▼ Il tweet del giorno

sabato 2 marzo 2013

#Storiedeldisonore: breve storia ragionata della #mafia



"Il ricco si avvale della Mafia per serbare incolume dalla piaga rincrudita del brigantaggio la persona e la sua proprietà. Se ne fa strumento per mantenere quella potente influenza e prepondenza."

Gioacchino Rasponi - Prefetto di Palermo 1874
Dal 1861 la mafia accompagna a braccetto la storia dell’Italia unita. Una storia criminale lunga centocinquant’anni diventato un cancro difficilmente estirpabile. Diffidate da quelli che “entro il XXXX sconfiggeremo la mafia”, perché non sarà vero.

Lo stesso proclama lo fece anche Benito Mussolini quando inviò a Palermo nel 1924 il prefetto di ferro Cesare Mori, che sconsolato, dopo una operazione da trecento arresti confidò a un suo collaboratore: «Costoro non hanno ancora capito che i briganti e la mafia sono due cose diverse. Noi abbiamo colpito i primi che, indubbiamente, rappresentano l'aspetto più vistoso della malvivenza siciliana, ma non il più pericoloso. Il vero colpo mortale alla mafia lo daremo quando ci sarà consentito di rastrellare non soltanto tra i fichi d'india, ma negli ambulacri delle prefetture, delle questure, dei grandi palazzi padronali e, perché no, di qualche ministero».

Mori, prefetto di ferro si, ma oppositore dello squadrismo fascista, venne messo poi a riposo dallo stesso Mussolini nel 1929, dando poi il via alla propaganda secondo cui il fascismo avrebbe sradicato la mafia dalla Sicilia. Niente di più falso, e così nella prima metà degli anni ’40 arriva anche l’abbraccio tra mafia, economia e politica, da Salvatore Giuliano, detto “Turiddu”, ai giorni nostri.

Sono quelli gli anni in cui si affacciano sulla scena i futuri boss, tra cui “la primula rossa di Corleone”, ovvero quel Luciano Leggio che verrà poi arrestato a Milano nel 1974. É con lo sbarco degli anglo-americani in Sicilia (luglio 1943) che la mafia, quella che conta, fatta di latifondisti, proprietari terrieri e prelati stringe patti col potere, viene piazzata alla guida delle città e delle istituzioni. I movimenti separatisti si chetano con gli incarichi distribuiti dagli alleati in chiave anticomunista. Diventano sindaci, nominati ancora dagli alleati i Vizzini a Villalba e Lucio Tasca a Palermo.

L’OSS i servizi segreti americani si avvalgono delle strutture del potere mafioso per gettare le basi della Sicilia liberata. Tra il 1943 e il 1947 oltre alle basi della Sicilia liberata si costruiscono però anche le fondamenta di quello Stato che incontra l’Antistato. Dietro lo sbarco alleato inizia ad ammantarsi quella zona grigia fatta di circolazione di notizie riservate, armi e privilegi: un esempio su tutti la possibilità data a Michele Navarra di raccogliere gli automezzi in disuso degli alleati e fondare la prima società di trasporti siciliana, o, ancora l’incarico affidato a Vincenzo di Carlo, prima vicecomandante della gioventù del Littorio, poi sovrintende per conto del Civil Affairs degli alleati alla requisizione del grano e degli altri cereali. Raffadali, città del di Carlo, come ricorda Alfio Caruso in “Da Cosa nasce Cosa”, diventa il centro più attivo del mercato nero.

Dal secondo dopoguerra oltreoceano riprende forte l’interesse verso le famiglie di Corleone, Salvatore Lucania, al secolo Lucky Luciano, condannato a vita a New York nel 1942 dal procuratore Dewey, ottiene l’impunità e torna in Italia grazie alle informazioni offerte durante la guerra agli alleati e ha inizio la faida tra i Greco di Ciaculli e di Giardini Croceverde per il controllo del territorio.

Siamo nel 1947, e il primo maggio ha luogo, per mano della banda di Giuliano la strage di Portella della Ginestra: 11 morti e 56 feriti. E’ la prima di quelle che vengono ribattezzate “stragi di Stato”, ad attendere ci sono gli anni ’50, gli anni della ricostruzione, della mafia dei cantieri, delle ‘bionde’ di contrabbando e delle prime raffinerie di ‘coca’. Una storia che prosegue, come si era affacciata nel ‘900 tra le sponde della Sicilia e degli Stati Uniti d’America [continua... nella prossima puntata]

Luca Rinaldi | @lucarinaldi


Stories of dishonor: a short story of the mafia and its origins

"The rich use the Mafia in order to save from the plague of brigandage their own person and their properties. They use it in order to maintain that powerful influence and prevail."
Giacchino Rasponi - Prefect of Palermo 1874

From 1861 the mafia goes along with the history of the unified Italy. A criminal story 150 years long, which has now become an extremely difficult to remove cancer. Don't trust those who say that "before XXXX we'll defeat the mafia", because it won't be true.

The same promise was made by Benito Mussolini when he sent to Palermo in 1924 the iron prefect Cesare Mori, who - disconsolate - after a 300 arrests operation confessed to one of his collaborators: "They don't understand that brigandage and mafia are two different things. We've struck the first, who without a doubt represent the most evident aspect of Sicily criminality, but not the most dangerous. We'll be able to give a fatal blow to the mafia when we'll be allowed to search not only among the prickly pears, but in the corridors of prefectures, police, great palaces and, why not, even some ministeries."

Mori, who has indeed an iron prefect, but an opponent fascist squads, was discharged by Mussolini himself in 1929, starting the propaganda according to which fascism had eradicated mafia from Sicily. Completely false, and so during the first half of the 40s we see the hug between mafia, economy and politics, starting with Salvatore Giuliano, alias "Turiddu", until our days.

Those are the years during which the future bosses arrive on the scene, among which "the red primula of Corleone", that same Luciano Leggio who will be then arrested in Milan in 19974. It's with the landing of the Allies in Sicily (July 1943) that the mafia, the one that matters, made of land owners and prelates makes agreements with power, and is put in charge of cities and institutions. The separatist movements are sedated with the charges distributed by the Allies in an anticomunist key: they become mayors, nominated by the Allies, Vizzini at Villalba and Lucio Tasca in Palermo.

The OSS, the American secret services use the structures of mafia power in order to put the bases of liberated Sicily. Between 1943 and 1947, beyond the bases of liberated Sicily, the ground for a State that meets the Antistate are posed as well. After the arrival of the Allies, a grey area starts to emerge, made of reserved news, weapons and privileges: an example among all, the possibility which Michele Navarra was given to collect the cars not used by the Allies anymore and fund the first Sicilian transportation company, or the charge given to Vincenzo di Carlo, first vicecommander of the Littorio Youth, and then supervisor on behalf of the Civil Affairs of the Allies to the requisition of wheat and other cereal. Raffadali, city of di Carlo, as Alfio Caruso remembers in "From one thing comes another", becomes the most active center of the black market.

After the second world war, in the United States a strong interest spikes towards the families of Corleone. Salvatore Lucania, alias Lucky Luciano, is sentenced to life in New York in 1942 by attorney Dewey, but he obtains impunity and comes back to Italy thanks to the information given during the war to the Allies, so the feud between the Grecos of Ciaculli and the Giardini Croceverde for the territory control begins.

We're in 1947, and on the 1st of May the Portella della Ginestra massacre takes place on orders of Giuliano: 11 dead and 56 wounded. It's the first of those which will be called "State massacres", and waiting were still the 50s, the years of the reconstructions, of the construction sites mafia, the smuggled cigarettes and the first cocaine refineries. A story that goes on, just as it had appeared in '900 between the shores of Sicily and of the United States of America.

[to be continued...]

Luca Rinaldi | @lucarinaldi

Nessun commento :

Posta un commento

▼ Leggi i migliori della settimana

2