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lunedì 11 marzo 2013

Il vero problema della Legge sul #conflittointeressi



Il mondo della scienza, da anni, si interroga, litiga, enuncia, cerca di dimostrare e smontare un sogno: la Teoria che finalmente unifichi la relatività generale e la meccanica quantistica. La mia scommessa è che sarà più facile dimostrare una Teoria del Tutto, che scrivere una legge efficace sul conflitto di interessi.

Non voglio essere troppo tecnico, quindi cercherò di spiegare, con un po' di indeterminazione e qualche esempio banalizzante, questo parallelo tra scienza e politica. Chi crede nel Creazionismo, vive su un comodo cuscino dove riesce a spiegarsi praticamente tutto: dalla creazione dell'Universo all'esistenza di certi parlamentari (sono anch'essi creature del Signore, in fondo), mentre chi ha fiducia nella Scienza vive in un conflitto costante di teorie, che aspirano a diventare leggi e che eccelse menti, fin dagli albori della filosofia e della matematica, hanno cercato di concordare tra di loro. Finché non si è arrivato a uno stallo, dato proprio dal fatto che negli ultimi due secoli si è arrivati a poter ragionare e osservare con estrema efficacia sia l'infinitamente grande che l'infinitamente piccolo. Per dirla in breve, ci sono due grossi campi di studio: la Meccanica Quantistica e la Relatività generale. La prima investiga l'infinitamente piccolo e ha capito che elettroni, protoni, neutrini, onde e svariati cervelli umani funzionano in un certo modo; la seconda, si occupa di ciò che è grande, grandissimo, e ha dimostrato che galassie, mondi, sistemi solari, pianeti, stelle e appalti edilizi in Lombardia funzionano secondo altri criteri. Il problema è che le due discipline fanno a cazzotti tra di loro, e quindi si cerca quel qualcosa che sia in grado di accordare il funzionamento del grande con quello del piccolo. E ci sono già ottimi candidati. Ma questa è  - forse - un'altra storia.

Quale è il problema di una Legge sul conflitto di interessi, e perché una premessa così?
In Italia abbiamo bisogno di una qualche legge fisica che ci costringa a concordare il nostro infinitamente piccolo orto, con l'infinitamente grande esigenza di legalità e di garanzie democratiche. E magari qualche pillola per la memoria.

Facciamo un piccolo balzo indietro nel tempo. Tangentopoli. Qualcuno se la ricorda? Bene, ora abbassate le mani e ditemi: chi si ricorda le fiaccolate di solidarietà di fronte al Palazzo di Giustizia a Milano, quando la politica cercava di  stoppare le inchieste del pool? E, un'ultima domanda, qualcuno si ricorda quando è finita l'inchiesta di Tangentopoli?

L'inizio è ben chiaro, ma la fine è sfumata nella memoria. Tant'è che la domanda è stata fatta molte volte anche a Gherardo Colombo. Se si analizza quello che successe durante Mani Pulite, possiamo riassumere la cosa così: è cominciata partendo dai "pesci grossi", è arrivata poi col tempo ai "pesci piccoli". L'infinitamente grande, l'infinitamente piccolo.

Dopo un mese dall'inizio di Tangentopoli, stavamo già tirando monetine a Craxi e facendo fiaccolate, chiedendo legalità. Quando, col tempo, l'inchiesta è arrivata a colpire il piccolo costruttore del piccolo comune, che aveva pagato una tangente di 500 mila lire al piccolo assessore comunale, le fiaccolate di solidarietà sono finite. Anche nella politica di strada, quindi, ciò che funziona per l'immensamente grande, non funziona per l'immensamente piccolo.

Dal punto di vista di un piccolo libero pensatore come me, che non ha tessere di partito, non è sufficiente sentire "Faremo la legge sul conflitto di interessi", e non è scetticismo nei confronti del centrosinistra o mancanza di fiducia a prescindere per Grillo o timore per le luride ingerenze Berlusconiane. No, il mio scetticismo è più antropologico, più radicato nella memoria: chiunque lo faccia, sarà in grado di scrivere una legge contro il conflitto di interessi che valga e sia efficace dal molto grande al molto piccolo?

Quanti elettori hanno l'onestà intellettuale di ammettere che una legge siffatta dovrebbe idealmente colpire non solo la possibilità di accesso alla politica di Berlusconi, ma anche il proprio parente, magari piccolo costruttore che diventa assessore comunale e si scrive un piano regolatore ad hoc?
Ma anche qualsiasi più piccolo favoritismo e clientelarismo celato dietro la scusa dell'amicizia, una scusa che, un poco, sa di cultura mafiosa.

Io ho il timore, circostanziato da quello che in Italia è già successo, che sia un'utopia, che ogni proposta presenterà sempre falle dovute all'importanza di preservare il proprio infinitamente piccolo orto di elettori, ciascuno di essi con il proprio piccolissimo orto di interessi sui quali è auto-indulgente.

Come sempre, spero con tutto il cuore, un giorno, di essere smentito.

Francesco Lanza | @bedrosian


The true problem of the law against the conflict of interests

The world of science, for years, has been interrogating, fighting, enunciating, trying to prove and fulfill a dream: the Theory that finally can unify general relativity and quantum mechanics. My bet is that it will be even easier to prove a Theory of Everything, than write an effective law against the conflict of interests.

I don't want to be too technical, so I'll try to explain, with a bit of indetermination and a few simple examples, this parallel between science and politics. Those who believe in Creationism live on a comfortable pillow where they can explain basically everything: from the creation of the Universe, down to the existence of certain members of Parliament (they are, too, creatures of the Lord), while those who confide in Science live in a constant conflict of theories, which aspire to become laws and that brilliant minds, since the beginnings of philosophy and maths, have tried to agree upon. Until we arrived to a dead end, caused by the fact that during the last two centuries we managed to be able to reason and observe both the infinitely big and the infinitely small. To make a long story short, there are two big areas of studies: Quantum Mechanics and General Relativity. The first investigates the infinitely small and has understood that electrons, protons, neutrinos, waves and several human brains function in a certain way; the second deals with what is big, very big, and has proven that galaxies, worlds, solar systems, planets, stars and building contracts in Lombardy function according to other criteria. The problem is that the two disciplines don't agree, so scientists are trying to find something that is able to armonize the functioning of the very big and the very small. And there already are very good candidates. But that is - perhaps - another story.

What's the problem of a Law on conflict of interests, and why this introduction?

In Italy we need some physical law that constrains us to armonize the very small interests with the infinitely large need for legality and democratic warranties. And maybe some memory pills.

Let's go back in time a little. Tangentopoli. Does anyone remember that one? Well, now tell me: who remembers the solidarity marches in front of the Palace of Justice in Milan, when politics was trying to stop the inquiries of the pool? And one last question, does anyone remember when Tangentopoli actually ended?

The beginning is quite clear, but the ending is a bit faded in memory. So much that the question was made many times to Gherardo Colombo as well. If we analyze what happened during Clean Hands, we can synthetize it like this: it started with the "big catches", and then in time it got to the "small catches". The infinitely big, the infinitely small.

After one month from the beginning of Tangentopoli, we were already throwing coins at Craxi and doing marches, asking for legality. When, in time, the inquiry arrived to hit the small builder of the small town, who had paid a bribe of 500.000 liras to the small town responsible, the solidarity marches ended. So even for street politics, what works for the infinitely big doesn't work for the infinitely small.

From the point of view of a small free thinker such as I am, who doesn't have any affiliation to parties, it's not enough to hear "we'll do a law on the conflict of interests", and it's not about being skeptical towards the left wing or having a lack of trust for Grillo, or being afraid of the dirty Berlusconian interferences. No, my skepticism is rather anthropological, more sunken in the memory: regardless of who will make it, will they be able to write a law against the conflict of interests that is valid and is effective from the very big to the very small?

How many voters have the intellectual honesty to admit that such a law should equally hit not only the possibility of access to politics of Berlusconi, but also their own relatives, maybe a small constructor who becomes comunal responsible and writes himself a regulatory plan?

But also all the small favoritisms and clientelism hidden behind the excuse of friendship, an excuse that smells, at least a bit, of the mafia culture.

I am afraid that, considering what has already happened in Italy, this is impossible to do, that every proposal will always have some holes due to the importance of preserving the infinitely small interests of voters, on which they are extremely auto-indulgent.

As always, I hope that one day I will be proven wrong.

Francesco Lanza | @bedrosian

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