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Berlusconi: "Presidente della Convenzione? Solo una battuta". Come quando prometteva un milione di posti di lavoro ed il rimborso dell'IMU.
— Il Triste Mietitore (@TristeMietitore) 08 maggio 2013
martedì 25 settembre 2012
#amiainsaputa: fenomenologia dello sperpero (e della non ammissione)
Ci risiamo.
C’era una volta Rutelli, che saputo di Lusi corse dall’Annunziata per dichiararsi estraneo ai movimenti all’interno dell’ex Margherita. Con quel dettaglio, trascurabile, che a capo dell’ex Margherita c’era proprio lui. E c’era anche Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna. Quello che aveva dato, ma non lo sapeva, un milione di euro al fratello per la sua cooperativa.
Come dimenticare, poi, Formigoni: qualcuno gli aveva pagato le vacanze e lui, meschino, ne era completamente all’oscuro - se avesse dichiarato che qualcuno gli avesse fatto anche la valigia, sarebbe stato più credibile, viste le camicie.
Al ministro Scajola, poi, era successa quella cosa curiosa: una casa vista Colosseo in regalo. Ah si, ovviamente: a sua insaputa.
Vien da ridere, ma la lista si è allungata.
Deludente quanto il finale del Titanic, quando lo guardi per la decima volta e ancora speri, in un attimo di nonsense, che Leonardo di Caprio sopravviva. E spudoratamente prevedibile, come Berlusconi che promette di abolire l’IMU e non si fa vivo ad Atreju.
Perché non basta presentarsi in tv: l’evergreen “a mia insaputa” è stato tradotto in un delicatissimo “scopro oggi che”, ma il risultato è lo stesso; la Polverini a Piazza Pulita non sorprende, non stupisce, cade dalle nuvole e sgrana gli occhioni meravigliata. Tanto che, se mai fosse stata credibile, era da chiedersi come diamine avesse fatto, una così, ad arrivare a dirigere la Regione. Ma credibile non lo è stata, e se n’è accorta da sola: una fragile difesa e il faccino sorridente di una che ci costa 12.000 euro al mese e pretende che noi, da questa parte, ci accontentiamo dei “non sapevo”, o dello scaricabarile con la precedente direzione (“Questo sistema viene da molto lontano”). Insomma, qua qualche taglio si deve fare, ma non (solo) quelli di cui si è discusso in Consiglio - qualche testa deve cadere, o sarà l’ennesimo vaso di Pandora scoperchiato e poi riposto, nella burla collettiva, di nuovo nella credenza.
Delle paventate dimissioni, del resto, nemmeno l’ombra almeno fino a ieri sera: dopo le teatrali minacce dello scorso lunedì pareva aver ritrovato la fiducia in se stessa dando il via all’operazione di pulizia all’interno del Pdl all'interno della regione Lazio. La stoccata, in risposta a Bersani, pareva essere la chiave di volta (o una di esse) su cui sorreggere tutto: "Dice che mi devo dimettere ma mi deve spiegare perché non lo ha fatto lui davanti alle vicende Lusi e Penati". Perché basterebbe così poco, per distinguersi da una sinistra che non si aiuta; buffo, basterebbe un centro destra non migliore di se stesso, ma che semplicemente esca vincitore dal confronto, per accaparrarsi se non voti, quantomeno approvazione.
Eppure l’uomo dietro al partito, l’attaccamento alla poltrona - oltre il colore politico - la fa da padrone: ecco che, puntuale, la Polverini si uniforma al mood della non ammissione e si confonde, inesorabile, nel mucchio scaricando a zero, durante la conferenza stampa, su molti di quelli che le ruotavano attorno e di cui, come in altre vicende simili, era quasi impossibile non sapesse niente. Ora la chiave di volta si è rotta, il castello sta piano piano sgretolandosi e la Polverini, più che aver deciso di dimettersi, è apparsa come una costretta a scansarsi dall'inevitabile peso delle macerie politiche.
Carol Verde | @car0lverde
I didn't know: phenomenology of waste
Here we go again.
There was Rutelli, who as soon as he knew about Lusi ran to Annunziata to declare himself unaware of the movements inside the ex Margherita. With the small detail that he was the head of the ex Margherita.
And then there was Vasco Errani, governor of Emilia Romagna. The one who gave, not knowing, one milion euro to his brother for his cooperative business.
How to forget Formigoni: someone had paid for his vacations and he - poor devil - was totally unaware of it - if he had declared that someone else had also prepared his suitcase, he would have been more credible, judging by the shirts.
Minister Scajola also had a strange experience: he got an appartment with a view on the Colosseum as a gift. Of course, he didn't know.
It's almost to laugh of, but the list has grown longer.
Disappointing like the finale of the Titanic, when you watch it for the tenth time and you still hope, in a moment of nonsense, that Leo di Caprio will survive. And shamefully predictable, like Berlusconi who promises to cancel the IMU tax and then doesn't show up at Atreju. Because it's not enough to be on TV: the "I didn't know" evergree has been translated ina delicate "only today I discover that", but the result is the same; Polverini at Piazza Pulita doesn't suprise, doesn't say anything new, she falls from the skies and opens her eyes wide in disbelief. So much that, if she had been credible, we should wonder how come someone like her managed to direct the Region. But she wasn't credible, and she realized it by herself: a fragile defense and the smiling face of a woman that costs us 12.000 euro a month and pretends that we cope with "I didn't know", or "this system was like this since a very long time". So, some cuts are needed, or this will be another Pandora box that is opened and then put away in the drawer yet again, in the midst of the collective joke.
Of the promised resignment, by the way, not even a shadow at least until yesterday night: after the theatrical threats of last Monday it seemed that she had regained trust in herself starting the cleaning operation inside the PDL of Lazio. The poke, in response to Bersani, seemed to be the keystone (or one of them) on which to sustain everything: "He says that I should resign but he must explain why he didn't in front of the Lusi and Penati cases". Because it would be so easy to distinguish yourself from a Left that isn't helping; curious, it would be enough to have a center right not better than itself, but that simply wins in the comparison, to gain not votes, but approval.
And yet the man behind the party, the love for the chair - beyond the political color, yet again win it: and so Polverini uniforms herself to the mood of non admission and she gets confused, inesorably, in the midst of the scandal, blaming others during the press conference, many of which were close to her and of which it was impossible that she didn't know anything. Now the keystone is broken, the castle is falling apart and Renata Polverini, more than deciding to resign, seems more like she's constrained to avoid the inevitable weight of the political ruins.
Carol Verde | @car0lverde
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