▼ Il tweet del giorno

domenica 28 aprile 2013

10minuticon Cinzia Bancone @cinziabancone



Qualche giorno fa abbiamo intervistato Cinzia Bancone, giornalista e web voice della trasmissione  TV Talk di Massimo Bernardini.


Per quanto riguarda l'evoluzione dei format televisivi, secondo Cinzia nell'ultimo decennio pochissime idee si sono affacciate sulla nostra TV: ci sono molti programmi molto longevi, come Amici, Striscia la Notizia oppure lo stesso  Affari Tuoi. Le uniche grandi evoluzioni ci sono state nel mondo dei reality e dei talent show, tutti format nuovi che però vengono da fuori. Ultimamente la novità più interessante è data senz'altro invece dalla social TV, l'interazione tra Internet e TV, che è l'aspetto che più sta facendo raccontare novità in questo scenario. Il linguaggio si evolve, ma se parliamo di format il panorama è abbastanza statico.

Lo stesso ragionamento vale per i programmi di dibattito politico, la tribuna con la contrapposizione tra destra e sinistra. Non ci sono grosse novità nel linguaggio ma è cambiato sicuramente il tono utilizzato all'interno dei talk show, insieme ad una progressiva umanizzazione e spettacolarizzazione della politica. Abbiamo visto politici andare a cucinare nei format, oppure politici che uscivano dal tipico talk show politico per partecipare a programmi in cui fosse più evidente la loro personalità (come nel caso di Matteo Renzi ad Amici).

Purtroppo non ci sono grandissime novità se non quelle dei social network, che hanno cambiato la comunicazione politica televisiva, e hanno fatto sì che i politici avessero un rapporto più diretto con l'opinione pubblica. In qualche modo "scendono dal piedistallo" e hanno la possibilità di interagire con i cittadini, ma anche qui ci sono delle eccezioni, come il caso di Beppe Grillo che non interagisce e non risponde.

E' cambiato drasticamente il modo di lavorare per chi racconta la comunicazione: una volta il punto di riferimento era il rullo delle agenzie stampa, ed erano gli uffici stampa dei politici a dettare l'agenda. Ora succede quasi il contrario, dove sono gli utenti della rete attraverso Twitter e altri strumenti a creare l'agenda.

Nonostante questo, i social non sono riusciti a cambiare veramente il linguaggio televisivo della comunicazione politica, e forse i due mondi non potranno mai realmente integrarsi. Si tratta dopotutto di strumenti che hanno tempi molto diversi, ed è chiaro che per avere una vera interazione è necessaria la diretta, una possibilità che i programmi registrati perdono in partenza. Uno è un mezzo che comunica da un broadcast, e un piccolo staff di persone trasmette a una grande massa; il web è un'altra cosa, ci sono varie nicchie che in qualche modo sono connesse, ed è difficile trovare un modo per far veramente interagire questi due mondi.

Bisogna considerare anche che non tutti coloro che guardano la TV sono degli esperti di social media: il pubblico televisivo è fatto anche di persone anziane, o non pratiche di nuove tecnologie. Anche per questo è necessario rispettare i target di riferimento, ed è anche un bene che la rete resti una cosa e la TV un'altra.

Cinzia ci ha raccontato anche quali studi ha fatto e come è arrivata a lavorare in TV Talk, dunque invito tutti a visionare l'intervista integrale, molto più ricca di questa mia brevissima sintesi.

Maria Petrescu | @sednonsatiata


10minuteswith Cinzia Bancone

A few days ago we interviewed Cinzia Bancone, journalist and webvoice of Massimo Bernardini's TV Talk.

As for the evolution of TV formats, according to Cinzia during the last decade very few ideas have appeared on our TV: there are many old programs, such as Amici, Striscia la Nnotizia, or Affari Tuoi. The only big evolutions have been in the world of realities and talent shows, all new formats that come from abroad. Lately the most interesting news has been social TV, the interaction between the Internet and the TV, which is the aspect that tells the most stories in this scenario. The language evolves, but if we talk about the formats, the scenario is pretty much flat.

The same thing is true for political talk shows, the tribune with the counterposition between left and right. There are no big news in the language, but the tone has changed, and there has been a progressive humanization and spectacularization of politics. We've seen politicians go cook in formats, or politicians who got out of the typical political talk show to participate in programs where their personality was more prominent (as in Matteo Renzi's case at Amici).

Unfortunately there are no great news if not the ones given to us by social networks, which have changed the TV political comunication, and have determined politicians to have a more direct relationship with public opionion. They climb down the pedistall, and have the possibility to interact with citizens, but we have exceptions here as well, as the case of Beppe Grillo, who never answers nor interacts with his followers.

The work of those in comunication has changed drastically: once the reference point was the agency roll, and the press offices of politicians were the one to dictate the agenda. Now it's almost the contrary, with users on Twitter creating the agenda.

In spite of all this, social networks haven't managed to truly change the television language of political communication, and perhaps the two worlds will never truly integrate. They are tools with very different timings, and it is clear that in order to have an interaction, you must broadcast live, a possibility that recorded show already lose. One is a medium that communicates from a small staff of people to a great mass; the web is something different, there are various niches that are somehow connected, and it is difficult to find a way to make the two worlds truly interact.

We must consider that not everyone who watches TV is a social media expert: the TV audience is also made of old people, or people who don't have a grip on technology. This is why it is necessary to respect the reference targets, and it is good that the web remains one thing and TV another.

Cinzia has also told us about her studies and how she started to work in TV Talk, so I invite everyone to view the full interview, much richer than my very brief synthesis.

Maria Petrescu | @sednonsatiata

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