possibilità di sviluppo e dall'altra di una reale porta verso un processo di democrazia più strutturata che oggi è possibile grazie alle nuove tecnologie. [video]

Abbiamo parlato anche di comunicazione aziendale attraverso i social media, di e-learning, di innovazione e ricerca scientifica portata dentro le aziende, giusto per citare alcuni temi.

Invito quindi tutti alla visione dell'intervista integrale, ricchissima di informazioni, riflessioni e chiarimenti riguardo a questi temi molto discussi in questi mesi.

Buona visione!

Maria Petrescu

Intervistato.com | Stefano Epifani

A few weeks ago we had the pleasure of interviewing Stefano Epifani, currently Professor of Technologies applied to Communication in the Science of Communication Faculty of La Sapienza University in Rome

First of all Stefano explained the difference between private companies' approach to social media compared to the PA. Surely they're travelling at different speeds, but it is important to point out that private companies don't travel as fast as we might want to think: they often have difficulties understanding the importance of the revolution society is living and that only reflects on companies, which are generally used to dictate change, and now they're constrained to suffer it. [video]

The PA lives this problem at a higher level, because if companies just need to adjust to change, with all the difficulties this implies, when we talk about PA we must take into account a complex norm scenario, problems regarding internal competences and with a cultural context which is really hard to  eradicate and change. The failure of the ISTAT website for the censorship is the metaphor of the inadequacy in realizing what change is happening in the society. [video]

Another topic we talked about is the use of social media by politicians. During the last few years Stefano has been analyzing, together with a research team, the activities of politicians online, and the relational dynamics have dramatically changed during the last 4 years. If the exception, just a few years ago, was that a Member of Parliament was present online, now the real exception is the politician who isn't online at all. The real problem is that, even though they are present on social media, they bring into a new tool, with new rules and especially a completely new context, rules and behaviors that are typical of the management they've done and do with mainstream tools. [video]

This also explains the frequent attacks to the freedom of the web, which in some cases are wanted, but in others aren't the result of a will of damaging the web, but of sheer ignorance regarding the way these media work. They're so far away from them that they don't even have the perception that the world has changed, making it very difficult to identify adequate norms. [video]

Stefano has also explained what the Italian Association for Open Government does: it has the goal of making the PA understand that the world has changed. Not only the world, the relationships between PA and citizen have changed, the citizen is no longer a user of a system of services, but an interactor: the PA must make the tools that allow him to interact available, and these tools are knowledge tools. [video]

The first one is the availability of data, or open data, that allow to know the reality of facts based on the information the PA holds. The PA has a great deal of data that isn't being used, that have been paid with the money of the citizens and that belong to the citizens. When we talk about open data there's always a misunderstanding regarding privacy: we're not talking about personal data, but for example the data regarding city pollution, the costs of ASLs, the levels of performance in highschools, the costs of the Comune, just to name a few. [video]

All this data should be made available to anyone not only in the format that cannot be processed which is mandatory by law, but in a format that allows processing so that citizens can compare data and start a virtuous collaboration between companies, PA and citizen. Once the data is available, it represents the infrastructure for the development of a series of services that produce wellbeing, jobs, wealth and awareness in the citizen. We're talking about the possibility for development on the one side and a door towards a more structured democracy process, which today is possible thanks to new technologies. [video]

We also talked about company communication through social media, e-learning, innovation and scientific research brought into companies, just to name a few.

I invite everyone to view the full interview, very rich in information, insight and more explanations regarding these very discussed topics.

Enjoy!

Maria Petrescu

martedì 6 dicembre 2011

Prossimamente: Matteo Berlucchi @matteoberlucchi



Il nostro prossimo intervistato, Matteo Berlucchi, è il nuovo CEO di aNobii.com: avremo modo di parlare dell'evoluzione del servizio e delle prospettive di crescita per il futuro del più usato social network per libri in Italia.

Domani avremo il piacere di intervistare Matteo Berlucchi, attualmente CEO di aNobii.com.

Il suo motto è "L'unica cosa costante della vita è il cambiamento". Il cambiamento secondo Matteo infatti è come un'onda, e le aziende devono imparare a cavalcarla con la migliore delle tavole da surf: l'innovazione.

Laureato in Fisica all'Università degli Studi di Padova, ha completato gli studi presso l'Imperial College di Londra, città nella quale attualmente risiede.

Nel 1995 ha fondato la sua prima startup, netEstate, che costituiva il primo sistema di proprietà immobiliare online in Gran Bretagna.
In seguito ha lavorato in diverse aziende, imparando come coinvolgere le persone online.

Nel 2001 ha fondato Skinkers insieme a David Long, progetto che lo ha portato ad acquisire un notevole bagaglio di esperienza per diversi aspetti: il mondo delle soluzioni widget/desktop per il marketing online, portare un'azienda da una scrivania di riserva a casa a 75 persone, riposizionare un'azienda da marketing online a software enterprise, imparare come costruire e vendere software enterprise, raccolta fondi da VC ed Angel, il coinvolgimento dei consumatori a tutti i livelli, portare la strategia aziendale alla velocità del mercato.

Nel 2007 ha aperto una divisione di Skinkers che ora è un'azienda indipendente, chiamata Livestation, che fornisce un'interpretazione originale e fresca di come le news live possano essere fruite attraverso connessioni IP (web, desktop, iPhone, Black berry, PS3, etc.) con un singolo account.

Matteo è anche fondatore di Vini Italiani, e dal 2010 è CEO di aNobii, community di lettori online costruita dai lettori per i lettori, che permette di costruire la propria libreria, trovare libri e condividerli. La missione di aNobii è quindi di avvicinare gli amanti dei libri e incoraggiare la lettura.

Avremo modo di parlare specialmente di aNobii, di nuova editoria, del mercato dei tablet e delle novità che aNobii presenterà nei prossimi mesi, ma anche di Livestation!

Naturalmente se volete proporre una domanda, compilate semplicemente il form qui sotto!

Maria Petrescu





Coming up soon: Matteo Berlucchi

Tomorrow we'll have the pleasure of interviewing Matteo Berlucchi, currently CEO of aNobii.com.

His motto is "The only constant thing in life is change". He thinks change is like a wave and businesses have to learn how to surf on it. The surf board is innovation.

After the degree in Physics at the Università degli Studi di Padova, he completed his studies at the Imperial College in London, where he lives.

In 1995 he set up his first start-up (netEstate) which built the first online property system in the UK.
He then got some proper jobs for a few years where he spent most of the time learning how to engage people online.

In 2001, he set up Skinkers with his friend David Long and since then he has gained a lot of experience in several fields: the world of widgets/desktop solutions for online marketing, building a company from a spare desk at home to 75 people, repositioning a company from "chalk to cheese" (from online marketing to enterprise software), learning how to build and sell enterprise software, fund raising from VCs and Angels, engaging customers of all kinds at all levels (enterprises, agencies, small firms), moving the company strategy at the speed of the market (hard but essential in this day and age).

In 2007 he set up a division of Skinkers which is now an independent company called Livestation, which provides a very original and fresh interpretation of how live TV news can be enjoyed over an IP connection (web, desktop, iPhone, Blackberry, PS3, etc) with a single account.

Matteo is also founder of Italian Wines, and since 2010 he is CEO of aNobii, an online reading community built by readers for readers allowing you to shelve, find and share books. Their mission is to bring book lovers together and encourage reading.

We'll have the chance to talk about aNobii, new publishing methods, the tablet market and the strategies aNobii will embrace in the following months, but also Livestation and the perspectives it offers!

Of course, if you want to propose a question, simply fill in the form above!

Maria Petrescu

giovedì 1 dicembre 2011

StartupID | Luca Filigheddu di Twimbow @filos



Luca Filigheddu, fondatore di Twimbow, ha raccontato come è nata la sua startup, ma soprattutto quali sono le evoluzioni di quella che non può essere considerata una social media dashboard, ma una modalità nuova di fruire i contenuti di Twitter e altri social.



StartupID è la rubrica realizzata in collaborazione con Indigeni Digitali e dedicata al mondo delle startup.


Qualche settimana fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Luca Filigheddu, fondatore di Twimbow.

Twimbow è nato come un modo per risolvere alcuni problemi che Luca aveva come grande utilizzatore di Twitter. Avendo cominciato a usarlo molto presto, già nel Febbraio 2007, è diventato anche un pesante utilizzatore di tutti gli strumenti che permettono di utilizzare Twitter al meglio, arrivando a sperimentare diversi servizi di ricerca, ranking e scoring.

A quel punto, data la frammentazione dei servizi utilizzati, Luca ha pensato di crearne uno che riuscisse ad integrare tutte le funzionalità necessarie in un unico strumento. Così è nato Twimbow, lanciato come alfa chiusa nel 2010 a Giugno. Per 13 mesi sono stati raccolti i feedback degli utenti, aprendo il servizio sempre di più attraverso un sistema a inviti, member get member.

Aperto al pubblico nel Luglio 2011, attualmente esiste solamente come web app, ma si sta già lavorando all'app per iOS, alla quale è stata data la massima priorità, soprattutto rispetto ad Android e Symbian.

I numeri di Twimbow sono molto interessanti: ha avuto una crescita di 15.000 utenti attivi nel giro di un mese, ora continua a crescere molto velocemente e si è posizionato come diverso da altri servizi, tanto da essere definito "la Apple dei social media dashboard"
Il lavoro più grande consiste nel tentare di fare in modo che gli utenti non percepiscano Twimbow come competitor di Tweetdeck o Hootsuite, soprattutto perché non vuole essere una social media dashboard, bensì uno strumento innovativo di consumo di contenuti.

Sebbene per ora sia percepito come un Twitter client, nel progetto complessivo si tratta di qualcosa di diverso: l'obiettivo è diversificare il modo in cui si scoprono contenuti su Twitter, e in seguito arriveranno anche altri social network.

Abbiamo chiesto a Luca se Twimbow diventerà mai a pagamento, e ci ha spiegato che hanno già pronti 3 modelli di business da mettere in campo: innanzitutto l'utente normale non pagherà mai. Si è parlato dell'implementazione di account a pagamento per l'utilizzo business, soprattutto per quel che riguarda l'app mobile, mentre il modello più strettamente basato sull'advertising prevede l'uso di nuove strategie di inserimento della pubblicità all'interno dell'app.

Da Maggio Twimbow ha anche un ufficio a San Francisco, in un co-working space che offre grandi possibilità di avere feedback incrociati e uno scambio continuo con altre startup.

Abbiamo parlato anche di altri aspetti legati allo strumento creato da Luca, come ad esempio la scelta di utilizzare i colori per distinguere argomenti e utenti.

Invito dunque tutti a visionare l'intervista per ulteriori dettagli e riflessioni in merito a questi argomenti.

Buona visione!

Maria Petrescu




StartupID | Luca Filigheddu of Twimbow

A few weeks ago we had the pleasure of interviewing Luca Filigheddu, founder of Twimbow.

Twimbow was born as a way to solve some problems that Luca had as an intense Twitter user. Having started to use it very soon, already in February 2007, he also became an intense user of all the tools that allow you to use Twitter at its best, experimenting several research, ranking and scoring services.

At that point, since the services were so fragmented, Luca thought of creating one that could integrate all the necessary functions in one tool. So Twimbow was born, launched as a closed alpha in June 2010. For 13 months the feedback from users has been examined, and the service was opened through an invitation, member get member system.

Open to the public in July 2011, it currently exists only as a web app, but the programers are already working on the iOS app, which has been given top priority, especially in comparison with Android and Symbian.

Twimbow's numbers are quite interesting: it has had a growth of 15.000 active users in a month from the opening, and now it continues to grow rapidly. It has positioned itself as different from other services, at the point that it has been defined "the Apple of social media dashboards".
The toughest job will be to make sure users don't perceive Twimbow as a competitor of Tweetdeck or Hootsuite, especially because it doesn't really want to be a social media dashboard, but an innovative tool for content fruition.

Although at the moment it is perceived as a Twitter client, in the big picture it's something different: the goal is diversifying the way people discover content on Twitter, and later other social networks will be added.

We asked Luca whether Twimbow will ever have to be paid for, and he explained that they already have 3 business models ready to apply: first of all the regular user will never pay. We talked about the implementation of paid accounts for business use, especially for the mobile app, while the model based more strictly on advertising has some new strategies for inserting ads inside the app.

Since May Twimbow also has an office in San Francisco, in a co-working space that offers great opportunities for cross-feedback and a continuous exchange with other startups.

We talked about other aspects of the tool created by Luca, such as the choice of using colors to distinguish topics and users.

I invite everyone to view the interview for further detail and insight about these matters.

Enjoy!

Maria Petrescu

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