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mercoledì 8 agosto 2012

#Canterini, la #Diaz e quei "chi" mancanti



A sentenze emesse sui fatti di quel luglio 2001 a Genova, dopo che anche il cinema ha provato a raccontare quei momenti, dopo le polemiche, dopo 11 anni ha cominciato a parlare pubblicamente l'allora comandante del Primo reparto Mobile della Polizia di Roma, Vincenzo Canterini. 


Anzi, per la precisione ha cominciato a parlare dopo, dopo aver scritto un libro che ora, evidentemente, sta promuovendo. Lo ha fatto anche qualche giorno fa, intervistato da Corradino Mineo su Rainews24 (nel video qui sotto). Sul libro di Canterini, "DIAZ", anche Internazionale pubblica un articolo di Michael Braun e così anche il Post qualche tempo prima, qui.

A sentirlo, a sentire la sua versione dei fatti, Canterini sembra quasi voler ridimensionare il suo ruolo e quello dei suoi uomini intendendo che quella notte alla Diaz furono altri (o anche altri) non meglio identificati a compiere il massacro. Braun nel suo articolo riporta che Canterini chiamerebbe in causa anche un gruppo, il “G.O.S” (Gruppo operazioni speciali della Polizia di Stato, da non confondere con il G.O.S. gruppo operativo sicurezza che opera negli stadi di calcio) di cui però non si trovano riferimenti ufficiali in rete.

Le parole dell'ex comandante tendono a disegnare un quadro in cui il vero nodo da sciogliere va ricercato tutto in quella catena di comando che non c'era. Almeno apparentemente, e stando alle testimonianze (più o meno limpide, ma questo non si può definire) di chi fece irruzione alla Diaz. In ogni singola pagina scritta su quei fatti, da 11 anni a questa parte, in un capoverso prima o dopo arriva l'inevitabile "caos che non rendeva possibile determinare chi vi fosse, chi avesse dato l'ordine, chi avesse organizzato". Insomma, nel solito copione all'Italiana che si ripete ogni qualvolta si parli ad esempio di stragi la domanda finale che rimane sempre senza risposta è: chi?

Resta il fatto che, libro o non libro, mezze verità post sentenza o meno, Canterini è stato condannato:

"Per il tentativo di occultare le violenze compiute contro le persone che si trovavano ospitate nella scuola, la Corte di Cassazione ha di recente confermato le condanne nei confronti di alcuni importanti dirigenti di polizia tra cui lo stesso Canterini." (via il Post)

Su una cosa però dice il vero, e l'evidenza è sotto gli occhi di tutti, forse anche dei giudici: quella sera non erano gli unici presenti alla Diaz e in quella, come la definisce lo stesso nell'intervista a Mineo, "macedonia di polizia" dove non era chiara la catena di comando mancano ancora molti "chi".  E' vero che i condannati non rappresentano certo la totalità delle forze dell'ordine presenti in quella irruzione, e, se fosse vero, come ha ventilato Canterini, provando a gettare un sasso nello stagno, che in quella scuola entrarono nuclei non meglio identificati delle forze dell'ordine.

Va però ad onor di cronaca anche detto che in un passaggio nelle motivazioni della sentenza (qui tutto il documento completo) di secondo grado viene scritto che

"delitto p. e p. dagli artt.110,  368, comma I e II, 61 n. 2, 81 cpv c.p. perché, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, al fine di conseguire o far conseguire ad altri l’impunità per i delitti di cui al capo h), in concorso con tutte le persone menzionate al capo sub b)"

Canterini insomma viene riconosciuto colpevole, nella sentenza, di aver quantomeno contribuito, come altri funzionari al vertice, al depistaggio nel tentativo di ottenere per lui o per altri l'impunità. Una parte di quei "chi" può venir naturale pensare, tanto da far stonare qualche nota. Tempo fa, in un post  dal titolo "Responsabilità politiche" in data 19 luglio 2012, prendendo spunto da due articoli, di Ridet su Le Monde e del già citato Braun su Die Tageszeitung mi ponevo la domanda: e i responsabili politici? Quelli che mai sono apparsi, nominati o anche solo menzionati di sfuggita durante tutta la querelle processuale, anche loro in qualche modo diretto o indiretto, per negligenza, conoscenza o per ordine dato dovranno pur avere delle responsabilità, no? Ma ad oggi non esistono, e il tutto assume la stessa immagine di un cane addestrato che improvvisamente si aizza contro qualcuno senza che gli venga impartito un comando.
Vi ripropongo questo video (e vi segnalo questi altri ripresi in diretta quella sera) che raccoglie immagini e conversazioni tra le forze dell'ordine in cui è evidente la confusione.


Questo non vuole essere uno di quei post infarciti di dietrologia e complottismo. Questa vuole solo essere una riflessione in cui stimolato da altri articoli mi pongo delle domande, senza pretendere che la risposta sia quella che voglio io, ma auspicandomi che comunque ne arrivi una.

Ma per ora, come scrive anche Braun nel finale del suo articolo "non ci sono state reazioni al libro Diaz. Non hanno reagito i poliziotti – e coimputati al processo – tirati in ballo da Canterini, non hanno reagito politici, non hanno reagito neanche i mezzi d’informazione. Il quadro che Canterini dipinge – di una polizia che agiva in perfetta illegalità – dovrebbe causare maggiori preoccupazioni per la salute di una democrazia in cui fatti simili sono possibili. Ma finora la risposta è stata solo un silenzio assordante."

(fonti utili : per le carte dei processi su Diaz, Alimonda, Bolzaneto, Cosenza -“rete meridionale del sud ribelle”- e per quelle del processo ai 25 noglobal potete andare qui: http://www.processig8.org/ 
Qui invece 40 minuti di girato in presa diretta, comunicazioni delle forze dell'ordine, immagini e testimonianze dei momenti dell'irruzione alla scuola Diaz)

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83


Canterini, the Diaz and those missing "Who"

After the verdicts have been emitted on the facts of that July 2001 in Genua, after the cinema has tried to tell those moments, after the discussions, after 11 years even the ex Commander of the First Mobile Division of the Rome Police, Vincenzo Canterini, has started to talk publicly.

Actually he started talking after writing a book that now he is obviously promoting. He did so a few days ago, interviewed by Corradino Mineo on Rainews24 (in the video below). In Canterini's book called "Diaz", even Internazionale published an articled by Michael Braun, and Il Post as well.

If you hear his version of the facts, Canterini always seems to want to redimension his role and that of his men, implying that that night at the Diaz there were other non identified people who perpetrated the massacre. Braun in his article says that  Canterini also cites a group, the G.O.S. (Group for Special Operations of the State Police, not to be confused with the Operative Safety Group that operates inside soccer stadiums), of which unfortunately official references are absent online.

The words of the ex commander tend to draw a picture in which the real question is in that chain of command that was missing. At least apparently, and as the witnesses say (more or less clearly, but that can be defined), of those who irrupted into the Diaz. In every single page written about those facts, these last 11 years, at some point you find the inevitable "chaos that made it impossible to understand who was there, who gave orders, who organized". So in the usual Italian script that repeats itself every time you talk about massacres, the same old question that always remains without an answer is "who"?

Fact is that, regardless of the book, the half truths and everything, Canterini has been condemned "for the attempt to hide the violences perpetrated against the people
hosted by the school, the Corte di Cassazione has recently confirmed the condemnation towards some of the most important police directors, among which Canterini".

About one thing he does tell the truth, and the evidence is in front of every one, even the judges: that night they weren't the only ones at the Diaz, and in that "police fruitsalad", as he called it, where it wasn't clear what the comand chain was, there are still a lot of "who" missing. It is true that the condemned don't represent the totality of the polices forces in that action, and if it is true, as Canterini said, that in that school there were other nuclei of the police, but that haven't been identified.

Canterini has been recognized as guilty in the verdict of contributing, as other functionaries, of the attempt of diverting the inquiries in the attempt of obtaining impunity for him and others. Part of those "who", some might think. Some time ago, in a post named "Political responsibilities", I asked the question: and the political responsibles? Those that haven't appeared, nominated or even just mentioned briefly during the trial, even they had some kind of responsibility, in a direct or indirect way, for negligence, knowledge, or orders. But today there is no such thing, and everything just looks like a trained dog that all of the sudden attacks without no order.

Here is a video that collects images and conversations among the police forces, in which the confusion is well evident. This post doesn't want to be conspirational: it only is meant as a reflexion in which, stimulated by other articles, I try to ask some questions, without pretending that the answer is the one I want it to be, but hoping that anyway one will arrive.

But for now, as Braun writes at the end of his article "there have been no reactions to the Diaz book. No reactions from the policemen mentioned by Canterini, no reactions from politicians, no reactions from media. The picture that Canterini drew, of a police that operated in complete illegacy, should cause more worries for the health of a democracy in which similar things are possible. But until now the only answer has been a deafening silence."

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83

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