▼ Il tweet del giorno
Berlusconi: "Presidente della Convenzione? Solo una battuta". Come quando prometteva un milione di posti di lavoro ed il rimborso dell'IMU.
— Il Triste Mietitore (@TristeMietitore) 08 maggio 2013
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giovedì 21 marzo 2013
Da Pontida e dalla Bossi-Fini a Laura #Boldrini
Non sono mai stato tenero nei confronti di Sinistra Ecologia Libertà, pur avendone fatto parte per due anni.
Non ho mai risparmiato critiche o contestazioni verso il gruppo dirigente, non sempre aperto all'ascolto dei militanti e in alcuni casi miope e sordo alle domande di cambiamento (emblematiche le amministrative di Napoli). Tuttavia, va dato merito a Nichi Vendola, nonostante i limiti delle primarie per i parlamentari di Sel (il listino bloccato riservato ad alcuni dirigenti andava evitato), di aver portato in Parlamento una figura splendida e cristallina come Laura Boldrini. Una donna che, a costo di apparire retorico, ha speso gran parte della sua vita a difendere gli ultimi, i migranti e i rifugiati.
Su Il Messaggero di qualche giorno fa, vi è un aneddoto sulla nascita della sua candidatura come deputata. La Boldrini si trovava in Grecia, questa volta a soccorrere un uomo di colore malmenato, massacrato di botte da simpatizzanti di Alba Dorata, formazione politica neonazista. E' qui che riceve una telefonata da parte di Nichi Vendola, desideroso di offrirle un un posto nelle liste di Sel. Il governatore pugliese, tuttavia, non riesce quasi a proferire parola (il che è tutto dire) perché lei, terribilmente presa da quella vicenda, lo sommerge al telefono per dieci minuti, raccontandogli minuziosamente l'accaduto e le sue sensazioni. Solo poi un: «Ah, scusa Nichi, volevi dirmi qualcosa?».
Nella sua nomina e nel suo discorso vi è stata una rottura totale con il passato: una rottura nei modi di fare e d'intendere la politica, nello stile e nel linguaggio. Non più uomini di partito, non più la vecchia nomenclatura, non più le Finocchiaro o i Franceschini (i nomi più caldeggiati fino a due giorni fa; la presenza del M5S ha sicuramente influito sul cambio di rotta), non più personaggi estraniati dal mondo che mai hanno conosciuto il dolore sociale, ma una rappresentante del mondo associazionistico e del volontariato, lontana da tutto ciò che potrebbe essere definito come «casta», continuamente impegnata in missioni umanitarie in Paesi come Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran, Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda, che le hanno permesso di vivere in prima persona la povertà, la sofferenza, le difficoltà di ognuno.
Non più i bunga-bunga, non più gli insulti contro la Magistratura, non più le offese di stampo razzista contro i migranti. No, non più. Non più i «Non vorrei mai fra cinque anni e un mese trovarmi un presidente abbronzato», «In un paese civile non si può fare votare dei bingo-bongo che fino a qualche anno fa stavano ancora sugli alberi», «Tornino giù nel deserto a parlare con i cammelli o nella giungla con le scimmie» di Calderoli, i «Pensate se ai nostri nonni avessero raccontato che noi ci lasciamo togliere i canti natalizi da una banda di cornuti islamici di merda», «Noi ai clandestini bastardi gli diamo il mille per mille di calci in culo con la legge Bossi-Fini» di Borghezio, non più i diti medi di Bossi, ma la parola «diritti» (la più pronunciata, ben sette volte, eccetto i termini comuni del nostro vocabolario), la bellezza del linguaggio, la sensibilità, l'ascolto, la persona nella sua essenza e nella sua sofferenza al centro dell'agire politico.
«Farò in modo che questa istituzione sia anche il luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno. […] Dovremo impegnarci tutti a restituire piena dignità a ogni diritto. Dovremo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri. […] Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore. […] Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l’aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante. […] Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore e inesplorata di un disabile. […] La politica deve tornare ad essere una speranza, un servizio, una passione».
Dopo anni di rutti provenienti da Pontida, ne avevamo davvero bisogno.
Pasquale Videtta | @pasqualevidetta
From Pontida to Laura Boldrini
I've never been kind with SEL, even though I've been a part of it for two years.
I've never saved critics or contestations towards the direction group, not always open to listening the activists and in some cases deaf and blind to the requests of change (an example of which are the administrative elections in Naples). However, we must give credit to Nichi Vendola, in spite of the limitations of the primaries for SEL's MPs (the blocked list reserved to a few directors should have been avoided), of bringing to Parliament a brilliant and transparent figure such as Laura Boldrini. A woman who, even if I might seem rhetorical, has spent a great deal of her life defending the refugees, the last ones.
On Il Messaggero, there's an anecdote on the birth of her candidacy as a member of Parliament. Boldrini was in Greece, this time helping out a black man who had been massacred by Golden Dawn members, a neonazi political formation. It was there that she got the phone call from Nichi Vendola, who wanted to offer her a place in SEL's lists. The Puglia governor, however, almost couldn't say a word because she was so shocked by that story, that she kept him on the phone for ten minutes, accurately telling him about what had happened and her sensations. And then: "Oh, sorry Nichi, did you want to tell me something?".
In her nomination and her speech there was a total break with the past: a fracture in the ways of doing and intending politics, in style and language. No party people anymore, no old names, no more Finocchiaro or Franceschini (the names that were circulating until a couple of days ago: the presence of M5S has surely had an influence on the change of trajectory), no more people outside the world who have never known social pain, but a representative of the world of associations and not for profit organizations, away from what might be defined as a caste, continuously working in humanitary missions in countries like Afghanistan, Pakistan, Iraq, Iran, Sudan, Caucasian area, Angola and Rwanda, which have allowed her to live first hand poverty, suffering, and everyone's difficulties.
No more bunga bunga, no more insults against the Law, no more racist slurs against immigrants. No, not anymore. No more "I wouldn't want to see a tanned president in 5 years and a month", "In a civil country you can't let some bingo-bongos who just got down the trees actually vote", "Let them go back to the desert to talk with cammels, or in the jungle with the monkeys", all words by Calderoli, the "Just think if we told our grandparents that we them take Christmas carols away because of a band of damned islamic people", "We're going to kick the illegal immigrants butts one thousand times with the Bossi-Fini law" by Borghezio, no more middle fingers by Bossi, but the word "rights" (the most pronounces, seven times, except for the common terms of our vocabulary), the beauty of language, the sensibility, listening, the person in her essence and the suffering at the center of the political action.
Pasquale Videtta | @pasqualevidetta
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sabato 1 dicembre 2012
Le risposte (e non) di @matteorenzi, @nichivendola e @pbersani alle domande dei lettori, tra #primarie ed #elezioni2013
In queste ultime settimane abbiamo portato avanti un'attività che, per certi versi, può essere descritta come un tentativo di partecipazione alla vita pubblica in modo completamente nuovo.
Abbiamo raccolto e pubblicato domande dei nostri lettori per Matteo Renzi, Nichi Vendola e Pierluigi Bersani. Contrariamente a tutte le aspettative, la partecipazione è stata ingente, portando alla raccolta, nel primo caso, quello di Matteo Renzi, di ben 50 domande diverse.
Matteo Renzi, le 50 domande dei lettori e la sua non risposta
Come descritto dettagliatamente nel post "La (non) risposta di Matteo Renzi alle 50 domande dei lettori", purtroppo le domande sono rimaste senza risposta. Sapevamo che 50 domande erano molte, e rispondere punto per punto in piena campagna elettorale sarebbe stato molto difficile, ma quando lo staff ha risposto dicendo che ci stavano già lavorando, e addirittura Matteo Renzi stesso ha promesso pubblicamente che ci avrebbero fatti avere entro l'indomani tutte le risposte, siamo rimasti molto piacevolmente colpiti.
@intervistato Ho visto le domande. Tutte le risposte sono già sul programma oppure nella sezione "Verità su Matteo" del matteorenzi.it
— Matteo Renzi (@matteorenzi) Novembre 23, 2012
Uno stupore destinato a durare poco, in quanto le promesse non sono state mantenute e l'impegno non è stato rispettato, lasciandoci solo con il suggerimento di andare a vedere il sito, in quanto avremmo trovato lì le risposte. Dopo 15 giorni di attesa e promesse, ci si aspettava - a ragione - qualcosa di più, anche perché in realtà nel programma la stragrande maggioranza delle domande da noi raccolte non trova risposta, e anche se la trova, è in via del tutto marginale.
Per quanto riguarda Matteo Renzi, siamo tutt'ora in attesa di un riscontro puntuale, come da suo impegno, rispetto alle 50 domande.
Nichi Vendola, le 40 domande dei lettori e le sue risposte
Il 21 Novembre abbiamo pubblicato le domande raccolte per il Governatore della Puglia Nichi Vendola, il cui staff ci ha subito chiesto una trascrizione per facilitarlo nelle risposte. Quindi, dopo soli due giorni, ci sono state inviate le risposte che trovate di seguito. 40 risposte per 40 domande raccolte sui social media dai lettori, una prova di grande sensibilità nei confronti dei temi legati alle nuove tecnologie e alle nuove possibilità di partecipazione attiva alla vita pubblica.
Pierluigi Bersani, le 40 domande dei lettori e le sue risposte
Il 28 Novembre abbiamo pubblicato le domande raccolte sui social media per l'attuale segretario del PD, Pierluigi Bersani. Le risposte, anche in questo caso, sono arrivate nel giro di due giorni, e anche in questo caso puntuali rispetto alle 40 domande fatte. Potete leggerle qui:
Naturalmente l'obiettivo non è fare domande in vista delle primarie del centrosinistra, bensì per le elezioni politiche. Questa opportunità per fare domande ai politici in modo completamente nuovo, utilizzando degli strumenti di "uso quotidiano", ai quali la politica italiana si sta proprio in questo periodo avvicinando, è stata accolta con entusiasmo da coloro che hanno partecipato.
Non c'è dubbio sul fatto che si possa migliorare, ma una riflessione è necessaria: è evidente il desiderio di qualcosa di innovativo e diverso, per quel che concerne la partecipazione democratica alla vita pubblica, e questo desiderio dovrebbe poter trovare una soluzione in format e opportunità nuove, che possano realmente permettere di partecipare grazie ai nuovi strumenti che i cittadini hanno a disposizione.
Cittadini che vivono la rete e la utilizzano tutti i giorni, e il cui voto ha un peso.
Maria Petrescu | @sednonsatiata
The answers (or not) of Matteo Renzi, Nichi Vendola and Pierluigi Bersani to the readers' questions
During these last few weeks we carried on an activity that, in some ways, can be described as an attempt to participate to public life in a completely new way.
We collected and published our readers' questions for Matteo Renzi, Nichi Vendola and Pierluigi Bersani. Against all the odds, the participation has been huge, leading to gather 50 questions for Matteo Renzi, who was the first.
Matteo Renzi
As we described in detail in the post "The non answer of Matteo Renzi to our readers' questions", the questions have remained without an answer. We knew that 50 questions are a lot, and answering during the campaign would have been difficult, but when the staff answered saying that they were already working on it, and Matteo Renzi himself promised publicly that they would give us everything in one day, we were very pleasantly surprised.
The surprise wouldn't last for long, since the promises haven't been kept, they simply suggested to go see the website. After 15 days of promises and waiting, we expected - with reason - something more, because the program doesn't really answer the questions, and in the cases it does, it's only marginal.
So, to sum it up, when it comes to Matteo Renzi, we're still waiting for an answer, as he promised, to the 50 questions.
Nichi Vendola
On November the 21st we published the questions collected for the Apulia Governor Nichi Vendola, whose staff asked us for the transcript in order to make it easier for him to answer. So after two days, they sent us the answers you can find above. 40 answers for 40 questions from social networks, a proof of great sensibility toward the topics related to new technologies and new possibilities of participation to public life.
Pierluigi Bersani
On November the 28th we published the questions for the current secretary of PD, Pierluigi Bersani. The answers arrived in about two days, you can read them above.
Of course, the goal aren't the primaries of center-left wing, but the political elections. This opportunity to ask questions to politicians in a completely new way, using daily use tools, which Italian politics is just starting to use now, has been greeted with enthusiasm by those who participated.
There's no doubt on the fact that we can get better at it, but we do need to think about a few things: it is obvious that there's a desire to do something new and different regarding democratic participation to public life, and this desire should find solution in some kind of format or new opportunity, that can allow a real participation to public life thanks to the new tools citizens have.
Citizens who live the web and use it every day, and whose vote has an importance.
Maria Petrescu | @sednonsatiata
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sabato 24 novembre 2012
Le risposte di @NichiVendola alle 40 domande dei lettori
Nichi Vendola ha dato risposta alle 40 domande raccolte dai nostri lettori: dopo qualche giorno dalla pubblicazione delle domande, il Governatore della Regione Puglia ci ha inviato, attraverso il suo staff, le 40 risposte che potete leggere di seguito.
[Qui le 40 domande dei lettori]
Ma procediamo con ordine.
Dopo la pubblicazione delle 50 domande per Matteo Renzi, il 18 Novembre abbiamo lanciato anche la raccolta delle domande per Nichi Vendola con un post su Facebook e gli hashtag #intervistatu #Vendola su Twitter. Anche in questo caso i quesiti non sono tardati ad arrivare: nel giro di pochissimi giorni siamo arrivati a quota 40, e il 21 Novembre le abbiamo pubblicate, sollecitando una risposta attraverso i nostri canali social, e in particolare su Twitter.
Il 21 Novembre stesso abbiamo inviato, su richiesta dello staff, le domande in forma scritta, con la speranza che almeno in questo caso i nostri lettori avrebbero ottenuto risposta.
E così è stato: ieri, dopo soli 2 giorni dalla pubblicazione delle domande, Nichi Vendola ha risposto punto per punto, chiarendo la sua posizione su temi come una ipotizzata alleanza con Casini, il fine vita, il conflitto d'interessi, i rifiuti, la cultura, la sanità e la scuola pubblica, e molti altri temi che toccano tutti noi da vicino, ogni giorno.
Potremmo distinguere, per comodità, tre grandi aree tematiche: sociale, economica ed amministrativa, per catalogare la tipologia di domande arrivate dai lettori.
Per quanto concerne gli aspetti relativi al sociale, Vendola conferma la sua posizione, specialmente quando si parla di diritti civili per le coppie di fatto, riguardo alle quali risponde:
"Sulla questione ancora irrisolta delle coppie di fatto, devono essere riconosciuti loro gli stessi diritti dei coniugi in materia di successioni, di diritto al lavoro, di disciplina fiscale e previdenza, perché la Corte costituzionale ha stabilito che hanno “diritto a un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”."
E prosegue con una replica riguardante le difficoltà di un'eventuale alleanza con Casini:
"Riguardo Casini non mi preoccupo. In primo luogo perché se ci sono io, lui non ci sarà. Diversamente da altri che lo inseguono in continuazione, io me ne sono fatto una ragione."
Passando invece agli aspetti relativi alla finanza, alla domanda riguardo alla sua posizione nei confronti delle banche e del mondo finanziario in generale replica:
"La mia relazione con la finanza sarà chiara: io sto dalla parte dell'economia reale, dei lavoratori, delle loro famiglie e delle imprese. Dobbiamo far tornare la finanza un'ancella, detronizzarla dal ruolo che ha assunto di guida dei destini economici dei paesi.
Dobbiamo tornare a separare chiaramente le banche di investimento, regolamentare in modo estremamente stringente gli strumenti finanziari consentiti, reprimere la speculazione anche attraverso una vera Tobin Tax. Se diventerò presidente del consiglio chiamerò economisti esperti di questa materia a collaborare con il governo per individuare le modalità della “repressione finanziaria” e una delle mie priorità sarà convincere Stati Uniti e Gran Bretagna che non possono sottrarsi a questo impegno: ne va della loro stessa economia. Infine credo che la riforma della BCE perché possa liberamente acquistare titoli di stato come la Fed americana sia decisiva: non possiamo lasciare che la speculazione decida lo “spread”, facendo schizzare il debito pubblico alle stelle. Alla signora Merkel, che si oppone a questa riforma, dirò che ha già avuto tutto quel che ha chiesto: ora è tempo per lei di cedere, anche perché senza di ciò l'eurozona rischia di deflagrare."
Infine, a proposito della scuola pubblica:
"In questi anni è andato in scena un cortocircuito: da un lato scuola pubblica e sanità sono state depresse e impoverite, dall'altro parte della politica (si pensi, in modo particolare, alla Gelmini) ha tentato di mercantilizzare e privatizzare quelli che sono due diritti fondamentali. 20 anni di berlusconismo hanno fatto sì che a salire in cattedra non fossero più gli insegnanti, ma i reality show, la loro volgarità, l'idea che il vero successo sia quello televisivo. E' drammatico vedere che nella classifica OCSE sui Paesi industrializzati, l'Italia sia penultima (al 31° posto) per spesa pubblica verso l'Istruzione (solo il 9%). Per questo occorre un intervento radicale per rimettere al centro l'importanza della scuola pubblica, ad esempio innalzando gradualmente l'obbligo d'istruzione fino ai 18 anni e introducendo il tempo pieno. Bisogna ripensare e migliorare l'edilizia scolastica, eliminando tutte quelle barriere architettoniche che impediscono un effettivo accesso universale al diritto allo studio e investendo nel rinnovo di strutture vecchie, pericolanti e inadeguate. Le risorse ci sono: basterebbe tagliare gli F35 e il Tav in Val di Susa. Non si tratterebbe di scelte ideologiche, ma di semplice buon senso: peccato che questo non sempre vada ad "alta velocità". Allo stesso tempo, è necessario un piano di immissione in ruolo dei precari, fino ad esaurimento delle graduatorie, è necessario anche un piano per gli asili nido, ed è urgente ripristinare la presenza di insegnanti di sostegno."
Naturalmente si tratta solamente di alcuni frammenti di un'intervista ben più lunga, alla cui lettura rimando attraverso lo Scribd all'inizio di questo post.
Quello che posso dire, a nome di tutti i lettori, è "Grazie". Grazie per aver ascoltato, ed aver trovato il tempo per rispondere. In un panorama politico in evoluzione come quello italiano, con il ruolo della Rete sempre più centrale nel dibattito pubblico, queste risposte rappresentano la dimostrazione che il dialogo può esistere, che la politica può essere partecipata in modo nuovo, e la presenza sui social non è solamente una moda del momento, ma un impegno. Un impegno vero.
Maria Petrescu | @sednonsatiata
Nichi Vendola's answers to our readers' 40 questions
Nichi Vendola has answered the 40 questions gathered from our readers: only a few days after the publication of the questions, the Governor of Region Puglia has sent us, through his staff, the 40 answers you can read below.
But let's take it one step at a time.
After publishing the 50 questions for Matteo Renzi, on November the 18th we launched the question collection for Nichi Vendola with a post on Facebook and the hashtags #intervistatu #Vendola on Twitter. In this case, as in Renzi's case, the participation has been important: in just a few days we reached 40 questions, and on November the 21st we published them, asking for an answer via our social channels, in particular Twitter.
On November the 21st we also sent the questions in written form, with the hope that at least this time our readers would get an answer.
And so it was: yesterday, after only two days since the publication of the questions, Nichi Vendola answered point by point, question by question, clearing his position on topics such as a hypothetical allegiance with Casini, end of life, conflict of interests, waste, culture, sanity and public education, and many other topics that influence our lives every day.
We can distinguish three areas of interest: social, economical and administrative, to catalogue the types of questions we got from our readers.
As for the matters regarding the social aspects, Vendola confirms his position, especially when talking about civil rights for couples, regarding which he says:
"On the yet unresolved matter of couples, they must be recognized the same rights as married couples regarding succession, the right to work, fiscal and previdence discipline, because the Constitutional Court has established that they have the right to a treatment that is the same as the one granted by law to married couples."
And goes on with a replica on the difficulties of an allegiance with Casini:
"I'm not worried about Casini. First of all because if I'm there, he won't be. Unlike others who constantly chase him, I've understood it's not for me."
Talking about the financial markets, he says:
"My relationship with finance will be clear: I'm siding with real economy, workers, their families and enterprises. We must make finance return to being a servant, take her down from the role of guide of the economical destiny of countries.
We must separate clearly the investment banks, introduce rigid rules as for allowed financial tools, repress speculation thanks to a proper Tobin Tax. If I will become Prime Minister, I will call economists who are experts on the matter to collaborate with the government in order to find the ways of "financial repression" and one of my priorities will be convincing the USA and GB that they can't hold back from this mission: their own economies are at risk as well. Finally I belive that a reform of the Central European Bank so that it can buy state titles like the American FED does will be vital. We can't let speculation decide the spread, making public debt skyrocket. To Mrs. Merkel, who has been opposing this reform, I'll say that she already had everything she asked for. Now it's time to back off, because otherwise the eurozone risks to explode.
Of course, these are only fragments of an interview that is much longer, and you can find it in the Scribd above.
What I can say, and I believe I speak in the name of all of our readers, is thank you. Thank you for listening, for finding the time to answer. In a political scenario in continuous evolution as the Italian one, with the Web having a more central role every day, these answers represent the demonstration that dialogue can exist, that politics can be participated in a new way, and the presence on social media isn't just a fashion of the moment, but a committment. A true commitment.
Maria Petrescu | @sednonsatiata
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mercoledì 21 novembre 2012
40 domande a @NichiVendola, tra #primarie ed #elezioni2013. Risponderà #oppureno?
Manca poco alla celebrazione del rito delle primarie del Pd: domenica, chi vorrà, potrà recarsi nelle sezioni e nei gazebo per scegliere il suo candidato premier ideale di questa alleanza API, SEL e PD.
In corsa c’è anche il governatore della regione Puglia Nichi Vendola per il quale abbiamo raccolto una serie di domande fatte dai lettori di Intervistato.com attraverso i nostri canali sui social network. Dopo Renzi arrivano le altre domande, stavolta tocca a Vendola e non ci fermeremo qui.
#intervistatu come è possibile che nel suo pantheon non ci sia Berlinguer? #Vendola
— Federì (@FedericoLukkini) Novembre 18, 2012
Nichi Vendola si è proposto come l’alternativa, come l’Oppure, non solo verso gli altri candidati, ma al modo in cui viene governata l’Italia. Vendola non ha mai nascosto la sua opposizione al governo dei tecnici, anzi, l’ha diffuso ovunque. Ha fatto una campagna per le primarie basata essenzialmente sulla sua persona (più degli altri), fisica, morale e intellettuale, non solo facendo del suo nome e del suo viso l’icona principale della campagna, diventando protagonista della campagna sui diritti civili arrivando alla dichiarazione “Mi voglio sposare”.
@intervistato @colvieux @nichivendola #intervistatu #Vendola credi che la #Fiom sia dalla parte dei lavoratori o dei tesserati?
— Alessandro Raggi (@AlessandroRaggi) Novembre 20, 2012
Ha anche esperienze importanti di governo territoriale con risultanti sopra la media. Poi c’è l’eloquio, importante, a volte addirittura troppo importante, più di lui. Questo, però, è un paese strano, a cui servono non solo slogan di lancio e punti forti di programma, ma anche una forte dose di mediazione, necessaria per rimettere insieme un paese che da puzzle si è trasformato in una scatola di Lego scompaginati.
@intervistato come pensa di aspirare a Palazzo Chigi con un partito al 6% circa? Con quali voti prenderebbe la fiducia? #intervistatu
— Daniele Keshk (@DanieleKeshk) Novembre 20, 2012
Qui abbiamo raccolto una serie di domande su temi molto diversi, dai diritti alla politica industriale, dalla politica estera alla scuola, ma anche al taglio delle spese per la casta e delle spesa pubblica, che significa anche riduzione di personale. Quello che chiediamo a Vendola è di entrare con le mani dentro gli ingranaggi del motore Italia, perché se è ridotta come una vecchia Fiat allora c’è molto da lavorare.
#intervistatu #Vendola quali i settori industriali su cui deve puntare l'italia?Ha ancora senso la siderurgia o l'auto per il nostro paese?
— simone corami (@psymonic) Novembre 19, 2012
Si governa senza se e senza ma per i diritti e con i propri principi, ma è necessario anche tessere alleanze, ma non parliamo di partiti, piuttosto di componenti di questo paese, operai e imprenditori, autonomi e dipendenti, cattolici e laici.Insomma Nichi, come facciamo?
[UPDATE: Qui le risposte di Nichi Vendola alle domande dei lettori]
Simone Corami | @psymonic
Maria Petrescu | @sednonsatiata
40 questions for Nichi Vendola
Not much left before the celebration of the primary ritual of the PD: on Sunday, those who want to vote can go in the dedicated sections to choose the ideal premier candidate for this API, SEL, PD allegiance.
Governor of Puglia Nichi Vendola is also a candidate, and we gathered a few questions from our readers via our social channels. After Renzi, here are the other questions, this time they're for Vendola, and we're not stopping here.
Nichi Vendola has proposed himself as the alternative, as the "OR", not only towards the other candidates, but to the way Italy is run. Vendola has never hidden his opposition to the technician government, on the contrary, he left everyone know. He's done a campaign for the primaries based essencially on his person (more than others), physical, moral and intellectual, not only making his name and face the main icon of the campaign, but also by becoming a protagonist of the civil rights campaign with the statement "I want to get married".
Vendola is a left-wing man, a poet, a homosexual and a Catholic. He has always claimed every component of his identity and this must be considered as a point of honor in a political scenario that has transformism as a banner. He also has important experiences of territorial government with results that are above average. And then there's the speech, important, sometimes too important, more than him.
This, however, is a strange country, which doesn't need just launch slogans and strong program points, but also a strong dose of mediation, necessary to put together a country that has turned from a puzzle to a messed up Lego box.
Here are a series of questions on various topics, from rights to industrial politics, from foreign affairs to school, but also the cut of expenses of the caste and of public waste, which also means a reduction of personnel. What we're asking Vendola is to put his hands in the Italy engine, because if it's messed up like an old FIAT then there's a lot of work to do. Who rules the country must do so without "ifs" and without "but", for rights and principles, but it is necessary to create allegiances, and we're not talking about parties: we're talking about components of this country, workers and entrepreneurs, autonomous and employees, catholics and laicists.
So Nichi, what are we going to do?
Simone Corami | @psymonic
Maria Petrescu | @sednonsatiata
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mercoledì 14 novembre 2012
#Csxfactor vs. #ilconfrontoskytg24: quasi 100.000 tweet durante l'evento, @matteorenzi il più discusso
Il confronto politico che si è tenuto su SkyTg24 tra i rappresentanti della sinistra italiana di oggi, ha coinvolto in particolar modo gli utenti di Twitter, ormai divenuta una vera agorà 2.0. Gli utenti hanno seguito la conversazione sul dibattito attraverso l'hashtag ufficiale #ilconfrontoskytg24 e l'alternativa creata da @nomfup, #csxfactor.

Nel dettaglio, il numero totale di tweet registrati durante l'evento è stato di 92.473, gli utenti unici attivi quasi 20.000, per un totale di 152.666.317 impression (somma delle visualizzazioni potenziali dei tweet). Un vero record a livello mediatico per i leader del centrosinistra, che hanno veicolato le discussioni su Twitter per tutta la serata del 12 novembre, raggiungendo un picco massimo di conversazioni alle 22, quando si sono toccati i 1.250 tweet.
I top poster durante il dibattito sono stati @_pierini_ (131 tweet), @argotone (116) e @michele_darling (110), account rappresentativi di quel pubblico giovane e nerd che anima Twitter per trovare il modo di dialogare con il sistema, o criticarlo se necessario.
Gli utenti che hanno generato più impression durante il dibattito invece, rappresentano quegli organi dell'editoria offline che hanno trovato un loro posizionamento online forte anche sui social. Su tutti troneggia @Fattoquotidiano con quasi 30 milioni di impression generate, seguono @Skytg24 e il @Corriereit. Tra i politici presenti al dibattito (con profili attivi su Twitter) quelli più menzionati sono stati @MatteoRenzi (4.116 tweet dedicati), @pbersani (2.496) e @NichiVendola (1.574).
Appartiene a loro anche il podio delle keyword più usate, in cui però Vendola sembra aver catalizzato maggiormente l'attenzione degli utenti rispetto a Bersani. In realtà, se si sommano anche i dati riguardanti gli hashtag più menzionati durante il dibattito, noterete che invece #bersani è stato al centro di molte più discussioni rispetto al Presidente della Regione Puglia.
Rimanendo sempre in ambito hashtag, è da sottolineare come il pubblico di Twitter ami creare codici di comunicazione propri che esulano, sbeffeggiano e ribaltano quelli ufficiali. Quello ufficiale del dibattito #ilconfrontoskytg24 è stato utilizzato solo 30.000 volte, rispetto al doppio delle mention di #csxfactor, hashtag generato dalla rete, molto più di impatto e comunicativo rispetto al primo. Questo dimostra che per creare engagement su Twitter, bisogna comprenderne e parlarne la lingua.
Come era prevedibile, la maggior parte dei tweet si sono concentrati nella finestra temporale tra le 21 e le 23, con un warm up iniziato verso le ore 20 e una coda lunga che è andata esaurendosi in tarda nottata.
Tra le parole più citate, emergono chiaramente i nomi dei candidati, con Renzi, Vendola e Bersani in testa, seguiti da Tabacci e Puppato, che invece passano decisamente in secondo piano.
Infine, il tag cloud degli hashtag: emerge chiaramente la superiorità numerica dell'hashtag #csxfactor, ben più utilizzato rispetto a quello ufficiale. Seguono altri hashtag coniati appositamente per il dibattito e i nomi dei candidati.
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Arianna Panacea | @thefool_it
#Csxfactor vs. #ilconfrontoskytg24: almost 100.000 tweets, and @matteorenzi the most mentioned
The political debate held on SkyTG24 among the representatives of today's Italian center-left, has engaged Twitter users in a very intense way. Users have followed the conversation on the debate with the official hashtag #ilconfrontoskytg24 and the alternative created by @nomfup, #csxfactor.
In detail, the total number of tweets registered during the even was 92.473, active unique users almost 20.000, for a total of 152.666.317 impressions (the sum of the potential views of the tweets). A true record at a media level for the leaders of center-left, who have led the discussions on Twitter for the entire evening of November the 12th, reaching a maximum peak of conversations at 22, when 1.250 tweets per minute have been reached.
The top posters of the evening were @_pierini_ (131 tweets), @argotone (116) and @michele_darling (110), accounts that are representative of the young, nerdy audience that animates Twitter to start a conversation with the system and criticize it if necessary.
The users who have generated most impressions during the debate are the newspapers or media companies that have found a strong online positioning on social networks as well. First of all, @Fattoquotidiano with almost 30 milion impressions, followed by @skytg24 and @corriereit. Among the politicians present at the debate (with profiles active on Twitter) the most mentioned have been @MatteoRenzi (4.116 dedicated tweets), @pbersani (2.496) and @NichiVendola (1.574).
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mercoledì 10 ottobre 2012
Efficacia comunicativa e chiarezza degli obiettivi: la strategia di @matteorenzi alle #primarie
Scrive bene Stefano Menichini nel suo editoriale di martedì su Europa, le critiche che vengono mosse a Matteo Renzi in queste settimane -in maniera più sistematica da quando il Segretario del Pd e Nichi Vendola hanno ufficializzato la loro candidatura per le primarie - sono assolutamente strumentali.
Non solo non indeboliscono il Sindaco di Firenze, ma lo rafforzano creando una schiera di difensori d’ufficio che probabilmente fino a poco tempo prima non erano poi così convinti di sostenerlo. D’altronde quando si ragiona per compartimenti stagni, capita spesso che la dialettica si infranga sul muro delle granitiche posizioni predefinite. L’accusa di aver copiato diversi punti del programma ufficiale del partito mossa da Stefano Fassina, suona quantomeno bizzarra; in molti si sono chiesti se il responsabile economico del Pd sapesse che Renzi non si presenta in quota Lega Nord e che sarebbe piuttosto strano il contrario, cioè che i
programmi dei due candidati divergessero su alcuni temi fondamentali.
Il Segretario di Sel ha inaugurato la sua campagna elettorale accusando il giovane sfidante di aderire a “modelli culturali vecchi, improntati al liberismo e che dunque dovrebbero essere rottamati”, lasciando parte dell’elettorato sgomento a domandarsi se quelle parole fossero state pronunciate nel 2012 o se la lancetta del tempo fosse tornata indietro fino al 1969.
C’è solo un aspetto su cui Renzi sarebbe veramente attaccabile, scrive Menichini, la sua incapacità di compattare il partito, di unire, di far sì che le sue posizioni vengano legittimate dall’assemblea. Il rottamatore infatti si tiene ben distante dai simboli, da colori che possano in qualche modo richiamare al passato di quella parte politica che con veste rinnovata si candida a rappresentare. Ma siamo sicuri che questa presunta incapacità, a fini elettorali, sia un punto debole e non una decisone strategica sapientemente studiata? Renzi corre da solo, spariglia le carte distribuendo calci al passato senza distinguo troppo sottili. Il Sindaco di Firenze più di qualsiasi altro uomo di partito, ha capito che la politica nell’immaginario dei cittadini, è rimasta chiusa tra le mura dell’autoreferenzialità e che per marcare veramente la differenza con i suoi sfidanti non è sull’età che deve puntare, piuttosto è sulla sua lontananza rispetto a quegli ambienti che oggi vengono visti solo come luoghi deputati alla spartizione del potere. Se finalizzato alla creazione del consenso, questa sorta di snobismo al contrario non può che pagare.
È da contestualizzare in questo quadro anche l’eloquio arrogante, impertinente e sognatore; sono da inserire in questo disegno le minacce di pensionamento mosse contro un D’Alema che, rimanendo anacronisticamente sospeso nel tempo, non gli risparmia critiche tanto feroci quanto immotivate. Non sarà certo grazie a questo atteggiamento che il Paese tornerà a crescere, che si creeranno nuovi posti di lavoro, che si risolverà il problema degli esodati o che riusciremo a tagliare la spesa pubblica, ma è sicuramente anche grazie a questa spinta verso una politica (almeno negli intenti) diversa, che si ridarà speranza a chi veramente, più del futuro capo di governo, dovrà impegnarsi per modificare quotidianamente questo Paese: i cittadini.
Possiamo dolercene ma dobbiamo prenderne atto; viviamo in un momento in cui è diventato più importante dare un segno tangibile del cambiamento piuttosto che dimostrare la propria capacità strategica nella guida del paese. Ed è inutile che i dirigenti della vecchia guardia gridino allo scandalo, se il cambiamento fosse stato un processo endogeno alla politica non ci sarebbe stato bisogno di creare quello che dai più viene vissuto come un lacerante strappo.
Non esiste una scala di valori che l’elettore consulterà prima di recarsi alle urne, come non esiste il paventato duello tra contenuti programmatici e capacità comunicative; l’unico terreno su cui si sfidano i candidati, è la visione sul futuro del Paese. Il Sindaco di Firenze ha osato non rispondere a quel richiamo verso il minoritarismo che ha da sempre relegato il centro sinistra sul gradino del secondo arrivato, ma con dignità, come direbbe qualcuno. Oggi la dignità non basta più. Bisogna convincere, scatenare entusiasmi e riappassionare i delusi immaginando proposte nuove, perché nuovo è il mondo in cui ci siamo risvegliati dopo anni di letargo. I metodi di Renzi, forse, sono ancora indigesti alla maggioranza del partito, ma sareste pronti a dire lo stesso della maggioranza degli elettori?
Erica Sirgiovanni | @erica_sir
Communication efficacy and clear goals: Matteo Renzi's strategy at the primaries
Stefano Menichini is quite right in his Tuesday editorial on Europa, the criticism towards Matteo Renzi during these last few weeks - in a more systematic way since the Secretary of PD and Nichi Vendola have made their candidacy to the primaries official - are absolutely instrumental. Not only they do not make Florence's Mayor weaker, they reinforce him by creating a series of appointed defensors that probably until some time ago weren't even so convinced they supported him. When you think in closed departments, it happens that dialectics crashes on the wall of predefined, granitical positions. The accusation of copying some points of the ufficial party program launched by Stefano Fassina, sounds bizarre to the least; many have wondered whether the economical responsible for PD knew that Renzi doesn't candidate himself with Lega Nord, and that maybe it would be stranger to see the contrary, that the programs of the two candidates were too different on some fundamental topics.
The SEL secretary has started his elections campaign by accusing the young challenger of adopting "old cultural models, steeped in liberism and that should be eliminated", leaving part of the voters amazed wondering whether those words were uttered in 2012 or time had gone back to 1969.
There's only one aspect on which Renzi would truly be vulnerable, writes Menichini, which is his incapacity of making the party compact, of uniting, making sure that his positions are legitimated by the assembly. He keeps himself away from symbols, from colors that can remind the part of the political page that with a new coat he is candidated to represent. But are we sure that this alleged incapacity, in an elections logic, is a weakness and not a strategic decision which has been carefully studied? Renzi runs alone, confuses the cards and kicks the past without too fine distinctions. Florence's mayor, more than any other party man, has understood that the politics in the immagination of citizens is still closed in the walls of autoreferenciality and that in order to truly make the difference he mustn't point on the age, but on his distance from those environments that today are only seen as places where power is managed. If finalized to the creation of consent, this sort of backwards snobism will probably be profitable.
In this optic we must also contextualize the arrogant, impertinent and dreamy speech; in this design we must look at the retirement threats against D'Alema who, by remaining anachronistically suspended in time, doesn't save him critics that are as ferocious as they are unmotivated. It won't be thanks to this behavior that the country will start growing again, that new jobs will be created, that the problem of esodati will be solved, or the public expenses cut down, but it is surely thanks to this push towards a different politics that they will give hope to those who, more than government members, will have to work to modify this country daily: the citizens.
We can dislike it, but we need to acknowledge it; we live in a moment in which it has become important to give a tangible sign of change rather than demonstraing the strategic capacity in guiding the country. And it's useless that the leaders of the old guard shout to the scandal, if change had been an endogenous process in politics, there would have been no need of creating what is lived by most as a tearing break.
There is no scale of values that the voter will consult before going to vote, as there is no alleged duel between programmatic content and communication capacities; the only ground on which the candidates fight is their vision of the future of this Country. Florence's mayor has dared not to respond to that recall towards minoritarism that has always relegated the left wing on the second arrived step, but with dignitiy, as some would say. Today dignity is not enough anymore. You must convince, set off enthusiasms, and bring passion to the disappointed by imagining new proposals, because new is the world in which we've woken up after years of hybernation. Renzi's methods are perhaps still distasteful to most of the party, but would you be ready to say the same about the majority of voters?
Erica Sirgiovanni | @erica_sir
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