▼ Il tweet del giorno

mercoledì 16 maggio 2012

Qui Piazza #Macao



Quanto segue non è tanto la cronaca, ma più che altro una riflessione sulla mia giornata di ieri, una giornata di (stra)ordinaria cultura partecipativa in piazza MACAO, Milano.

Ho mandato un messaggio a mia madre, vado a M.A.C.A.O. le ho scritto, ma tu non pigli l'aereo mi ha risposto lei. Non serve ho detto io, è in centro a Milano.
MACAO è nato come centro per le arti e la cultura, creato da un collettivo di creativi, artisti, gente che ha idee da esprimere e condividere. MACAO è nato da un collettivo ma è la collettività. Ho seguito le vicende di questa realtà dal momento in cui è comparsa in rete. Abito a Modena, ma mi ero ripromesso di farci un salto per vedere e magari raccontare.

Mi sono trovato a passare per Milano proprio ieri, quando ormai l' Ex Torre Galfa, di proprietà Ligresti, era stata  sgomberata. E' stata vuota per 15 anni, fino all'arrivo di MACAO che per dieci giorni l'ha trasformata nell'embrione della voglia di cambiamento e di spazi culturali e creativi che Milano, ma non solo, chiede. Dalla rete arrivavano notizie di lezioni e assemblee pubbliche per decidere collettivamente la strada da percorrere, così ho deciso di andare a dare un'occhiata. All'ombra del grande palazzo un sacco di gente che poi ha animato la strada antistante fino a tarda sera e oggi è ancora lì. Qui gli Storify sulla giornata di ieri.

Ho letto svariati articoli sulla vicenda, alcuni giornali (i soliti che non vale nemmeno la pena di citare) affiancano MACAO a termini come occupazione, centro sociale e un po' tutta la terminologia che tanto piace a certi signori, ma ieri quando sono arrivato ho potuto parlare con alcune persone che conoscevo bene e che dentro ci erano state. Dopo essermi confrontato con loro e aver sentito le parole dell'assemblea permanente ho pensato che in fondo MACAO è riqualificazione, non occupazione.

Se nella dinamica ai ben pensanti l'appropriazione di due piani di un palazzo di circa trenta, e in disuso da 15 anni, per farne un centro in cui esprimere la propria creatività dal basso appare come occupazione a me personalmente no. Forse chi accomuna MACAO ai centri sociali non è mai stato né in uno né nell'altro e ieri in via Galvani c'è passato solo di sfuggita senza prestare troppa attenzione a quel che veniva detto. Hanno sgomberato la torre, ha detto qualcuno, ma non MACAO, perché non è tanto un luogo fisico quanto un'idea collettiva, un concetto, una richiesta, anzi una proposta. E infatti lo sgombero si è svolto pacificamente: forse sarebbe bastato chiedere di uscire, senza mandare la polizia.

Poco dopo le 18.30 è arrivato in assemblea anche il sindaco Pisapia che ha detto tutto e non ha detto niente. Ha promesso entro poco tempo la disponibilità dell'ex Ansaldo, dicendosi disponibile ad un confronto con la piazza, "piazza MACAO", per cercare di costruire assieme quelle risposte alle necessità che venivano poste sul piatto. Quello che non ha fatto è stato prendere una posizione chiara. Io personalmente non ho capito come realmente la pensasse. Quello che invece ho capito è che a Milano non serviva l'Expo, a Milano servirebbero più M.A.C.A.O.

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83

Photo credit: Emanuela Carabelli


#Macao Square here

The following isn't news coverage, but rather my thoughts about yesterday, a day of (extra)ordinary participative culture in Macao Square, Milan.

I sent a message to my mother, I'm going to M.A.C.A.O., I wrote, but you're not taking the airplane, she said. No need, I answered, it's in downtown Milan.

MACAO was born as a center for arts and culture, created by a collective of creatives, artists, people who have ideas to express and share. MACAO was born from a collective, but it's collectivity. I followed the facts surrounding this reality from the first day it went online. I live in Modena, but I promised myself I'd go there to see and perhaps tell my part of the story.

I found myself in Milan yesterday, when the Ex Galfa Tower, property of Ligresti, had already been evacuated. It had been empty for 15 years, until the arrival of MACAO that for 10 days transformed it into the embryo of the willingness to change and those cultural and creative spaces that Milan - but not only - has been asking for so long. Online we find news of lessons and public meetings to decide collectively the path to follow, so I decided to go take a look. In the shadow of the great building a lot of people animated the street until very late at night, and today they're still there. Here you can find the Storifys of the day.

I read several articles about it, some newspapers (the usual ones that aren't worth bothering a link), put MACAO next to terms like occupation, social center, and all those words that some people like to use, but yesterday when I arrived I was able to talk with some people that I knew well, and who were inside. After talking with them and hearing the words of the permanent assembly I thought that, after all, MACAO was riqualification, not occupation.

If in the dynamics of some people, taking property of two stories of a building of about 30, not used for the last 15 years, and transforming it into a center in which to express creativity appears as occupation, I personally don't see it that way. Maybe those who compare MACAO to social centers have never been in either, and yesterday the only came rapidly to take a look at what was going on. They evacuated the tower, someone said, but not MACAO, because it's not so much a physical place but a collective idea, a concept, a request, or rather a proposal. And in fact the evacuation was peaceful: maybe it would have been enough to ask them out, instead of calling the police.

A bit after 18:30 the mayor Pisapia also came into the assembly, and he said everything and nothing. He promised in short time the availability of the ex Ansaldo, proclaiming himself available to a conversation with the square, Macao square, to try and build together those answers to the needs that were put into light. What hasn't been done was take a clear decision. I personally haven't understood what he really thought about it. What I did understand is that Milano didn't need an Expo, Milano needs more M.A.C.A.O.

Matteo Castellani Tarabini | @contepaz83

Nessun commento :

Posta un commento

▼ Leggi i migliori della settimana

2