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sabato 15 dicembre 2012
Sopravvivere tra multicanalità, convergenza, crossmedia, transmedia e storytelling
Ogni giorno che passa ci rendiamo sempre più conto di quanto l’evoluzione della tecnologia, la crescente diffusione dei media digitali e il profondo cambiamento delle abitudini delle persone abbiano anche rivoluzionato il modo con cui comunichiamo e raccontiamo storie.
E’ una rivoluzione culturale prima ancora che tecnologica, che ridefinisce i processi di produzione dei contenuti.
Si creano così nuove opportunità, in particolare per giornalismo, marketing, entertainment e cittadinanza partecipativa; queste richiedono nuove competenze e già oggi offrono spazio per nuove professioni.
Sempre più spesso capita di sentire o leggere termini più o meno nuovi come convergenza, crossmedialità, transmedialità, senza però che ne sia chiaro il significato (e il fatto che talvolta vengano utilizzati a sproposito non ne agevola la comprensione).
Ho pensato quindi di stendere questa breve e semplice guida, per capire, per orizzontarsi e per sfruttare al meglio le peculiarità di ciascun approccio.
- Multimedialità
Si ha quando per comunicare un'informazione riguardo a qualcosa ci si avvale di media diversi. Mette in evidenza l’aspetto tecnologico anziché il contenuto e la narrazione.
- Multicanalità
E’ l’uso combinato di molteplici canali per creare relazioni, per dialogare con il cittadino/utente e per offrire servizi (distribuzione integrata).
- Convergenza
La convergenza dei media è il risultato degli effetti provocati dalla rivoluzione dell’informazione, grazie alle nuove tecnologie digitali che creano interdipendenza tra “contenuti” e “contenitori”.
- Crossmedialità
E’ la possibilità di mettere in connessione tra loro mezzi diversi di comunicazione grazie alle piattaforme digitali, declinando l’informazione nei suoi diversi formati e canali (produzione integrata).
Esempi di crossmedialità sono “Il Signore degli Anelli”, “Harry Potter”.
- Transmedialità
E’ la progettazione di sistemi complessi, adattabili a più forme mediatiche, nell’ottica di collaborazione aperta e spontanea con un pubblico. E’ un’evoluzione rispetto ai concetti di multimedialità e di crossmedialità.
La comunicazione transmediale si muove attraverso diversi tipi di media, aggiungendo a ogni passaggio nuove informazioni all'esperienza dell'utente e usando diversi formati di media. Il fruitore avrà così a disposizione vari "punti di entrata" attraverso i quali immergersi completamente nella narrazione.
La comunicazione transmediale spesso usa pratiche di co-creazione della narrazione, grazie allo spettatore che da passivo del broadcasting assume anche un ruolo attivo, diventando di volta in volta fruitore, creatore, produttore o spettatore.
La transmedialità punta a valorizzare, coinvolgere e raggiungere il maggior numero di persone. Data la sua complessità, richiede un’attenta progettazione.
Parliamo quindi di crossmedia se abbiamo 100 pezzi identici a un singolo pezzo di un puzzle.
Parliamo invece di transmedia se abbiamo 100 pezzi diversi che formano un unico puzzle.
Esempi di transmedialità sono “Matrix”, “Lost”, la serie televisiva americana “Glee” o il progetto “Pottermore”.
- Storytelling convergente
Si ha quando vengono distribuiti gli stessi contenuti all’interno di piattaforme editoriali diverse, per quanto perfettamente integrate tra loro.
- Crossmedia storytelling
Si ha quando un progetto viene declinato su più media distribuendo in ciascuno di essi contenuti specifici e tra loro complementari o addirittura antagonistici.
- Transmedia storytelling
E’ una narrazione che si sviluppa lungo molteplici canali mediali, su ognuno dei quali vengono distribuiti contenuti specifici, con diversi punti di accesso.
Infine, una presentazione non recentissima ma che rende ancora bene l’evoluzione della narrazione nel tempo, dall’uomo primitivo fino ad arrivare alla transmedialità.
Roberto Favini | @postoditacco
Surviving among multichannel, convergence, crossmedia, transmedia and storytelling: a practical guide
Every day we realize how much the evolution of technology, the growing diffusion of digital media and the profound change of people's habits have also revolutionized the way we communicate and tell stories.
It's a cultural revolution before being technological, which redefines the content production processes. New opportunities are created, particularly for journalism, marketing, entertainment and participative citizenship; these require new skills and already offer space for new jobs.
We often hear or read terms that are more or less new, such as convergence, crossmedia, transmedia, without having a clear understanding of their meaning (and the fact that sometimes they are used in the wrong way doesn't help). I thought that it might be useful to write this little guide, in order to understand, comprehend and take advantage of the peculiar aspects of each approach.
Multimedia
You can have it when, in order to communicate an information regarding something, you use different media. It enhances the technological aspect rather than the content and the narration.
Multichannel
The combined use of multiple channels to create relationships, to talk with the citizen/user and to offer services (integrated distribution).
Convergence
Media convergence is the result of the effects caused by the revolution of information, thanks to new digital technologies that create interdependence between "content" and "containers".
Crossmedia
The possibility of connecting different means of communication thanks to digital platforms, declining information in its different formats and channels (integrated production).
A few examples of crossmedia are "The Lord of the Rings", and "Harry Potter".
Transmedia
Projecting complex systems, adaptable to more media forms, in the view of an open and spontaneous collaboration with the audience. It is an evolution of the concepts of multimedia and crossmedia.
Transmedia communication moves through several types of media, adding to each step new information on the user experience and using different media formats. The user will have several entry points he can use to completely immerge in the narration.
Transmedia communication often uses practices of co-creation of narration, thanks to the viewer that from passive of the broadcasting also assumes an active role, becoming a user, creator, producer or spectator.
Transmedia aims to give value, engage and reach as many people as possible. Given its complexity, it requires careful projecting.
We're talking about crossmedia if we have 100 identical pieces of a puzzle.
We're talking about transmedia if we have 100 pieces that together form one puzzle.
Roberto Favini | @postoditacco
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2 commenti :
Grazie Roberto, molto utile. Manca un termine, mixed-reality, che io utilizzo per descrivere alcuni eventi (esperienze sperimentali molto più ridotte rispetto ai tuoi esempi) in cui persone presenti in uno spazio fisico (ad esempio una bilbioteca) comunicano con persone presenti in formato avatar in un mondo virtuale, mentre una diretta streaming diffonde su web tutto ciò che viene detto e fatto in un mondo e nell'altro.
Lo facciamo per presentare libri (a gennaio ne abbiamo uno in programma con la casa editrice Sergio Bonelli), ma potrebbe essere usato per presentare sotto forma di racconto anche prodotti e servizi.
Resta un dubbio: il termine mixed-reality è adatto? Oppure sono più adatti multicanale e transmediale?
Per chiarire metto il link ad alcune foto della presentazione fatta la settimana scorsa a Milano di un libro la cui storia è ambientata ambientata nel 1400. Le prime riguardano ciò che si vedeva dall'interno del mondo virtuale, le ultime ciò che si viveva stando in biblioteca: http://www.libriamotutti.it/2012/12/le-foto-dellincontro-del-4122012/
Grazie a te per la puntualizzazione, Giovanni.
Io vedo sia la mixed-reality che la augmented reality come due delle varie tipologie classificabili come transmedia (e, spesso, più specificatamente come transmedia storytelling).
Se un giorno di questi deciderò di creare uno Slideshare con queste classificazioni, vedrò di aggiungerle come esempio :)
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