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domenica 6 gennaio 2013

Intervistato.com | Antonio Pavolini @antoniocontent



Durante la nostra intervista con Antonio Pavolini abbiamo parlato di social TV e connected TV, ma soprattutto della convergenza tra TV tradizionale e nuovi media, approfondendo infine il ruolo dei social media nell'evoluzione della fruizione dei contenuti online.

Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Antonio Pavolini, attualmente Senior Analyst nella divisione Media Industry - Innovation & Industry Relations di Telecom Italia.

Per quello che riguarda l'utilizzo di social media nelle aziende, al momento la situazione è distorta dal fatto che è molto facile vendere servizi relativi all'uso dei social media perfettamente inutili, con modalità che portano a equivoci drammatici a causa della scarsa conoscenza del mezzo e dei problemi della comunicazione aziendale. [video]

Se invece si parla della transizione dei mezzi di comunicazione di massa verso i social media, si possono distinguere due dinamiche divergenti: persone che strenuamente difendono il vecchio modo di comunicare per un interesse prettamente economico e persone che sperimentano e provano i nuovi mezzi.

Tecnicamente una convergenza tra televisione tradizionale e contenuti disponibili su Internet sarebbe già possibile, anche senza comprare un qualsiasi set-top box, ma semplicemente collegando un computer alla porta HDMI del televisore. Coloro che hanno le conoscenze tecniche necessarie per farlo rappresentano però una fetta di mercato che non influisce in alcun modo su quello che è l'attuale ecosistema dei media, che rimarrà immutato fino a quando le connected TV, il digitale terrestre e le console dei giochi non saranno veramente concorrenziali e intuitive nella facilità di accesso rispetto alla televisione tradizionale. [video]

La neutralità dei contenuti è un altro tema controverso perché i produttori di connected TV stipulano accordi commerciali con editori e major, limitando quindi l'accesso alla straordinaria ricchezza e diversità di contenuti disponibili liberamente su Internet.
Finché non verrà superata la fase di transizione in cui tutti cercano di monetizzare senza avere un vero modello di business, che nasce solo dallo stravolgimento dell'ecosistema, ancora non ci sarà nel mondo dell'industria la motivazione necessaria per portare avanti questo cambiamento. [video]

Antonio ha anche espresso la sua opinione sulla possibilità di arrivare a un concetto di StumbleUpon per la TV, la creazione di un palinsesto non-palinsesto personalizzato stupefacente, che l'utente è felice di subire, e che però non può prescindere da una conoscenza estremamente approfondita dell'utente, dei suoi gusti e dei suoi interessi.

E' quindi una questione di sensibilità umanistica, di ricerca di socialità, affinità e complicità, che sono veramente quelle cose inafferrabili che i social media ci stanno regalando e che la televisione, aggregando le persone educatamente davanti a un teleschermo, per anni ha negato[video]

Abbiamo parlato di palinsesti, di 140NewsNetwork, di libertà di informazione e di possibili scenari futuri per quel che riguarda i nuovi strumenti.

Naturalmente Antonio ha risposto esaustivamente alle vostre domande, quindi invito tutti a guardare l'intervista integrale, molto più ricca di informazioni rispetto alla mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu

Photo credit: Matteo Stagi


Intervistato.com | Antonio Pavolini

A few days ago we had the pleasure of interviewing Antonio Pavolini, currently Senior Analyst in the Media Industry - Innovation & Industry Relations division in Telecom Italia.

As for the use of social media inside companies, at the moment the situation is distorted by the fact that it is really easy to sell services relative to the use of social media that are perfectly useless, with modalities that bring to misunderstandings because of the scarce knowledge of the tool and of company communication. [video]

When we talk about the transition of mass communication media towards social media, it is possible to distinguish two different dynamics: on the one side, people who defend the old way of communicating because they have economic interests in it, and on the other side, people who experiment and try out new tools.

Tecnologically a convergence of traditional tv and content available on the Internet is already possible, even without buying a set-top box, but simply connecting a computer to the HDMI port of the television. But those who have the technical knowledge necessary to do this represent a very small part of the market that doesn't influence in any way what is the current media ecosystem, which will remain unchanged until connected TVs, digital terrestrial TV and game consoles won't really be intuitive and competitive in the granting easy access compared to traditional TV. [video]

Content neutrality is another controversial theme because connected TV producers make contracts with editors and majors, limiting the acess to the extraordinary richness and diversity of content that is freely available on the Internet.
Until this transition phase, during which everybody wants to make some money without having a true business model in their mind - which only results from a radical change in the ecosystem- won't be over, the industry world won't have the necessary motivation to bring forward this change. [video]

Antonio has also expressed his opinion about the chance of having a StumbleUpon for TV in the future, the creation of an amazing personalized scheduled program that users are happy to undergo, that is tied to an extremely deep knowledge of the user, his tastes and interests.

It's a matter of humanistic sensitivity, the research of sociability, affinity and complicity that are truly those elusive things that social media are giving us and that the television, by educately aggregatin people in front of a television set, for years has denied us. [video]

We also talked about broadcasting programming, 140NewsNetwork, freedom of information and possible future scenarios regarding the new tools.

Of course Antonio has answered your questions, so I invite everyone to watch the full interview, surely richer in information than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu

domenica 9 dicembre 2012

Intervistato.com | Gini Dietrich @ginidietrich



Qualche tempo fa abbiamo intervistato Gini Dietrich, fondatrice dell'agenzia di comunicazione Arment Dietrich, che opera nell'ambito dell'industria pesante, farmaceutica e dei servizi finanziari. Abbiamo parlato delle difficoltà nel portare aziende di questi settori online, e delle sfide che comportano.


In primo luogo abbiamo chiesto a Gini come è nata Arment Dietrich, la sua agenzia di comunicazione e marketing: agli inizi degli anni 2000 Gini lavorava come dipendente, e non c'era alcuna intenzione di aprire un'agenzia indipendente. Tuttavia dopo qualche anno si è decisa a fondare Arment Dietrich, e il suo primo cliente è stato proprio la persona che le aveva suggerito di fare questo importante passo. Nonostante fosse inizialmente da sola, di fatto una freelance, negli anni l'azienda ha continuato a crescere, e conta attualmente 13 dipendenti.

Arment Dietrich è attualmente un'agenzia di marketing e comunicazione: fino al 2008 era una agenzia PR, quindi si occupava di media relations, eventi e crisis management. Oggi integrano anche il marketing (email marketing, contenuti, search engine optimization, etc.). Forniscono servizi B2B ad aziende nell'industria manufatturiera, servizi finanziari e sanità, di cui curano anche e soprattutto l'aspetto relativo ai social media, con diversi clienti che operano nel campo dell'industria pesante, in cui gli acquisti (spesso milionari) non avvengono mai online.

Si pensa sempre che per avere una presenza sui social sia indispensabile avere un account Facebook e Twitter, ma nel caso di AD, la maggior parte dei clienti delle aziende con cui lavorano non è su FB o Twitter. Si cerca dunque di raggiungere i prospect e i consumatori là dove già hanno una presenza attiva, che può essere su Google+, oppure su Pinterest nel caso di clienti che hanno qualcosa di “visivo” da mostrare. Si costruisce in questo modo una strategia complessiva che tiene conto delle comunità già in essere, e non ci si basa su un legame obbligato a Facebook.

Secondo Gini gli hashtag su Twitter sono un ottimo strumento per ricercare e approfondire diversi argomenti: in primo luogo quando si fanno ricerche su un nuovo mercato, oppure su un nuovo cliente, per vedere che cosa si dice online a proposito di quella nicchia e di quella particolare azienda. Inoltre lei li usa anche per trovare ispirazione tra i contenuti relativi a PR e social media per curare il blog di Arment Dietrich.

Il blog è nato qualche anno fa, quando il fenomeno ancora non aveva raggiunto la portata odierna. Non sapevano molto bene che cosa stavano facendo, ma è stato un ottimo primo passo nel capire che cosa fosse e come funzionava. Tutte le questioni relative al SEO, per esempio, erano solamente agli albori, e ancora non si parlava di content curation. Da questo punto di vista AD cerca sempre di raccomandare ai propri clienti qualche cosa che ha già provato e sperimentato: ci sono molti nuovi strumenti, e la tecnologia avanza a una tale velocità che diventa imperativo testare prima.

Abbiamo assistito a un incremento importante nel numero di app presenti sul mercato, motivo per cui abbiamo chiesto a Gini quale sia il fattore determinante del loro successo o del loro fallimento. A suo avviso è la “dipendenza”, e la capacità di crearla da un punto di vista di social networking. Google+ non ha raggiunto quel livello di “addiction” che invece Twitter e Pinterest sono riusciti a creare, che porta l'utente a sentire il bisogno di collegarsi regolarmente.

Un'altra domanda fatta a Gini riguarda i blog aziendali e la content curation: ci sono molti strumenti per aggregare e raccontare storie su diversi argomenti, ma possono realmente sostituire i blog? A suo avviso no: avere un blog aziendale significa avere la possibilità di dire la propria e fornire la propria expertise ai clienti o potenziali tali. Se non fai altro che content curation, non sarai in grado di offrire la tua prospettiva e le tue opinioni in merito ai temi trattati, perdendo di fatto la credibilità come esperto in materia.

Infine abbiamo chiesto quanto sia importante per un'azienda essere presenti su piattaforme come Yelp e Foursquare, oppure Reddit, e quale sia il miglior modo per gestire la critica su questi canali. Secondo Gini è fondamentale esserci, specialmente se si ha un retail: le persone fanno conversazioni a proposito di te, ed è necessario che tu ci sia. Ci saranno anche le critiche, ed è normale perché fanno parte della natura umana. La cosa più importante è come rispondi alle critiche. Arment Dietrich consiglia sempre di rispondere pubblicamente sulla stessa piattaforma dove la critica è stata espressa, per dimostrare alle persone che si è in ascolto e che le loro opinioni sono importanti.

Dopodiché portare la conversazione offline. Non è consigliabile intraprendere un dibattito con una persona che sta criticando l'azienda online: la cosa migliore è stabilire un contatto via email, oppure con una telefonata, o addirittura con un incontro di persona, per risolvere il problema.

Naturalmente invito tutti a visionare l'intervista integrale, ben più lunga e approfondita di questa mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu | @sednonsatiata


Intervistato.com | Gini Dietrich

Some time ago we interviewed Gini Dietrich, founder of Arment Dietrich, a marketing and communication agency that operates in the fields of heavy industry, manufacturers, financial services and healthcare. We talked about the difficulties in taking these companies online, and the challenges that ensue.

First of all we asked Gini how Arment Dietrich was born: in the early 2000 she worked for another film, and she had no intention to open an independent agency. However, after a few years she decided to found Arment Dietrich, and her first client was the same person that had suggested her to do this step in the first place. Although she was initially alone, basically a freelance, during the following years the company kept growing, and now has 13 employees.

Arment Dietrich is thus currently a marketing and communication agency: until 2008 it was a PR agency, so it dealt with media relations, events and crisis management. Today they also integrate marketing (email marketing, content, search engine optimization and so on). They only work B2B, with companies that operate in the manufactury, financial services and healthcare fields, curating the social media aspect as well, with several clients that operate in the field of heavy industry, where purchases (often of milionary value) never happen online.

People think that in order to have an online presence it's compulsory to have a Facebook and Twitter account, but in the case of AD the majority of their clients' customers isn't present on these social networks. So they try to reach prospects and consumers where they are already hanging out, which may be on Google+ or Pinterest in the case of clients who have something visual to show. They build an overall strategy that takes into account the already existent communities, and don't necessarily advise a Facebook presence.

Gini believes hashtags on Twitter are a great tool to research and get smart about several topics: first of all when you are doing research on a new market, or a new client, to see what's being said online regarding that niche or that particular company. She also uses them to find inspiration on PR and social media topics to blog about.

The Arment Dietrich blog was born a few years ago, when the phenomenon had not yet reached the size it has today. They didn't really know what they were doing, but it was a great step in understanding what it was and how it worked. All the matters about SEO, for example, were just at the beginning, and they didn't even talk about content curation yet. From this point of view AD always recommends its clients things that they have already tried out and experimented on: there are a lot of new tools coming out every day, and technology is advancing at such a pace that testing becomes a must.

There has been an important increase in the number of apps present on the market, which is why we asked Gini what is the determining factor of their success or failure. She believes it's the ability to cause addiction from a networking point of view. Google+ hasn't reached that level of addiction that Twitter and Pinterest have, that brings the user to feel the need to get on there every day.

Another question we asked Gini is about company blogs and content curation: there are many tools to aggregate and tell stories on several topics, but can they really substitute blogs? She believes not: having a company blog means having the possibility to tell your own opinion and give your expertise to clients or prospects. If you only do content curation, you won't be able to give your perspective and your opinions about the topics you talk about, losing the credibility of the expert on the matter.

Finally we asked how important it is for a company to be present on platforms such as Yelp and Foursquare, or Reddit, and what the best way to manage criticism on these channels is. Gini believes it's absolutely fundamental to be there, especially if you have a retail company: people are having conversations about you, and you need to be there to answer. There will always be criticism online, it's normal because it's part of human nature. What matters is how you answer. Arment Dietrich always advises its clients to respond publicly on the same platform where the criticism has been published, so people can see that they're listening and that they care.

And then take it offline. You don't want to start a debate with someone who is being critical about you online, so you need to establish a contact. Email, phone call or even an in person meeting, everything it takes to solve the issue.

Of course I invite everyone to view the full interview, much longer and detailed than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu | @sednonsatiata

giovedì 22 dicembre 2011

StartupID | Johnnie Maneiro di Clapps.me @johnniemaneiro



Johnnie Maneiro ci ha descritto in dettaglio le origini e il funzionamento della sua startup, Clapps.me, una web app che permette a chiunque di creare la propria pagina web o un minisito personalizzabile.



StartupID è la rubrica realizzata in collaborazione con Indigeni Digitali e dedicata al mondo delle startup.


Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Johnnie Maneiro, fondatore di Clapps.me.

Clapps.me è una web app che serve per creare siti internet, sia pagine singole che mini siti personali, utilizzati per scopi personali, aziendali oppure in occasione di eventi particolari.
L'utilizzo è molto semplice: basta inserire una email e un nome utente e l'account è subito disponibile. E' possibile modificare la pagina usando le app all'interno di Clapps, cambiare i font, l'impaginazione, i colori, l'immagine di background, giusto per fare qualche esempio. [video]

Johnnie ha spiegato che si tratta di un progetto nato a Madrid in seguito a un incontro con dei venture capitalists per un altro progetto, in seguito bocciato. Le discussioni portate avanti quel giorno, tuttavia, lo hanno spinto a cominciare subito a lavorare a quello che sarebbe diventato Clapps, mettendo insieme tutte le parole chiave e le problematiche emerse durante quell'incontro.
Il nome stesso del servizio deriva dalla fusione delle parole "cloud" e "apps". [video]

Qualche giorno fa un ragazzo giapponese ha creato la propria pagina con Clapps e poi pubblicato sul suo blog un post in cui spiegava ogni passaggio, portando moltissimi utenti giapponesi a utilizzare il servizio. In occasione di questo evento è uscita la release "Tokyo", ovvero l'app del nuovo Twitter, che è possibile integrare nella grafica della pagina stessa.

Prossimamente verranno prodotte anche le app per mobile e tablet, alle quali già si sta lavorando, e questi giorni è uscita la release dell'integrazione con Instagram, che permette di avere come sfondo sulla propria pagina l'ultima foto caricata appunto su Instagram.
In futuro potrebbe essere prevista anche l'integrazione con Facebook, ma Johnnie vuole evitare il più possibile che Clapps diventi un social network, in quanto questo significherebbe un appiattimento dal punto di vista della grafica e del template. Le pagine non devono apparire come dei profili dal layout uniforme nello stile di Facebook, ma nemmeno come le pagine di Myspace[video]

Clapps non diventerà mai a pagamento in quanto tutte le funzionalità di base rimarranno gratuite. Il modello di business prevede però l'esistenza di app a pagamento, che l'utente potrà scegliere di acquistare e integrare nella pagina oppure no.
Per quanto riguarda invece le aziende, queste potranno offrire ai propri utenti la possibilità di avere una pagina personalizzata con il logo dell'azienda, e questo servizio sarà a pagamento. [video]

I numeri di Clapps sono promettenti: 50-60 nuove pagine al giorno, 500 clappers iscritti e 1000 visualizzazioni al giorno. Si tratta dunque di uno strumento per il personal branding e per la comunicazione delle piccole aziende, che stanno già cominciando a creare il proprio minisito usando la funzione +5. [video]

Invito dunque alla visione dell'intervista, molto più ricca di dettagli rispetto a questa mia breve sintesi.

Buona visione!

Maria Petrescu




StartupID | Johnnie Maneiro of Clapps.me

A few days ago we had the pleasure of interviewing Johnnie Maneiro, founder of Clapps.me.

Clapps.me is a web app for the creation of internet pages or minisites that can be used for personal and professional goals or in case of particular events. Using Clapps is very simple: the user just has to insert an username and an email and the account is available straight away. It's possible to modify the page using the apps inside Clapps, such as changing fonts, colors, the background image or the position of the elements of the page, just to name a few. [video]

Johnnie explained that the project was born in Madrid after a meeting with some venture capitalists for another project, which was eventually rejected. The conversations carried on during that day, however, have motivated him to start working right away on what would eventually become Clapps, putting together all the keywords and the problems that were noted during the meeting.
The name of the service is a fusion of the words "cloud" and "apps". [video]

A few days a Japanese man created his page with Clapps and then published on the blog a walkthrough with every step, documented by screenshots, which brought a lot of Japanese users into  the service. To celebrate this event, the release "Tokyo" was issued, which is the Twitter app that now can be integrated in the graphic of the page.

Soon the mobile and tablet apps will be available, since programmers are already working on them, and these last few days the integration with Instagram was issued: it allows users to have as a background the last picture taken with Instagram.
In the future there might also be an integration with Facebook, but Johnnie wants to prevent Clapps from becoming a social network, since this would mean that the profiles will be uniformed. The pages are intended to be different from both Facebook (uniformed template) and MySpace (extreme customization). [video]

Clapps will never become a paid service, since all the basic functions will remain free. The business model actually includes paid apps, so the user will be able to choose whether to buy and integrate those apps in his page or not.
As for companies, they will be able to offer their clients the chance of having a personalized page with the company logo, and this service will be paid. [video]

Clapps' numbers are promising: 50-60 new pages a day, 500 subscribers and 1000 views a day. It's a personal branding and small companies communication tool, and many are already starting to create minisites using the +5 app. [video]

I invite everyone to view the full interview, much richer in details than my brief synthesis.

Enjoy!

Maria Petrescu

venerdì 14 ottobre 2011

Prossimamente: Nicola Mattina @nicolamattina



Fra poche ore avremo il piacere di intervistare Nicola Mattina, esperto di social media e comunicazione corporate, nonché fondatore e CEO di Elastic.

Nato nel 1970, si è laureato in Economia all'Università La Sapienza di Roma.
E' un consulente di direzione con oltre quindici anni di esperienza nel settore della comunicazione d’impresa, di cui ha toccato molte discipline specialistiche: relazioni pubbliche, comunicazione interna, branding, comunicazione online, annoverando tra i suoi clienti TelecomFinmeccanicaIl Sole 24 Ore, la Polizia di Stato e il Comune di Firenze, per citarne alcuni.

E' il fondatore e CEO di Elastic, una società di consulenza che contribuisce al successo del cliente ideando e sviluppando la dimensione digitale di organizzazioni e progetti sotto il profilo della comunicazione, del marketing e dell’organizzazione.

Con l’obiettivo di esplorare gli spazi digitali e studiare le conseguenze dei media sociali sulle persone, le aziende e le istituzioni, ha dato vita al Club dei media sociali, istituto di ricerca e think tank che raccoglie oltre 800 professionisti del settore in Italia.

Scrive di spazi digitali nel suo blog e su Nova 24 del Sole 24 Ore e ne parla frequentemente in occasione di conferenze e seminari. Inoltre è stato docente di "Comunicazione corporate e nuovi media" all'Accademia di Comunicazione di Milano.

Avremo modo di parlare di nuovi media, comunicazione corporate, i problemi della comunicazione aziendale e le strategie di utilizzo dei social media da parte delle aziende, tanto per citare alcuni temi.

Naturalmente, se volete proporre una domanda, compilate semplicemente il form qui sotto!

Maria Petrescu

Photo credit: Luca Mascaro





Coming up soon: Nicola Mattina

In just a few hours we'll have the pleasure of interviewing Nicola Mattina, social media and corporate communication expert.

Born in 1970, he graduated in Economy at the La Sapienza University in Rome.
He is a management consultant with a strong experience in the field of corporate communication and marketing. He had the opportunity to delve into several specialties: public relations, internal communication, branding, online communication, with clients such as TelecomFinmeccanicaIl Sole 24 Ore, the Polizia di Stato and Comune di Firenze, just to name a few.

He is the founder and CEO of Elastic, a consultancy company that contributes to the client's success by creating and developting the digital dimension of organization and projects in the fields of communication, marketing and organization.

With the goal of exploring digital spaces and studying the consequences of social media on people, companies and institutins, he founded the Social Media Club, a research institute and think tank that counts over 800 field experts in Italy.

He writes about digital spaces on his blog and on Nova 24 - Il Sole 24 Ore and he is frequently invited to conferences and seminars as a speaker and teacher. He has also been "Corporate communication and new media" teacher at the Communication Accademy in Milan.

We'll have the chance to talk about new media, corporate communication, the typical problems of company communication and the usage strategies of social media inside companies, just to name a few topics.

Of course, if you want to propose a question, simply fill in the form above!

Maria Petrescu

venerdì 16 settembre 2011

Prossimamente: Fabio Lalli @fabiolalli



Fra poche ore avremo il piacere di intervistare Fabio Lalli, esperto di web marketing, social media e sistemi di comunicazione, nonché ideatore e fondatore del network di Indigeni Digitali.

Nato a Roma nel 1977, si è laureato in Comunicazione e Marketing all'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Da oltre 10 anni si occupa di ICT. Ha lavorato per diverse aziende dalla consulenza, alla sicurezza ai system integrator e spaziando su progetti eterogenei: ecommerce, erp, crm, business intelligence, info security management e social media.
Ha acquisito una buona esperienza nell’analisi, progettazione ed ottimizzazione di processi, sistemi, architetture ed applicativi web e mobile. E' appassionato di comunicazione e marketing. Nel tempo libero blogga, twitta, comunica, telefona, programma, naviga, cerca, pensa e innoveggia. Ovviamente fa tutto contemporaneamente. Qualcuno lo definisce startupparo compulsivo.

E' il fondatore del network Indigeni Digitali, un'iniziativa che ha l’obiettivo di generare un punto di incontro e di confronto tra professionisti e tecnici che vogliono interagire collaborare e creare opportunità, sia online che offline.

"L’indigeno digitale è colui che vive il digitale in tutti i suoi aspetti: crea le nuove applicazioni, testa e approfondisce le nuove tecnologie, ricerca continuamente nuove soluzioni tecniche, partecipa attivamente alla conversazione in Rete, sperimenta ed applica nuovi strumenti, aiuta chi manifesta interesse per la tecnologia, mette a disposizione degli altri indigeni il proprio know how, le proprie capacità ed il proprio network."

Insieme a Lorenzo Sfienti ha recentemente lanciato Followgram, una web app sviluppata per estendere le funzioni base di Instagram, già utilizzata da milioni di utenti. Followgram crea un follow button da integrare in siti web e blog e fornisce agli utenti un vanity URL, una galleria di foto e la lista di amici, follower e following.

Fabio è anche l'ideatore di YepLike, Risquare, Baby 2.0 ed Iquii.

Avremo modo di parlare di cultura digitale, startup, il network degli Indigeni, giusto per citare alcuni argomenti.

Naturalmente, se volete proporre una domanda, compilate semplicemente il form qui sotto!

Maria Petrescu




Coming up soon: Fabio Lalli

In just a few hours we'll have the pleasure of interviewing Fabio Lalli, web marketing, social media and communication systems expert, as well as founder and creator of the Indigeni Digitali network.

Born in Rome in 1977, he graduated in Communication and Marketing at the 'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

He has been working with ICT for more than 10 years. He has worked for several companies as a consultant, from security to system integrator in several fields: ecommerce, erp, crm, business intelligence, info security management and social media.
He has gained a good experience in analysis, design and optimization of processes, systems, architectures and web/mobile applications. He is passionate about communication and marketing. In his spare time he blogs, tweets, communicates, phones, programs, navigates, searches, thinks and innovates. Obviously all at the same time. Someone has defined him a compulsive startupper.

He is the founder of the Indigeni Digitali network, an initiative that has the goal of generating a point of  encounter and confrontation between pros and technicians that want to interact, collaborate and create opportunities, both online and offline.

"The digital based person is the one that lives digital in every aspect: he creates new applications, tests and masters new technologies, searches for new technical solutions, participates actively in the online conversation, experiments and applies new tools, helps whoever shows interest for technology and shares his know how, capacities and network with other digital based people".

Together with Lorenzo Sfienti he has recently launched Followgram, a web app developed as a way to extend those Instagram's basic functions so appealing to millions of users already.
Followgram creates an Instagram's follow button to be embedded on websites, blogs and so on and provides its users with a vanity URL, his/her photo gallery, friends, followers & following lists.

Fabio is also the founder of YepLike, Risquare, Baby 2.0 and Iquii.

We'll have the chance to talk about digital culture, startups, the Indigeni Digitali network, just to name a few topics.

Of course, if  you want to propose a question, simply fill in the form above!

Maria Petrescu

domenica 4 settembre 2011

Prossimamente: Antonio Pavolini @antoniocontent



Domani avremo il piacere di intervistare Antonio Pavolini, attualmente Senior Analyst nella divisione Media Industry - Innovation & Industry Relations di Telecom Italia.

Dopo essersi laureato in Scienze Politiche all'Università La Sapienza di Roma, ha svolto un periodo di stage presso il Financial Times a Londra, per poi diventare collaboratore de Il Sole 24 Ore.

Antonio lavora da oltre 15 anni nel settore dei media. Dopo una serie di esperienze presso affermate multinazionali delle PR, come Burson-Marsteller e Brodeur, è stato Responsabile della Comunicazione in Saritel (Gruppo Telecom Italia), per poi curare le attività di Marketing Communications in IT Telecom, l'azienda del Gruppo impegnata nel mercato dei Servizi di Certificazione Digitale.

Dal 2009 si occupa, nell'ambito della funzione Strategy del Gruppo Telecom Italia, dell'analisi degli scenari e dell'elaborazione delle strategie nel settore dei Media.
Dal 2011, nell'ambito della funzione Innovazione, si occupa di valutare potenziali partnership con start-up impegnate in progetti di creazione e distribuzione di contenuti multimediali.

Esperto delle issues del mercato dell’Information & Communication Technology, partecipa regolarmente come relatore a eventi sui nuovi media e sul Web 2.0, come il Telco 2.0 Executive Brainstorming, il Mobile Media Symposium, e i vari BarCamp nazionali e internazionali.

Oltre a svolgere docenze e collaborazioni in ambito accademico, dal 2008 è membro del Teaching Committee del Master Universitario in Marketing Management (MUMM) della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università “La Sapienza” di Roma”.

Nel 2007, insieme a Daniela Apollonio, ha condotto per Radio ImagoProxy Bar, una trasmissione settimanale dedicata alle culture digitali. Nel 2008, insieme a Marco Traferri ha ideato e condotto “Mutazioni Digitali, un talk show in onda online incentrato sul confronto tra esponenti dei mainstream media e dei nuovi media.

Nel 2010-2011 ha ideato e condotto “Conversational“, trasmissione radiofonica omonima al suo blog, in onda su Radio Popolare Roma nel corso della quale ha esplorato, con ospiti in studio e in collegamento telefonico, l’impatto dei social media nell’economia, nella cultura, nella politica e nella vita quotidiana delle persone.

Avremo modo di parlare di new media, convergenza tra media e possibili scenari futuri, giusto per citare alcuni temi.

Naturalmente, se volete proporre una domanda, compilate semplicemente il form qui sotto!

Maria Petrescu





Coming up soon: Antonio Pavolini

Tomorrow we'll have the pleasure of interviewing Antonio Pavolini, currently Senior Analyst in the Media Industry - Innovation & Industry Relations division in Telecom Italia.

After the degree in Political Science at the University La Sapienza in Rome, he did his internship at the Financial Times in London, and then became a contributor for Il Sole 24 Ore.

Antonio has been working for 15 years in the field of media. After a series of experiences in important multinationals of PR, like Burson-Marsteller and Brodeur, he has been the Responsible for Communication in Saritel (Gruppo Telecom Italia), and then managed the activities of Marketing Communications in IT Telecom, a company of the group which was dedicated to the market of Digital Certification Services.

In 2009 he started working in the Strategy function of the Telecom Italia Group, dealing with scenario analysis and elaboration of strategies in the Media sector.
In 2011 he started working in the Innovation function, in which he evaluates potential partnerships with start-ups that deal with creation projects and distribution of multimedia content.

He is an expert of the issues of the market of Information & Communication Technology, and he participates regularly as a speaker in events on new media and Web 2.0, such as Telco 2.0 Executive Brainstorming, the Mobile Media Symposium as well as in several national and international Barcamps.

In addition to teaching and collaborating with universities, since 2008 he has been member of the Teaching Committee of the Master in Marketing Management of the Faculty of Economy and Commerce of the University La Sapienza in Rome.

In 2007, together with Daniela Apollonio, he conducted "Proxy Bar" for Radio Imago, a weekly broadcast dedicated to digital cultures. In 2008, together with Marco Traferri he created and conducted "Digital Mutations", a talk show broadcasted online which focused on the parallel between representatives of mainstream media and new media.

In 2010-2011 he created and conducted Conversational, broadcasted by Radio Popolare Roma, during which he has explored, with guests inside the studio and on the telephone, the impact of social media in economy, culture, politics and people's every day lives.

We'll have the chance to talk about new media, convergence of media and possible future scenarios, just to name a few topics.

Of course, if you want to propose a questions, simply fill in the form above!

Maria Petrescu

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