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— Il Triste Mietitore (@TristeMietitore) 08 maggio 2013
venerdì 19 aprile 2013
#Bersani, #Marini e quel mancato passo indietro tra @pdnetwork e #Quirinale
Sinceramente, qualche settimana fa mi sarei aspettato il passo indietro di Bersani. Non perché non lo stimi, io l'ho votato e sostenuto. E non rimangio nulla. Così come non rivedo la mia idea che Renzi non fosse ancora l'uomo adatto a guidare il PD, non ora. Ma c'è un momento però, in cui per serietà anche nei confronti di chi ti ha votato, devi dire basta.
Devi fare un passo indietro e aprire una riflessione. Rimettere al partito (agli uomini, donne e ragazzi che lo compongono) la decisione sulla strada da intraprendere. Bersani ci ha provato a resistere, a perseguire quella che secondo lui era la giusta rotta (e gliene va dato atto), ma forse troppo e troppo a lungo.
Ha voluto tenere dritta la barra del timone di una barca che, era prevedibile, sarebbe andata incontro ad una bufera. E se la barca punta verso una burrasca mortale i rischi sono due: o l'ammutinamento, con l'intento di prendere la guida e virare evitando la tempesta (e sia ieri che oggi ne abbiamo avuto un assaggio nelle votazioni per il Quirinale) o l'affondamento. E se la barca affonda si finisce in acqua tutti. Perché sulla barca ci stanno equipaggio e passeggeri. Cioè, gli esponenti del partito e i suoi elettori. Non si scappa.
Il mancato passo indietro del segretario, quando ancora era in tempo, ha allargato la dissenso già presente nel partito, ma nelle ultime ore sta coinvolgendo anche una parte del partito e dell'elettorato che fino a poche settimane fa era ancora fiducioso in Bersani.
Ne scrivevo ieri su Intervistato.com: i litigi, lo scontro all'interno del partito, l'ostinazione delle sue componenti a voler perseguire senza se e senza ma le proprie idee - e la base?- sta finendo per disorientare l'elettore. Personalmente mi trovo in questa situazione di assoluta incapacità di decifrare la direzione che il PD e le sue componenti vorranno intraprendere nei prossimi giorni, settimane, e mi spaventa.
Oggi il Franco Marini che dopo la votazione non ha inteso fare un passo indietro mi ha ricordato una storia recente, una ostinazione che in queste settimane mi ha disturbato e che mi ha trovato contrario: quella di Bersani e del suo passo indietro mancato. Ed è il motivo della sconfitta oggi di Marini, come candidato condiviso, nella prima chiama per l'elezione del Presidente della Repubblica. Ma è anche di fatto la sconfessione della strategia bersaniana per il PD.
Speriamo che le prossime ore portino consiglio.
Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83
Bersani, Marini, and that missed step backwards between PD and Quirinale
Honestly, a few weeks ago I would have expected the step backwards from Bersani. Not because I don't like him, I voted for him and sustained him. And I'm not going to take that back. As I don't take back my idea of Renzi as unfit to lead the PD, at least for now. But there's a moment when in order to be honest with those who voted for you, you have to put an end to it.
You have to go back and open a debate. Giving the party (to the men, women and young people) the decision of the path to choose. Bersani tried to resist, to pursue what he believed was the right track (and we must aknowledge that), but maybe too much and for too long.
He wanted to keep the wheel steady, even though - as it was predictable - if you go towards a storm the risks are two: either mutiny, with the intent of taking control and going away from it (and we've had a taste of that with the first elections of the President), or sinking, and if the boat goes down, we all go down with it.
But on the boat there are also crew and passengers. Which are the exponents of the party and its voters. You can't get away from that.
The missed step backwards when he was still on time, has widened the dissent already present in the party itself, but during the last few hours it is also engaging a large part of it which was still rooting for Bersani until just a few weeks ago.
I wrote about it yesterday here on Intervistato.com: the fights, the clashes inside the party, the stubborness of some elements to want to go ahead with their ideas regardless of the consequences - and the base? - is ending up confusing the voters. Personally I find myself in a situation of utter incapacity to decipher the direction the PD and its components want to give the party in the following days, weeks, and it scares me.
Today Franco Marini who after the vote didn't want to step back has reminded me of a recent story, a stubborness that in these weeks has disturbed me and has found me contrary: the one of Bersani. And that's the reason of Marini's defeat, as a shared candidate, in the first call for the election of the President. But it is also the defeat of the Bersani strategy for the PD.
Let's hope the next hours will bring counsel.
Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83
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